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Sabato la partenza

Selvino e Roncola si preparano alla notte rosa: “Il Giro d’Italia è un’occasione per farsi conoscere”

La presentazione alla Biblioteca dello Sport. Don Andrea Pedretti: "Vogliamo far festa attorno a un evento che non c’è tutti i giorni, celebrare un qualcosa di mondiale". Il 19 e 20 eventi nelle due località

Seriate. La Biblioteca dello Sport Nerio Marabini, tra oltre quattromila volumi e cimeli sportivi, si tinge di rosa. Nella mattinata di giovedì (4 maggio) sono stati presentati gli eventi collaterali organizzati tra Roncola e Selvino, due centri che saranno attraversati dal Giro d’Italia nella tappa bergamasca, la quindicesima, di domenica 21 maggio.

A fare gli onori di casa il ‘titolare’ Paolo Marabini, che in mezzo ad una platea ricca di esponenti di spicco delle due ruote bergamasche, ha ospitato sul palco i rappresentanti dei due comuni e Giovanni Bettineschi, presidente comitato organizzatore della tappa, che per la sesta volta – che scatta sabato 6 maggio dall’Abruzzo – ha portato la corsa in terra orobica.

“La prima nel 2004 sulla Presolana fu una tappa che fece record di ascolti, vinse Garzelli, che competeva con Cunego e Simoni” ricorda, “anche questa sarà una delle tappe più belle da vedere, che forse permetterà poche fughe, essendoci presto la salita di Valcava. È una tappa che Gimondi desiderava si facesse già da tanto tempo. Non sempre i comuni rispondo con entusiasmo. Un arrivo di tappa costa 300mila euro e se non ci fosse l’ente pubblico sarebbe difficile, perché raramente il privato investe. Fortunatamente c’è chi lo fa: posso dire che se tutti i comuni interessati dessero poco o qualcosa, avremmo tappe del giro in tutti gli anni”.

Indicazioni riguardo la logistica: “La strada verrà chiusa due ore prima del passaggio più veloce, in alcuni tratti sarà due ore e mezza. In alcuni punti ci sarà anche il passaggio del Giro-E. In alcuni snodi sarà sicuramente più complicato gestire il traffico”.

Cronotabella Giro tappa 2023

Selvino è un passaggio ormai abituale del Giro, già dalla fine degli anni sessanta.- Ha ospitato anche eventi memorabili come la cronoscalata del 1995, con stimate duecentomila persone sulla salita per assistere al passaggio dei corridori.

“Avevamo organizzato la Notte Rosa nel passaggio del 100° giro e la rifaremo sabato 20 maggio, stiamo preparando anchee un murales di 40 metri all’ingresso del paese” spiega Marcello Grigis, rappresentante del Comitato Organizzatore Locale. “Ogni tornante tra Nembro e Selvino è dedicato ad un campione bergamasco e l’idea è quella di migliorare ancora la salita, essendo frequentata ogni giorno. Nella sera precedente vogliamo creare un chilometro e mezzo di rosa cono feste itineranti, concerti, artisti di strada”.

Alla Roncola, invece, tornerà dopo quarant’anni: mancava dal passaggio del 1983. “Mi ricordo bene quella giornata” dichiara l’assessore al turismo Augusto Rota, “credo che sulla nostra salita ci sarà una fortissima selezione, perché i 6 chilometri che portano in cima concedono poco respiro. Vogliamo organizzare qualcosa al campo sportivo, di modo che si possa filmare dall’alto con l’elicottero. Siamo un po’ in ritardo, visto che anche a livello di asfaltatura abbiamo avuto qualche problema, ma arriveremo pronti”.

“Il ciclismo è una metafora della vita” aggiunge Don Andrea Pedretti, parroco della Roncola, che annuncia la Notte Rosa di venerdì 19 maggio. “In Roncola c’è una cornice bellissima, con tutta la pianura sullo sfondo, in cui ci si può fare le foto. Per noi dei piccoli paesi è l’opportunità di farsi vedere e conoscere, altrimenti i comuni morirebbero pian piano. Alla Notte Rosa porteremo tre magliette, quella di rosa di Contador, quella mondiale di Sagan e quella gialla del Tour. Porteremo in piazza un artista, faremo l’aperitivo del Giro. Vogliamo far festa attorno a un evento che non c’è tutti i giorni, celebrare un qualcosa di mondiale. È un concetto che forse si fa fatica a passare. Pedaleremo su un tandem e accenderemo le luci che legano Roncola e Costa Imagna. La chiesa parrocchiale sarà tutta rosa, così come la piazza il 19 sera. Vogliamo organizzare anche un salotto dei campioni, perché vogliamo bene al Giro e dobbiamo saperlo valorizzare”.

Tappa Bergamo Giro d'Italia 2022
Tappa Bergamo Giro d'Italia 2022

Bergamo e il Giro

Il legame tra la città e la provincia e la Corsa Rosa è da sempre molto profondo: la prima edizione con arrivo in città risale al 1937 e fu vinta da Glauco Servadei. 27 volte una tappa è in provincia, ed è ripartito in 26 occasioni. Nel 1967 la corsa rosa partì dalla Bianchi a Treviglio, nel 1970 da San Pellegrino. Il primo bergamasco a partecipare fu Pietro Fasoli nel 1912, il primo a vincere invece fu Antonio Pesenti nel 1930 tappa e nel 1932 il Giro. Il bilancio orobico è di 22 podi totali, 9 dei quali di Gimondi in 14 partecipazioni. 62 volte un Bergamasco si è messo la maglia rosa addosso.

Dino Zandegù, 8 edizioni e 6 tappe vinte: “Ho vissuto tante tappe come ciclista, ma anche come direttore sportivo, manager. Ricordo con piacere un secondo posto a Seriate dietro a Basso, nel 67 vinsi due tappe e la maglia ciclamino, la partenza da Treviglio. Ero in squadra con Gimondi: era un campione e un combattente, oltre che un caro amico e un buon compagno di squadra”.

Gianbattista Baronchelli, 13 partecipazioni e 2 secondi posti. “Sarà una grande tappa col tifo bergamasco. Purtroppo non ho mai vinto il Giro, ma i primi 5 anni sono stati i migliori. Poi sono arrivati Moser e Saronni, è cambiata la formazione del giro, ho puntato più sulle classiche”.

Attilio Rota, 11 partecipazioni: “Ricordo con piacere la tappa di Selvino nel 1969. Ho conquistato un 16° posto e sono stato un uomo squadra. Questa tappa è molto bella e molto sentita”

Ennio Vanotti, ex professionista, cresciuto ad Almenno San Salvatore, ai piedi della Roncola: “Sarà dura perché arriva a fondo gara e le gambe non saranno al top, poi non viene fatta dalla parte di Almenno san Salvatore, ma da Barlino, che ha punte del 13-14%. Chi la conosce sa che potrà sfruttare quelle pendenze. L’avrò affrontata migliaia di volte, ci ho vinto a livello giovanile”.

Mirco Gualdi, che ha vinto una tappa a Verona nel 1997: “Per me personalmente, dopo tanti problemi fisici, era stata una liberazione, una grande gioia. Il giro è il giro: insieme ad alcune classiche è l’unica corsa che mi manca davvero del mondo ciclistico. Perché sono giorni di festa, è qualcosa che viene acclamato ovunque in Italia”.

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