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Il consiglio

Il presidente di Aspan: “Manca manodopera nei forni? Prendete gli stagisti e formateli”

Massimo Ferrandi denuncia una certa riluttanza dei fornai ad accogliere ragazzi in formazione: "Basta dedicar loro un po' di tempo per insegnare il mestiere, poi possono restare in azienda e sopperire alla carenza di personale"

Bergamo. Diversi panettieri della provincia denunciano mancanza di personale. Cercano nuovi dipendenti ma non trovano nessuno disposto a lavorare, a svegliarsi di notte per le infornare pane, focacce, pizze, brioches.

Un fenomeno che Massimo Ferrandi, presidente dell’Aspan, l’associazione dei panificatori bergamaschi, conosce bene. Ma una soluzione c’è, secondo lui: “Basta accogliere gli stagisti delle nostre sette scuole sparse su tutto il territorio. Purtroppo ho riscontrato una certa riluttanza da parte dei nostri associati in questo senso. Credo che così facendo perdano una grande opportunità. Certo, inizialmente ci si deve dedicare un po’ per formare questi giovani, però ne vale la pena. Perché così si possono insegnare loro le proprie metodologie di lavoro, si possono istruire in base alle proprie esigenze”.

Inoltre, se un ragazzo decide di intraprendere un percorso di studio professionale per diventare panettiere o pasticcere, significa che è ben conscio del tipo di lavoro che andrà a svolgere, dei sacrifici che un impiego del genere comporta. Il lavoro notturno e la fatica che richiede prestare la propria opera in un forno, spesso scoraggiano le persone in cerca di un’occupazione.

“Il personale formato chiede uno stipendio adeguato alle competenze, che spesso è insostenibile per le piccole attività. Proprio martedì 18 aprile ho avuto un incontro con i sindacati: nella Bergamasca siamo in circa 400 aziende del settore e almeno la metà è alla ricerca di manodopera. Dal 2020 ad oggi, complici la pandemia e i rincari energetici, una trentina di aziende hanno abbassato la saracinesca”, continua Ferrandi.

Non c’è ricambio generazionale e, sempre secondo il presidente di Aspan, “manca una programmazione. Ed è un peccato, perché ci sono tanti ragazzi volenterosi che vorrebbero fare questo lavoro, ma quando chiedono la disponibilità per fare uno stage la maggior parte risponde loro picche. Così finiscono per andare a lavorare nei reparti panetteria dei supermercati, nei bistrò, nei bar. Approdano in quelle realtà come stagisti e poi, una volta terminata la scuola, vengono assunti. Più di 90 ragazzi escono dalle classi quarte ogni anno, diplomati, e la maggior parte di loro sono già promessi alle aziende che li hanno coltivati come stagisti negli anni precedenti. Questo sistema è buono, funziona, invito pertanto i miei colleghi a conoscerlo e sfruttarlo”.

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