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L'addio

L’ultimo abbraccio di San Pellegrino al “campione gentiluomo” Dario Acquaroli fotogallery

Folla fuori e dentro la parrocchiale del paese per i funerali del 48enne, morto per un malore il giorno di Pasqua mentre percorreva in bici il sentiero di Cespedosio

San Pellegrino Terme. “Grande Dario”, questo l’ultimo saluto, accorato e urlato sul sagrato della chiesa, davanti a una folla di parenti, amici e compagni di squadra commossi, stretti nel suo ricordo. E mentre don Gianluca Bresciani, parroco di San Pellegrino, e don Marco Milesi, originario del paese della valle, benedicevano la salma del 48enne ex campione del mondo di mountain bike tragicamente scomparso nel giorno di Pasqua, stroncato  da un malore mentre saliva in bicicletta a trovare la sua famiglia, con cui avrebbe trascorso la festività, questo grido, un misto tra angoscia e amore, invade tutta la scalinata che porta alla chiesa, preceduto un bacio, da una carezza e da pianti a singhiozzo davanti alla bara di legno chiara coperta di fiori di primavera.

Corone, molte, quelle lasciate davanti all’ingresso della chiesa, e la sua fotografia appoggiata sul feretro, in una chiesa, la parrocchiale appunto di San Pellegrino, che l’ha voluto salutare per l’ultima volta. Tanti i volti conosciuti, del mondo del ciclismo, oltre alla sorella Loredana con il marito Giacomo e il figlio Davide, alla compagna Maddalena, che hanno voluto esserci mercoledì mattina per salutare il loro amato Dario.

Roberto Cattaneo, suo diesse, Bruno Zanchi leggenda, tra gli ex professionisti Ennio e Alessandro Vanotti, Wladimir Belli , Riccardo Ferrari, Ermanno Brignoli. E poi ancora Ivan Gotti e Oscar Lazzaroni; Mario Manzoni, Gianluca Valoti, i dirigenti di Vittoria Italia e Merida Italy , Danilo Viganò, amministratore delegato di Garmin Italia, Guido Camozzi e la famiglia Scott.

Davanti all’altare, ancora parato per il triduo pasquale, tulipani gialli e bianchi: fiori delicati, come era lui, Dario, che tutti ricordano come un “campione gentiluomo”, una persona perbene, un compagno vero, nella vita e nello sport. Lui che sapeva fare gruppo, fare squadra, lui che aveva una parola buona per tutti. Lui che, come ha ricordato don Bresciani, “amava la sua bicicletta, i suoi monti e le sue strade, tanto da aver perso la vita proprio lì, sui quei sentieri che conosceva a tal punto da poterli fare a occhi chiusi. Lui che aveva fatto delle due ruote la sua ragione di vita, e che, andandotene, hai lasciato un vuoto incolmabile”.

Un’omelia toccante e bellissima, semplice ma ricca di significato. Sembrava di vederlo, in sella, non perdere il sorriso nonostante le smorfie di sofferenza. Del resto il ciclismo è così, è sudore e fatica. Ma Dario sembrava non sentirla, perché a muoverlo, a spingerlo, era una sana e folle passione: “te ne sei andato in una bella giornata di sole, in una mattinata in cui stavi facendo quello che ti piaceva davvero, quello che rappresentava il senso della tua vita. Siamo fatti di passioni, dice Dio. E questa era certamente la tua. Sei salito e sceso dalle strade più impervie della vita e lo hai fatto grazie ad un’energia e ad una adrenalina che ti hanno sempre contraddistinto, raggiungendo mete e traguardi che, da piccolo, sognavi. Quante conquiste hai fatto, Dario”.

“Tutta la tua vita è stata una corsa e tu hai sempre avuto la fortuna di sapere dove volevi andare. Non sei mai riuscito a stare fermo, andavi sempre incontro a qualcuno o a qualcosa. E quello che ci lasci, il tuo insegnamento più grande, è quello di prendere esempio da te. Spingici e spronaci a correre, Dario. Esattamente come eri capace di fare tu”.

Toccante il ricordo di un dirigente della Bianchi, la squadra della quale Acquaroli aveva fatto parte: “Lo spirito di gruppo ha prevalso anche oggi, siamo ancora tutti insieme come volevi tu. Non so da dove ci guardi ma so che ci stai guardando. Grazie a te ho vissuto gli anni più belli della mia vita. L’unica consolazione che resta è che te ne sei andato mentre facevi ciò che amavi, in sella alla tua mountain bike sui sentieri di casa. Salutaci tutti i ciclisti che incontrerai pedalando in paradiso e ora goditi questo ultimo applauso”.

Il feretro è stato benedetto e accompagnato fuori dalla chiesa tra uno scrosciante applauso delle circa 400 persone arrivate in chiesa per dare l’ultimo saluto al campione.

Ad attenderlo sul sagrato un gruppo di ciclisti che hanno voluto attendere l’uscita del feretro dalla chiesa per dare a Dario un ultimo saluto, tutti in sella alle loro due ruote.

 

 

Generico aprile 2023
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