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25 aprile

“L’antifascismo non è soggetto ad autorizzazione”: contestato il sindaco di Seriate video

Una protesta, quella di Antifa Seriat, che nasce dopo la decisione del Primo cittadino di negare alla sezione Anpi di Seriate di svolgere il proprio discorso

Seriate. “Il 25 aprile è una festa, civile, di tutti gli italiani, e non solo di una parte che la rivendica come propria e rivendica di insegnarci la storia…”. Con queste parole il sindaco di Seriate Cristian Vezzoli (Lega) ha commentato i festeggiamenti per la Giornata della Liberazione.

Il 25 aprile è di tutti, ma non dell’Anpi verrebbe da dire. Perché, almeno a Seriate, l’associazione dei Partigiani ha deciso di non prendere parte alla celebrazione organizzata dall’amministrazione comunale. Una scelta nata in segno di protesta nei confronti proprio del sindaco Vezzoli che nei giorni precedenti aveva negato alla sezione del paese di tenere il proprio abituale discorso in occasione della ricorrenza. “Anpi Seriate spesso distorce la storia – ha dichiarato Vezzoli alla stampa nel corso della mattinata -. Hanno la loro versione estremamente di parte e quando hanno avuto occasione di parlare pubblicamente in passato hanno raccontato versioni dei fatti lontane da quelle nei libri di storia, ricevendo un giudizio negativo da parte delle altre associazioni del paese”.

Una decisione, quella di non concedere la parola all’Anpi, criticata non solo dai Partigiani stessi ma anche da una fetta di seriatesi. E così un gruppo di almeno 30 persone ha atteso il passaggio del corteo, guidato dal sindaco Vezzoli, per esprimere il proprio dissenso. Si tratta dei manifestanti di Antifa Seriat, che intorno alle 11:15 all’altezza della chiesa si sono uniti alla sfilata e hanno accompagnato i presenti, diretti verso il Monumento ai Caduti, con canti e con uno striscione su cui campeggiava la scritta “L’antifascismo non è soggetto ad autorizzazione”. Una protesta pacata, senza disordini, ma che ha gridato l’insoddisfazione nei confronti della posizione del sindaco.

“Continuare a voler ricordare sempre gli stessi fatti e le stesse persone vuol dire dimenticare altri fatti e altre persone” sostiene Vezzoli, che durante il suo discorso istituzionale ha voluto invece ricordare gli Imi, gli internati militari italiani: “Gli Imi erano soldati che hanno combattuto e che, per non aver prestato giuramento a Hitler, sono stati internati. A Seriate ce n’erano 300. Ricordiamoci anche di questa storia, di queste pagine che rischiano di essere dimenticate per ricordarne sempre altre. Gli Imi erano soldati come tutti gli altri che hanno combattuto per la libertà”.

Il circolo Anpi di Seriate ha festeggiato il 25 aprile con una piccola cerimonia alle 8 di fronte al Monumento e all’interno del Cimitero – dove è stata deposta una corona di fiori in ricordo dei combattenti che hanno perso la vita – per poi spostarsi a Bergamo unendosi alla celebrazione cittadina. Un centinaio di persone si è dato appuntamento a Seriate per cantare Bella Ciao, l’inno che, come ribadisce la presidente della sezione Anpi Vittoria Battaglia, “a livello internazionale è riconosciuto da anni come un canto di lotta e liberazione, nonché un canto d’amore”.

Battaglia ha voluto ricordare l’importanza della testimonianza dei Partigiani nel giorno del 25 aprile. “La nostra sezione è intitolata al comandante Fortunato Fasana, era un partigiano cattolico, non era un comunista ma il presidente delle Acli provinciali. Che ci siano preconcetti nei confronti dell’Anpi, che si dica che siamo di parte e che non siamo titolati a parlare il 25 aprile ci ferisce e ci umilia. Non è una sorpresa per noi, succede dal 2019 qui a Seriate, ma quest’anno non abbiamo tollerato che non si potesse parlare del fatto d’arme. Non ci riconosciamo in un’istituzione che nega la parola all’Anpi”.

Ai nostri microfoni la presidente di sezione ha evidenziato la deriva divisiva che negli ultimi anni la politica sta generando attorno alla Festa della Liberazione: “Dispiace che le destre non abbiano ancora fatto pace con il passato. Immaginiamo quanto dev’essere dura per loro ogni mattina svegliarsi e fingere di essere democratici e tolleranti, nei confronti degli immigrati e del mondo arcobaleno, quando poi nei loro circoli, nel loro privato e negli enti pubblici fanno esattamente il contrario promuovendo leggi restrittive. Perché non devono fare i conti con il passato? Anche la destra si dovrebbe dichiarare antifascista, e non davanti a una telecamera, ma con i fatti”.

Tra i presenti anche Mauro Magistrati, presidente provinciale dell’Anpi: “Se siamo qua oggi è anche per respingere al mittente le accuse che ci vengono rivolte e per respingere questo processo in atto, da un lato, di screditare, demonizzare e silenziare la storia della Resistenza e dall’altro di riabilitare il fascismo. È un processo che è in atto da molti anni e che negli ultimi mesi vede nelle più alte cariche dello Stato la loro maggiore sponda. Un processo che serve a un obiettivo solo: scardinare la Costituzione italiana”.

Oltre al discorso del sindaco, la cerimonia istituzionale ha visto anche la partecipazione del consigliere provinciale Damiano Amaglio. In qualità di delegato del Presidente Gandolfi, Amaglio ha portato il proprio messaggio: “Non possiamo essere felici se qualcuno oggi non c’è, se qui oggi manca chi si considera erede dei vincitori e chi si considera erede dei vinti. Noi però ci siamo e non dobbiamo esimerci dal dire che la nostra Costituzione è antifascista, è un fatto storico indiscutibile, e la libertà che quella Costituzione ha prodotto è tale che oggi può esserci qualcuno a negarlo.
Ma la libertà è qualcosa che si costruisce ogni giorno, un eterno inseguimento fatto di privazione e attesa, lotta e riconquista. La desideriamo, combattiamo per lei, ma quando l’abbiamo la calpestiamo e la sviliamo”.

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