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Il confronto

Pnrr e fondi regionali, pioggia di opportunità per le imprese: “Ma troppi rischi senza un prezzario fedele”

Ance Bergamo ha promosso un incontro tra le principali stazioni appaltanti della provincia e una trentina di imprese associate, per presentare i relativi piani pluriennali delle opere pubbliche. Sembra piacere, anche se con alcune riserve, il codice degli appalti

Bergamo. Un incontro faccia a faccia, ospitato da Ance Bergamo, tra le principali stazioni appaltanti, dalla Regione alla Provincia, dal Comune di Bergamo all’Università fino a Uniacque, e una trentina di imprese edili bergamasche: l’occasione era quella di presentare i piani pluriennali delle opere pubbliche in provincia di Bergamo ma, con la concretezza tipica del nostro territorio, si è finiti quasi sempre a confrontarsi sulle difficoltà comuni del settore, sul nuovo codice degli appalti, sulla mancanza di un prezzario regionale fedele alla situazione attuale del mercato e sulla scarsa partecipazione che si registra ultimamente alle gare pubbliche.

Pnrr e Piano Lombardia hanno attivato un circolo virtuoso di investimenti che sul territorio bergamasco si è tradotto nella realizzazione di opere importanti e attese da tempo, ma anche di piccoli interventi manutentivi o di efficientamento energetico degli edifici pubblici: un fermento che si percepisce chiaramente negli ambienti edili, dove tuttavia permangono delle evidenti criticità che Ance in prima linea sta cercando di risolvere sollecitando le istituzioni competenti, a ogni livello.

“Il periodo per le nostre imprese e per il nostre settore in generale è molto interessante – confessa Vanessa Pesenti, presidente di Ance Bergamo – Se da un lato siamo contenti della recente pubblicazione del codice degli appalti, pur con dei limiti che andremo ad affrontare, dall’altro il problema maggiore che torniamo a evidenziare è quello del mancato adeguamento dei prezzari che sta mettendo in grossa difficoltà le aziende nelle gare pubbliche recenti. Per noi è fondamentale che si intervenga al più presto, almeno per allineare le voci più importanti: le nostre imprese sono serie, affidabili e rispettano le regole del mercato e i contratti, ci sembra corretto che possano lavorare con prezzi che siano per loro remunerativi”.

Una discrepanza, quella nei prezzari, che, come anticipato dalla numero uno dell’associazione dei costruttori bergamaschi, ha avuto dirette ripercussioni sulla partecipazione alle gare pubbliche: in Lombardia sono diverse quelle andate deserte, mentre quasi la totalità deve fare i conti con pochissime offerte.

A fare eccezione, ma non poteva essere altrimenti data la portata e l’importanza dell’intervento, c’è quella lanciata per la realizzazione del collegamento ferroviario tra la città di Bergamo e l’aeroporto di Orio al Serio, dove sono pervenute 8 offerte.

“Comunque poche – ha sottolineato Marco Mazzoleni, delegato di Ance Bergamo alle Opere pubbliche – Il dato che emerge è che non c’è una vera concorrenza e un vero mercato. Le nostre imprese devono conoscere la grande mole di lavoro che si prospetta all’orizzonte, ma certi aspetti vanno chiariti. I problemi maggiori sono le tempistiche degli appalti, prezzi non ancora calmierati pur essendo in discesa e le metodologie di entrata in vigore del nuovo codice degli appalti”.

