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Bergamo

Il volto di Lorenzo Lotto ricostruito dalla Polizia scientifica: la storia di una scoperta affascinante fotogallery video

La presentazione in Sant'Agostino con tante personalità. Il questore Schimera: “Dopo la segnalazione del ritratto del sindaco di Trescore, mi si è accesa la lampadina dell’investigatore"

Bergamo. Un caso poliziesco che potrebbe diventare una serie Netflix di grande successo. Quella raccontata giovedì (18 maggio) nell’aula magna dell’Università degli studi di Bergamo in Sant’Agostino, è la storia di una scoperta affascinante avvenuta grazie una collaborazione inedita tra Polizia Scientifica e Istituzioni locali.

Il caso è stato brillantemente risolto: grazie all’utilizzo di strumenti all’avanguardia, tra cui l’Intelligenza Artificiale, la Polizia Scientifica ha ricostruito il volto di Lorenzo Lotto, pittore vissuto nel XXV secolo, un artista poliedrico, multitasking – come diremmo oggi -, amante di tutti gli aspetti dell’esistenza.

La maternità di questa straordinaria intuizione è dell’amministrazione comunale di Trescore Balneario, sede di uno spettacolare ciclo pittorico realizzato nel 1524 da Lorenzo Lotto all’Oratorio Suardi. Infatti, proprio per celebrare i 500 anni della splendida opera di Lorenzo Lotto in Oratorio Suardi, il Comune ha avviato il progetto finalizzato alla ricostruzione del volto dell’artista, partendo dal suo autentico autoritratto, fortemente deteriorato, presente nel grande affresco che rappresenta le quattro “Sante”, Barbara, Brigida d’Irlanda, Caterina D’Alessandria e Maria.

È il volto dell’artista quarantaquattrenne che viene svelato dai professionisti della Polizia Scientifica e della Questura di Bergamo, che si sono resi conto di trovarsi al cospetto di un compito difficilissimo ma altrettanto affascinante ed entusiasmante.

Una missione complessa, ma possibile. Grazie alle avanzate e sofisticate tecniche, utilizzate dalla Polizia Scientifica per i rilievi sulle scene del crimine, è stato restituito il volto ad uno dei principali autori del Rinascimento. Oggi possiamo guardare negli occhi il grande Lorenzo Lotto. Un epilogo della storia entusiasmante degno de “Il mistero dei Templari”.

“Per prima cosa voglio ringraziare i ragazzi delle scuole superiori, numerosissimi, presenti in sala”, dice in apertura del convegno il Questore di Bergamo Stanislao Schimera. Poi ricorda gli inizi della meravigliosa vicenda. “Dopo la segnalazione del ritratto da parte del sindaco di Trescore, Danny Benedetti, mi si è accesa la lampadina dell’investigatore”.

“Quando parliamo della ricostruzione del volto pensiamo a tecniche usate per la scena del crimine – afferma il Prefetto di Bergamo Giuseppe Forlenza -. Ma l’evento di oggi è la dimostrazione che le tecniche della polizia scientifica possono essere usate in campo culturale. Sono certo che questa attività continuerà a ispirarci e a sorprenderci.

Grande entusiasmo espresso anche dalla professoressa Elisabetta Bani, prorettore dell’Università degli Studi di Bergamo: “È bellissimo vedere questa sala. È bello essere non solo i padroni di casa, ma anche i custodi di una tradizione”. Lo splendido complesso monumentale di Sant’Agostino, in cui si è tenuto il convegno, raccoglie all’interno delle sue mura narrazioni di storia, religiosità, arte, dottrina, scienza in un crogiolo culturale che a Lorenzo Lotto sarebbe piaciuto moltissimo.

L’evento diventa anche occasione per festeggiare i 210 dalla nascita della Polizia Scientifica. “Siamo soliti associare le attività della polizia scientifica alle serie tv, ma conosciamo bene la concretezza dell’attività finalizzata all’accertamento della realtà – dice Pasquale Gandolfi, presidente della Provincia di Bergamo -. La polizia scientifica festeggia 120 anni e nonostante l’età sa stare al passo con i tempi. Tutti i giorni ci sono persone che mettono le proprie competenze al servizio dello stato e della comunità, per la sicurezza di tutti. A tutti loro è dedicata la mostra che si terrà al Palazzo della Provincia dal 19 al 23 maggio”.

