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La manifestazione

Per un lavoro più sicuro e stabile: a Bergamo in 2.000 in piazza per il Primo Maggio fotogallery video

Focus sulla logistica, ma rivendicazioni sui temi della sanità, del potere d'acquisto di famiglie e pensionati, dei servizi nelle zone più disagiate della provincia, delle politiche abitative

Bergamo. Il focus è stato sulla logistica, settore letteralmente esploso in particolare nel territorio della Bassa bergamasca. Ma non sono mancate rivendicazioni sui temi della sanità, del potere d’acquisto di famiglie e pensionati, dei servizi nelle zone più disagiate della provincia, delle politiche abitative.

Ripartendo dall’articolo 1 della Costituzione, di cui nel 2023 si celebra il 75esimo anniversario, Cgil, Cisl e Uil sono scesi in piazza a Bergamo nella mattinata di lunedì per festeggiare il Primo Maggio, occasione per riflettere in modo unitario sulle criticità che attanagliano il mondo del lavoro.

Lavoro che, sostengono i sindacati, deve essere più inclusivo e stabile: la sfilata snodatasi per le vie del centro è scattata attorno alle 10 da Piazzale Marconi, con arrivo in piazza Vittorio Veneto, dove dal palco i segretari provinciali e Sandro Colombi, segretario nazionale Uil Pa, hanno tenuto i rispettivi interventi.

Le presenze oscillano tra le duemila e le tremila.

“Nella pianura stiamo assistendo a un forte sviluppo delle piattaforme logistiche che utilizzano il suolo agricolo fertile e si sviluppano senza un governo del territorio e delle dinamiche sociali – ha sottolineato il leader provinciale della Cisl Francesco Corna – Serve un governo che coinvolga anche Regione e Stato perché questo polo nazionale non può essere gestito solo da interessi privati. Noi chiediamo che ci facciano carico di questo governo e abbiamo proposto un manifesto per la logistica del nostro territorio”.

“Quest’anno il primo maggio parte dalla Costituzione, dal suo 75esimo anniversario. Al centro c’è il lavoro, chiediamo che sia un lavoro prima di tutto sicuro – ha aggiunto Marco Toscano, segretario provinciale della Cgil -: i dati sono drammatici, è un tema su cui non si può mai abbassare la guardia. Per questo è al centro del nostro Primo Maggio: dobbiamo proseguire con quanto stiamo già facendo, ma c’è bisogno anche di più controlli, più ispezioni. Mettere al centro il lavoro, vuol dire mettere al centro il lavoro stabile: non abbiamo bisogno di precarizzare ulteriormente il lavoro, non abbiamo bisogno di un decreto Lavoro che sarà in discussione oggi e tra i suoi punti non farà altro che rendere più semplice l’utilizzo dei contratti a tempo determinato”.

“È un’atmosfera sovraccarica di tensione, è come se nella nostra società stessero venendo al pettine tutti i nodi che si sono accumulati per tanto tempo, specialmente nel mondo del lavoro – ha concluso Sandro Colombi, segretario nazionale Uil Pa – Per questo oggi è una giornata di mobilitazione e un po’ meno festa. Noi siamo gente che vive di lavoro, ma in questo Paese il lavoro manca, stressa e spesso non rende abbastanza. E soprattutto cambia: ci dicono che dobbiamo adattarci a questa situazione perché tutto in questa epoca diventa transizione. Tutto è transizione, purtroppo non c’è più niente di stabile, non c’è più nulla di normale. Siamo stanchi di transizioni che non finiscono mai e di emergenze che si susseguono una dopo l’altra”.

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