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Appunti & virgole

Atalanta persa sotto la pioggia, e la volata diventa una frenata

Tra infortuni e cambi che non funzionano più come una volta la Dea torna sull'altalena: due ko dopo tre vittorie. Giallo Europa: si ferma anche il Milan

La morale un po’ spicciola di questa sconfitta è che l’Atalanta paga ancora una volta il rendimento insufficiente dei cambi, difetto che più volte si è ripetuto in questo campionato, quando invece in passato, vuoi con Muriel o anche con Pasalic, riuscivi a ribaltare la partita. Anzi, la ribalta Sousa inserendo Candreva, specializzato in gol pesanti. Se ne ricorderà l’Inter che un mese fa ha subìto la rete al 90′ e per fortuna sua Gosens aveva segnato al 6′.

Purtroppo l’Atalanta ha giocato un buon primo tempo ma non è riuscita a sfondare come avrebbe dovuto, con Zapata che è tornato in condizione ma non ha ancora registrato il colpo di testa.

Peccato, perché alla fine si rivela poco felice la scelta di Gasp di toglierlo al 20′ della ripresa per cercare di trovare lo spunto con Muriel: su un terreno così difficile e scivoloso aveva tenuto molto meglio Zapata, mancando poi di precisione, mentre Muriel che già scivola quando viene bagnato continuamente il terreno del Gewiss non è mai riuscito a incidere, o a fare le giocate che preferisce, su un campo quasi impossibile. E anche Hojlund non è mai arrivato al tiro, sia perchè la squadra era ormai allungata e cercava di raggiungerlo con lanci lunghi, sia perché il danesone sembra più di tutti orfano di Lookman, visto che con lui si trovava a meraviglia.

Chiaro che la sconfitta complica molto un finale in cui si può ancora arrivare in Europa, ma puoi sperare nelle partite che restano se le affronti con la stessa carica, come stanno giocando queste squadre che lottano sul fondo, vedi il Verona prossimo avversario. E non è per forza colpa degli infortuni. Fanno scalpore le dichiarazioni di Gasperini che nel dopopartita dice di aver “presentato nel secondo tempo una squadra cotta” e cita chi è entrato, “giocatori dell’Atalanta, ma quando l’atteggiamento è questo non so cosa dire, sono il primo ad essere responsabile…”.

Forse il tecnico nerazzurro si è anche reso conto di aver puntato molto su quei cambi che invece non hanno reso, ammesso che Soppy e Djimsiti dovevano per forza essere sostituiti. Ma Hojlund e Muriel non hanno fatto certo meglio di Zapata e Pasalic e anche la squadra a quel punto si è un po’ disunita. Può essere che un buon primo tempo, dominato sul piano delle occasioni non concretizzate mentre Sportiello non aveva dovuto compiere una sola parata, possa avere trasmesso alla squadra l’idea che la partita si potesse sbloccare da un momento all’altro, con un po’ più di velocità che avrebbe potuto dare Hojlund. Invece l’Atalanta non è più riuscita a giocare, a tenere palla davanti e con fatica anche nella propria metà campo. Detto che un risultato di parità sarebbe stato la fotografia della partita, però alla fine la carica maggiore della Salernitana ha fatto la differenza.

Si ritorna quindi sull’altalena dei risultati: tre vittorie consecutive e ora due sconfitte di fila. Non aveva più di tanto allarmato quella con la Juve, obiettivamente immeritata almeno sul piano del gioco e certo anche questa di Salerno sa di beffa, anche perché la partita stava scivolando verso un anonimo 0-0 che non sarebbe stato, a quel punto, da buttare.
La delusione raddoppia, poi, perché il Milan si ferma a Spezia. E, a prescindere da quel che farà la Roma, si spera che il campionato del ciapanò non diventi la stagione delle occasioni perdute.

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