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Il tema

Primo Maggio, i sindacati puntano i riflettori sulla logistica: “Manifesto per governare il fenomeno”

Il forte impatto ambientale ma anche sociale degli insediamenti nell'area della Bassa impone una riflessione unitaria: a Bergamo sarà il focus della giornata, che vedrà in mattinata il consueto corteo per le vie del centro

L’esplosione del settore della logistica in provincia di Bergamo, e in particolar modo nel territorio delle Bassa, non lascia indifferenti i sindacati. Al punto che Cgil, Cisl e Uil, per la prossima ricorrenza del Primo Maggio, hanno deciso di farne il tema centrale della giornata, con tanto di manifesto dettagliato da sottoporre al territorio con l’obiettivo di arrivare a governare un fenomeno ormai irreversibile.

Così, all’interno delle celebrazioni che in città vedranno la consueta manifestazione partire in corteo dal piazzale della stazione e poi per le vie di Bergamo attorno alle 10, con intervento conclusivo alle 11.30 del segretario nazionale della Uil PA Sandro Colombi, i sindacati confederali porranno un deciso focus sugli impatti ambientali ma anche sociali che i nuovi insediamenti lungo la Brebemi hanno inevitabilmente generato.

Lontani dal voler prendere una posizione pro oppure contro questo processo, Francesco Corna, segretario generale della Cisl di Bergamo, Marco Toscano, segretario provinciale della Cgil, e Pasquale Papaianni, sub-commissario Uil di Bergamo, hanno invece posto l’accento sul come il territorio possa arrivare a gestire meglio queste dinamiche, per fare in modo che, con un lavoro unitario e di concerto con gli altri enti locali, si possa accompagnare la trasformazione territoriale con una serie di servizi essenziali, ottimizzando e ampliando i benefici e riducendo al minimo gli impatti negativi.

“Nel territorio della Bassa bergamasca sta nascendo un polo logistico di portata nazionale, dove confluiscono le merci che arrivano dai porti di Genova e Ferrara e parte il collegamento con la Brennero – sottolinea Corna -. Insediamenti enormi, con una lunga coda di richieste già depositate in Provincia per altri milioni di metri quadrati di capannoni da erigere nella stessa zona. Sono strutture dall’impatto enorme dal punto di vista del consumo di suolo, ma anche occupazionale e sociale”.

Una crescita che impone, innanzitutto, l’individuazione di una filiera trasparente degli appalti, che sia anche garanzia di legalità e di qualità del lavoro: “Abbiamo deciso di predisporre questo documento, che vuole essere un patto da estendere a organizzazioni ed enti interessati, per governare il fenomeno. Vogliamo partire dal lavoro e da una sorta di ‘White list’ nella quale inserire le aziende e le cooperative operano in modo corretto. Non vogliamo limitarci a sottolineare le cose che non vanno bene, ma vogliamo essere propositivi”.

Che l’arrivo della logistica, in questi termini, abbia stravolto il panorama lavorativo bergamasco è ormai un dato di fatto: “Non volevamo limitarci a una riflessione complessiva su temi strettamente sindacali, ma dare uno sguardo più ampio riguardo le condizioni di vita quotidiane delle persone che abitano quei territori – aggiunge Toscano -. Serve un pensiero sistemico sulle infrastrutture e riteniamo necessario immaginare nuove reti di mobilità dolce, una rinnovata rete di trasporto pubblico, un potenziamento del servizio sanitario del pronto soccorso di Romano di Lombardia. Ragionamenti che a nostro avviso si inseriscono alla perfezione e in modo trasversale nello spirito del Primo Maggio. Il nostro documento si conclude con la proposta di costituire un comitato provinciale che prenda in mano le redini di questo fenomeno: un appello affinché venga attivato un coordinamento di tutti gli attori in campo, ognuno per le rispettive competenze”.

I risvolti sociali, al momento, sono quelli che destano maggiore preoccupazione: “L’area della Bassa va senza dubbio rivitalizzata – ribadisce Papaianni -. Non possiamo farlo da soli, ma serve unità di intenti tra enti locali, a partire dal livello comunale fino alla Provincia e alla Regione, tutti da coinvolgere in modo sinergico. Serve un potenziamento a tutto tondo, anche dal lato abitativo: vanno valorizzate competenze, professionalità e culture diverse che già abitano una zona dove sta nascendo un nuovo tipo di società. Anche le aziende che si stanno insediando devono comprendere le ricadute sociali della loro presenza”.

L’occasione del Primo Maggio, ovviamente, non prescinde dai temi che vanno oltre il manifesto e sui quali i sindacati si battono ogni giorno: salute e sicurezza, lavoro stabile, salari e potere d’acquisto, cuneo fiscale, una riforma previdenziale strutturale.

Ma a livello territoriale Cgil, Cisl e Uil hanno ritenuto fondamentale il focus sulla logistica, “che sta cambiando realmente l’assetto della nostra provincia, in modo importante – ha sottolineato ancora Corna -. Quella del commercio online è una tendenza destinata a consolidarsi, inserita all’interno di un meccanismo di trasporto delle merci sempre più globalizzato. Governare il fenomeno per noi significa utilizzare solo il suolo necessario, riutilizzando prima le tante aree dismesse, una riqualificazione professionale dei lavoratori, un’implementazione del trasporto su ferro, una politica di sostegno a livello ambientale. In questo processo non possiamo lasciare da soli i Comuni nella contrattazione con questi colossi internazionali, perché la differenza di potere tra le parti è troppo ampia”.

Il tema, secondo stime, in provincia riguarda circa 10.000 persone ed è ormai chiaro che non si tratti di una bolla destinata a scoppiare, quanto invece un fenomeno pronto a strutturarsi in modo importante e che sta cambiando il tessuto produttivo del territorio, aprendo anche tante opportunità.

In chiusura, infine, una nota di disappunto del segretario della Cgil di Bergamo Marco Toscano: “Pare che il Primo Maggio ci sarà il consiglio dei ministri nel quale passerà il decreto che disciplina il contratto a termine, allargandone le maglie. Noi invece richiamiamo il tema della stabilità del lavoro e trovo stridente il fatto che questo governo proprio nella festa dei lavoratori, vari un decreto lavoro che di fatto andrà, dal mio punto di vista, ad aumentare il precariato delle persone. Altri governi d’Europa stanno incentivando il lavoro stabile, mentre il nostro sembra andare in direzione opposta”.

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