“L’occasione di oggi si pone in perfetta sintonia nella cornice di Bergamo Brescia Capitale italiana della cultura 2023 – interviene Giorgio Gori, sindaco di Bergamo -. Non posso che gioire del fatto che anche la polizia scientifica (quella italiana è la più antica del mondo) abbia trovato un posto all’interno della manifestazione”.

Subito dopo il saluto doveroso di Danny Benedetti, sindaco di Trescore. “È un onore per me essere qui in rappresentanza dei miei concittadini. Questa storia, che ha avuto un epilogo straordinario, è iniziata il 18 agosto 2022 quando mi azzardai a chiedere udienza al prefetto Forlenza e al questore Schimera, che subito organizzò un incontro con la polizia scientifica di Roma. Il progetto è diventato realtà in tempo brevissimo. È stato un lavoro straordinario”.

“Davanti ai nostri occhi abbiamo la prova che i nuovi indirizzi di alta formazione devono partire dalla contaminazione. Quando arte e scienza si uniscono è un bene: le persone hanno meno paura dell’innovazione tecnologica”, saluta Alessandra Gallone, Consigliera Mur Ministero Università e Ricerca.

Dall’incontro è emerso che “la Polizia Scientifica è un polo di eccellenza impegnato solo in parte dalle attività di polizia giudiziaria, come osservato dal Prefetto Francesco Messina, Direttore della Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato. “Negli ultimi tempi questa attività tempi sta diventando residuale: la polizia scientifica sta lavorando in ambiti artistici e archeologici. In tutti i contesti viene applicata l’intelligenza artificiale, utilissima per la sua capacità predittiva”.

L’intelligenza artificiale è utile anche per fare un identikit. Ma ricostruire l’identikit di un genio? Per rendere onore ad un uomo che per tanti anni, specialmente nel corso della sua vita, non ha ottenuto il giusto riconoscimento quale grandissimo pittore, studioso, interprete di una cultura vasta ed omnicomprensiva che ha spaziato dalla filosofia alla psicologia, dalla religione alla scienza, dalla storia all’alchimia.

Dopo i saluti istituzionali, i professori Fernando Noris e Francesco Saverio Romolo hanno approfondito la questione nei loro rispettivi ambiti, l’arte e la medicina legale”.

A concludere la mattinata è stato Lorenzo Rinaldi, primo dirigente tecnico della Polizia Scientifica. Il suo intervento è partito da due domande: perché la polizia scientifica è stata coinvolta nel progetto e perché il volto è così importante? “Il volto è la parte del corpo che più di tutte viene utilizzata per riconoscere le persone – spiega -. La tecnica dell’identikit, nata alla fine degli anni ’50, è quella che abbiamo utilizzato per portare a termine il progetto”.

Tra le tecniche utilizzate, la ricostruzione del volto, la stessa adoperata per il riconoscimento dei cadaveri, tramite l’individuazione dei tratti salienti del viso; l’invecchiamento, il denoising che permettere di pulire l’immagine dai rumori mediante la tecnologia di intelligenza artificiale; e il confronto dei volti.

Nei fatti, è stata una attività scientifica a tutto tondo, partita con in due sopralluoghi notturni alla Basilica di Santa Maria Maggiore di Bergamo, dove si trova un autoritratto del Lotto nelle tarsie del coro, e all’ Oratorio Suardi di Trescore.

Il risultato è sorprendente, oltre qualsiasi immaginazione. è stata pura emozione quella percepita nel momento in cui sul grande schermo è stato proiettato l’identikit di Lorenzo Lotto prima vestito in abiti moderni e poi con indumenti della sua epoca.

Ma la polizia ha fatto molto di più: attraverso una stampa 3D a resina, per la prima volta nella storia con una simile tecnologia, è stato realizzato il busto di Lorenzo Lotto. Un finale in grande stile: la scienza che incontra l’arte e crea qualcosa di unico.

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