Codice che, però, in fin dei conti sembra soddisfare le parti in causa. Ad esprimere parere positivo, durante l’incontro, anche l’assessore regionale alle Infrastrutture e Opere Pubbliche Claudia Terzi, l’assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Bergamo, Marco Brembilla, e il presidente della Provincia Pasquale Gandolfi: “Condivido le preoccupazioni sull’entrata in vigore, ma si tratta di semplificare e di evitare l’imbrigliamento – evidenzia il numero uno di via Tasso -. Quando sarà in funzione ci permetterà di mantenere la stessa trasparenza, con meno laccioli e iter più spediti. Ovvio che se qualcuno sarà inadempiente, poi, dovrà essere perseguito. Dobbiamo continuare a vigilare e lavorare per contrastare infiltrazioni e noi, per questo, abbiamo siglato un accordo con la Guardia di Finanza di Bergamo che prevede comunicazioni tra le nostre banche dati. Dal canto nostro possiamo dire che l’80% circa dei lavori affidati da noi restano sul territorio, alle nostre imprese. Teniamo un albo dei fornitori sempre aggiornato, che i Comuni invece non hanno ed è un problema”.

Brembilla, invece, ripone la sua soddisfazione in un dato che rende bene l’idea di quanto e con che cura il Comune abbia lavorato al reperimento dei fondi del Pnrr: “Bergamo, con 210 milioni, è la prima città lombarda per risorse pro capite destinate al territorio, con una cifra tre volte superiore a quella di Milano”.

Tornando alla questione del prezzario, l’assessore Terzi prova a spiegare la situazione: “Siamo anche una delle poche Regioni ad approvarlo tutti gli anni a dicembre. Chiaro che in un mercato così fluido equivale a rischiare di arrivare a marzo con voci non così realistiche per alcuni interventi. Ci siamo però attivati con il Politecnico di Milano per costruirne uno nuovo, partendo da zero e non prendendo in prestito, come accade ora, quello del Comune di Milano. Stiamo lavorando alla costruzione delle singole voci, per meglio comprendere come si arriva al valore finale. Un percorso lungo, perché le voci sono migliaia, ma partiremo da quelle che al momento sono le meno realistiche per garantire almeno dei correttivi”.

Tirando le somme, Regione Lombardia con il Piano Lombardia ha messo sul piatto oltre 320 milioni per la provincia di Bergamo (che sostengono interventi per 800 milioni), la Provincia di Bergamo ha presentato un piano delle opere pubbliche per il 2023 che si aggira attorno ai 123 milioni e il Comune di Bergamo ha un piano triennale che vale 125 milioni, 81 dei quali relativi a quest’anno.

Altre opportunità arrivano anche da Università e Uniacque.

La prima, oltre al maxi progetto Montelungo, ha avviato anche altri interventi: “Tra riqualificazione dei tre edifici in via Statuto dove troveranno casa anche la sede dell’amministrazione e Giurisprudenza, la realizzazione della residenza con 280 posti letto e il centro sportivo abbiamo investimenti per 56 milioni – illustra Paolo Riva, delegato alla valorizzazione e gestione del patrimonio immobiliare Università di Bergamo – Il Pnrr è stato un’opportunità enorme, ma le tempistiche che impone non sono coerenti con i tempi tecnici. Il nuovo codice degli appalti va nella direzione di poterle rispettare meglio, ma non ci si può trovare a fare bandi con aggiudicazione e progetto definitivo in tre mesi. Questo è uno dei motivi della scarsa partecipazione ale gare. Tutta la filiera deve essere estremamente reattiva, per far fronte a lavori spesso complicati in un quadro normativo non tra i più lineari al mondo”.

La seconda, invece, ha previsto investimenti da qui al 2025 pari a 113.806.500 di euro, con importanti e concrete ricadute sul territorio: “Nel 2022 il valore delle forniture commissionate ha superato i 62 milioni di euro – spiega Pierangelo Bertocchi, amministratore delegato di Uniacque – Il 52% è stato destinato a imprese di Bergamo e provincia, un altro 27% a imprese lombarde. A questi aggiungiamo i numerosi subappalti affidati dal restante 21%, rappresentato da imprese fuori regione. Sempre lo scorso anno il 51% dei nostri fornitori è stato bergamasco. Sottolineo che, al netto dei finanziamenti esterni, tutte le risorse garantite da noi provengono dal re-investimento della tariffa dell’acqua. I prezzi? Noi nei nostri bandi di gara riconosciamo sempre l’adeguamento”.

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