Bergamo. “L’ho uccisa dopo una lite scaturita per alcune proprietà in comune”. Ivano Perico svuota il sacco e spiega perchè ha ucciso la cugina di secondo grado Stefania Rota. Dopo essersi avvalso martedì della facoltà di non rispondere nell’interrogatorio di garanzia davanti al Gip e al pm Letizia Ruggeri, nella mattinata di mercoledì (17 maggio) il 61enne ha ricevuto in carcere i suoi avvocati Piero Pasini e Stefania Battistelli e ha raccontato loro come sono andate le cose lo scorso 11 febbraio nella casa di via XI Febbraio a Mapello, dove la 62enne viveva proprio accanto a lui.
In quella stessa abitazione, che la donna aveva ereditato dai genitori, dove quasi due mesi dopo, il 21 aprile, era stata trovata senza vita. Era riversa a terra sul tappeto della sala e in avanzato stato di decomposizione con fratture al cranio, un ematoma al volto e lesioni alla cartilagine tiroidea. La porta d’ingresso era chiusa a chiave dall’esterno e mancavano il portafoglio e il cellulare. La sua Ford Fiesta blu, poi, non era come al solito nel garage sotto casa.
“All’origine dell’omicidio c’è una lite per delle proprietà in comune – le parole dell’avvocato Pasini all’uscita dal carcere – . Si tratta di un dolo d’impeto commesso da una persona in difficoltà che ha perso la testa. Nulla a che vedere con i fantomatici moventi di natura sentimentale di cui ho sentito parlare in questi giorni”.
“Per il resto non entrerei nel dettaglio – ha aggiunto la collega Battistelli – . Lui ora ha la volontà di riferire tutto al magistrato per liberarsi di un peso. Anche perchè non aveva detto nulla a nessuno, nemmeno alla moglie che era all’oscuro di tutto. È molto provato psicologicamente, oltre che fragile”.
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