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Il caso

Bergamo, bimba con due mamme: il tribunale dice no e annulla il riconoscimento

Il sogno di due donne bergamasche si è infranto contro gli ostacoli di una legge ancora non ben definita

Bergamo. Il sogno di due donne bergamasche di essere madri di una bimba si è infranto contro gli ostacoli di una legge ancora non ben definita. Nei giorni scorsi (giovedì 6 aprile) il tribunale di Bergamo ha accolto il ricorso della procura e ha annullato il riconoscimento del doppio genitore femminile di una bambina.

La vicenda ha inizio una decina di anni fa quando le allora ragazze, residenti in provincia ma delle quali per privacy non sveliamo ulteriori dettagli, iniziano a frequentarsi. Il sentimento cresce fino a quando le due, che ora hanno 39 e 35 anni, decidono di andare a convivere. Nel 2020 si uniscono civilmente. Il tempo passa e dentro di loro matura la voglia di maternità. Un passo non semplice, vista la situazione.

Siamo nel 2021. Si recano così insieme in Spagna, a Madrid, dove una di loro si sottopone alla fecondazione assistita che lì, a differenza dell’Italia, è legale anche per coppie dello stesso sesso.

Il 20 giugno dell’anno seguente è il giorno più bello: all’ospedale Papa Giovanni di Bergamo viene alla luce la loro piccola. Sul certificato di nascita che viene redatto in Comune le due donne si registrano entrambe come genitori.

Da lì, data la complessità dell’argomento e il fatto che in Italia non esista ancora una legge specifica a riguardo, l’atto viene trasmesso alla procura per una valutazione del caso.

La procura riceve il documento e, considerate diverse pronunce della Corte di Cassazione che non riconoscono il doppio genitore dello stesso sesso, a ottobre dello scorso anno presenta opposizione in tribunale.

Si arriva così al 6 aprile con il tribunale di Bergamo che, a differenza di quanto stabilito per un caso simile tre anni fa, si adegua alla Cassazione e annulla il riconoscimento.

A questo punto alle due donne, che hanno scelto di non proseguire in appello – sia per l’esito incerto della controversia, sia per preservare la piccola – non resta che la strada dell’adozione per la madre non biologica.

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