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L'iniziativa

Da Leopoli a Bergamo, due opere della Galleria nazionale d’arte ucraina all’Accademia Carrara fotogallery

Due opere in prestito portano un messaggio di pace perché non dobbiamo lasciare entrare la guerra nel campo della cultura perché il ruolo di un museo è di essere parte della società, fare la propria parte. Dal 14 aprile al 4 giugno 2023 due angeli di Franciszek Oledzki in mostra, il messaggio di Edgar Morin, una raccolta fondi a favore di Cesvi e l’ingresso gratuito al museo per i cittadini ucraini, con visite guidate

Bergamo. La cosa fondamentale per me è che la cultura deve superare tutte le guerre fra nazioni. La peggior cosa delle guerre è la proibizione della cultura dell’altro. Questo uno dei pensieri di Edgar Morin, filosofo e sociologo francese centenario che, in un video realizzato da Accademia Carrara per LEOPOLI QUI La Cultura della Pace grazie a Mauro Ceruti, porta il suo messaggio verso la pace e la necessità di sostenere l’universalità della cultura, la verità che la cultura dà alla vita, l’importanza che tutto questo sia senza frontiere perché ogni cultura nazionale ha un valore universale per tutti i popoli, per tutto il mondo Edgar Morin è nato a Parigi nel 1921 da una famiglia ebrea, di origini livornesi.

Da Leopoli a Bergamo, dalla Galleria Nazionale arte ucraina all’Accademia Carrara.
Due sono le opere in prestito, un ponte tra le due città nel tentativo di portare un messaggio di pace.
Accademia Carrara, con l’impegno a favore della pace, ha caldeggiato il prestito concesso da Galleria Nazionale d’Arte di Leopoli, che vede protagoniste due sculture lignee di Franciszek Oledzki (Leopoli, circa 1745 – 1792). Le sculture raffigurano due angeli, che oltre a essere significative testimonianze dello stile e della produzione dell’artista, raccontano la vicenda di due opere scampate alla distruzione della guerra. La conservazione del patrimonio storico-artistico durante i conflitti così come il valore universale e pacifico dell’arte e della cultura sono alla base di LEOPOLI QUI, un progetto con il patrocinio di Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, MUR Ministero dell’Università e della Ricerca, Ambasciata d’Italia Kiev, Ambasciata d’Ucraina nella Repubblica Italiana e Istituto Italiano di Cultura di Kiev. L’evento vuole essere un’occasione per ribadire il ruolo della cultura come strumento di conoscenza, di scambio, solidarietà e di cooperazione internazionale. La collaborazione tra i due musei ha preso avvio già nel 2022 quando Accademia Carrara ha dato un supporto concreto nelle operazioni di messa in sicurezza della collezione di Galleria Nazionale d’Arte, rese necessarie dallo scoppio del conflitto.

Accademia Carrara ha poi deciso di poter trasformare LEOPOLI QUI anche in azioni concrete, da una parte attraverso il sostegno con una raccolta fondi a favore dell’associazione bergamasca Cesvi, destinata ai tanti progetti di supporto alla popolazione ucraina, in particolare a Child Safe Space per l’aiuto psicosociale di adulti e bambini. L’invito alla donazione è libero e semplice: basterà inquadrare un QR code. Con il supporto di Caritas, Accademia Carrara conferma la sua vicinanza alla comunità ucraina presente nella nostra città e nel nostro paese. Anche grazie alla collaborazione con Assessorato Servizi Sociali Comune di Bergamo, Cooperativa Ruah e Associazione Zlaghoda, è offerto l’ingresso libero ai cittadini ucraini con visite guidate.

Ad aprire la presentazione dell’evento è il sindaco di Bergamo Giorgio Gori, che ricorda: “Noi bergamaschi abbiamo imparato cosa vuol dire avere bisogno, essere in difficoltà. Anche per questo sentivamo la necessità di aiutare chi in questo momento necessita di un supporto. Mi fa piacere dunque poter fare qualcosa in aiuto alla città e al popolo ucraino”.

Nadia Ghisalberti, Assessore alla Cultura, prosegue: “Fin quando ci siamo insediati abbiamo trattato il tema dell’arte in periodi di guerra, che ai tempi sembrava un tema ancorato al passato, che non avremmo mai più vissuto, purtroppo sbagliandoci. I beni culturali sono anche tutelati da una convenzione dell’Aja del 1954, un diritto che spesso dimenticata. Ospitare queste opere per noi è motivo di solidarietà tra musei, oltre che tra nazioni, e speriamo che questa iniziativa possa spingere anche altri musei d’Italia a fare altrettanto, per un gesto concreto di solidarietà, a tutela di quella che è parte dell’identità di un popolo che oggi si trova in difficoltà”.

A intervenire, tra gli altri, anche l’ucraino Taras Voznyak, direttore della Galleria Nazionale d’Arte di Leopoli: “In queste occasioni penso che non ci si debba limitare a discorsi ufficiali. È importante fermarsi e ragionare anche su quella che è la nostra vita oggi, su quello che sta vivendo in questi giorni il popolo ucraino. È difficile stimare le perdite che stiamo subendo, ma è importante cercare di difendere il nostro territorio e le nostre opere, espressione della nostra cultura”.

Alessandra Gallone, rappresentante del Ministero dell’università e ricerca, sul filo dell’emozione commenta: “Questa manifestazione è per noi un motivo di orgoglio. Bergamo è la prima città italiana che riesce a ottenere questo scambio culturale, anche per questo il messaggio di accoglienza e ospitalità oggi è particolarmente forte. La tutela della cultura è anche l’interesse per l’identità di un popolo, a cui vogliamo mandare un forte messaggio di speranza: non siete soli”.

Prende parola anche Maurizio Carrara, a ricordare che CESVI, l’associazione di cui è fondatore e presidente onorario, “da anni si è mobilitato nelle raccolte fondi; oltre ad essere stati tra i primi ad aiutare l’Ucraina lo scorso anno. Abbiamo destinando parte dei soldi a un centro d’aiuto per i bambini, cercando di farli vivere al meglio la propria quotidianità, oltre ad aver istituito i primi campi di accoglienza per persone che arrivavano dai confini di Polonia, Ungheria, Romania, mentre ora ci preoccupiamo di fornire un sostegno psicoterapeutico alle persone coinvolte nella guerra. Insomma, cerchiamo di aiutare le persone in difficoltà con attività di supporto, in una situazione purtroppo ancora lontana dal considerarsi risolta”.

“Volevamo far sentire la presenza di Bergamo, per un messaggio che fosse anche visivo in questa città, schierata per la Pace. Spero che questo dialogo possa essere l’inizio di una serie di scambi di solidarietà” conclude Maria Cristina Rodeschini, direttore dell’Accademia.

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