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L'analisi

Qualità dell’aria, Bergamo migliora e l’obiettivo fissato per il 2030 è vicino

Anche nel caso delle concentrazioni di PM10, nel 2023 e fino ad oggi, son stati 14 i giorni di sforamento nella stagione invernale, il dato più basso mai registrato nei primi 4 mesi dell’anno, nonostante l’assenza di precipitazioni

Bergamo. Una significativa riduzione della concentrazione di quasi tutti gli inquinanti dal 2001 a oggi ed in particolare nell’ultimo decennio. Questa l’analisi che si evince dai dati forniti sulla qualità dell’aria che riguarda, in particolare, la città di Bergamo.

Del resto le politiche volute dall’amministrazione comunale in tema di mobilità e di ambiente sono state da sempre molto chiare e precise, le stesse, peraltro, contenute nelle linee di mandato fin dal primo.

Nell’area urbana di Bergamo, secondo le analisi sui dati ARPA Lombardia, ricavati dalle due centraline presenti in città, precisamente in via Meucci, in zona Loreto e in via Garibaldi in centro, si nota una significativa riduzione della concentrazione di quasi tutti gli inquinanti dal 2001 a oggi ed in particolare nell’ultimo decennio.

I dati sono coerenti con il trend del bacino padano nel suo complesso, poiché il tema della qualità dell’aria è per sua natura sovralocale e non può essere declinato per singolo comune. I valori registrati a Bergamo seguono dunque l’andamento generale delle centraline degli altri comuni della Bergamasca dell’area di collina e pianura e più in generale sono simili in assoluto ai valori registrati a livello regionale e sovraregionale. Per tali motivazioni è stato siglato l’Accordo di Bacino padano tra le 4 Regioni coinvolte, Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna e Veneto.

Generico maggio 2023

Concentrazioni di PM10

Ancora più evidente è il trend di diminuzione del numero giorni di sforamento dei limiti di concentrazione giornalieri di PM10. L’Unione Europea chiede infatti di non superare per più di 35 giorni all’anno il valore di 50 μg/mc. Nel caso di Bergamo, si passa dai 100 giorni di sforamento annui di una quindicina di anni fa (ben 127 giorni nel 2004) ai 35 giorni nel 2022. La media quinquennale dei giorni di sforamento passa da 73 giorni/anno del 2013 ai 36 del 2022, con una riduzione del 50%. Nell’anno attualmente in corso, fino ad oggi, son stati 14 i giorni di sforamento nella stagione invernale di Bergamo, il dato più basso mai registrato nei primi 4 mesi dell’annononostante l’assenza di precipitazioni. Il problema delle PM10 è molto più marcato nel periodo invernale.

“Anche nel caso del particolato – continua Zenoni – fine mostra un trend di riduzione significativo. Una sola centralina rileva questo valore dal 2009 ed è quella situata in Via Meucci. In questo caso, l’Unione Europa fissa il solo limite della media annua al valore di 25 μg/mc e non fissa limiti giornalieri. Ancora frequentemente sopra il limite fino pochi anni fa, questo valore non è stato più superato dal 2017 in poi.

E chiude: “Pur rispettando gli attuali limiti UE e pur avendo recuperato diverse posizioni negli ultimi anni, in merito al tema del PM 2,5 Bergamo resta, in compagnia delle altre città padane, in fondo alla classifica delle aree urbane europee. Bergamo è infatti 356esima su 375. Tra le città italiane, alle spalle di Bergamo, figurano Cremona, Padova, Vicenza, Venezia, Brescia e Piacenza. Con valori pressoché identici e poco sopra in classifica figurano Alessandria, Asti, Verona, Treviso, Milano, Pavia, Torino, Novara, a riprova di quanto il tema sia comune a tutta la pianura e il lavoro da fare sia ancora molto cospicuo a livello di bacino, con il coinvolgimento delle 4 Regioni”.

Generico maggio 2023

Le politiche per l’aria

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