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L'allarme

Pnrr, i sindaci della Valbrembana: “Impossibile anticipare i soldi per le opere, rischio tracollo”

La lettera di una ventina di amministratori al ministro dell'Economia Giorgetti: "Le regole vanno cambiate"

Non bastavano lo spopolamento, la siccità e i danni del bostrico, il piccolo coleottero che sta devastando i boschi della Valle Brembana. Anche i finanziamenti del Pnrr, che dovrebbero essere una risorsa, possono trasformarsi in un problema.

Una ventina di sindaci del territorio lo hanno fatto presente in una lettera inviata al ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, pubblicata in anteprima venerdì dal Fatto Quotidiano, che ha dedicato un approfondimento ai piccoli Comuni del Nord in difficoltà. In pratica, chiedono che le regole vengano modificate. Il motivo? I contributi del Piano non stanno arrivando, gli amministratori sono costretti dallo Stato ad anticipare soldi che non hanno. Con il rischio, a fine anno, di non poter chiudere i bilanci.

“I finanziamenti del Pnrr per le opere pubbliche nei vari settori dei nostri piccoli Comuni montani – scrivono i sindaci – hanno assorbito in buona parte gli ‘storici’ contributi Ministeriali, che prevedevano modalità di erogazione compatibili con la fragile situazione finanziaria dei Comuni di minore dimensione demografica. La nuova modalità di erogazione dei fondi Pnrr – a saldo dei lavori eseguiti – sembra invece prevedere che ogni comune, prima di ricevere il saldo di tali finanziamenti, debba procedere al pagamento anticipato alle imprese esecutrici dei lavori”.

A partire dal 2022, molti Comuni hanno realizzato e stanno realizzando opere di protezione dei territori dai rischi incombenti sui centri abitati e sulle infrastrutture. “Come paravalanghe, caduta massi, argini fluviali e di vallecole, che presentano quadri economici molto importanti e che vanno spesso dal mezzo milione al milione di euro. La necessità di anticipare cifre così ingenti per tutti i nostri piccoli Comuni, rende di fatto impossibile onorare i pagamenti in favore delle imprese appaltatrici. Basti pensare che per la maggioranza dei nostri Comuni, gli unici fondi disponibili – oltre ai piccoli avanzi di amministrazione – sono le anticipazioni di tesoreria che per i più piccoli Comuni, sono dell’ordine di poco più di 100 mila euro”.

In questa situazione molte imprese, non ricevendo il pagamento delle opere effettuate nei termini contrattuali a seguito dei lavori, vanno in difficoltà finanziaria. Non sono in grado di erogare un regolare salario ai loro dipendenti e alcune si vedono costrette ad avviare vertenze contro i Comuni inadempienti. A Isola di Fondra, per esempio, i soldi per finire i lavori del paravalanghe previsti nel Pnrr arriveranno solo quando l’ammnisistrazione avrà pagato l’impresa esecutrice. Soldi che il Comune, però, non riesce ad anticipare. L’impresa ha così fatto causa e il tribunale le ha dato ragione.

“Se questa modalità di erogazione dei fondi Pnrr fosse stata evidenziata prima dell’avvio delle opere, a partire dal 2020, la gran parte dei nostri piccoli Comuni avrebbe dovuto irrimediabilmente rinunciare alla richiesta di finanziamento e all’esecuzione di molte opere, comprese quelle di ripristino delle condizioni di sicurezza dei centri abitati e della viabilità primaria e secondaria, che per i nostri piccoli Comuni montani sono indispensabili per garantire adeguata sicurezza alla popolazione locale e ai turisti che frequentano le nostre montagne – proseguono i sindaci -. Chiediamo che questa modalità di erogazione dei fondi venga modificata e che siano ripristinate modalità di erogazione compatibili con le capacità finanziarie degli enti attuatori: erogazione dell’anticipo del 20-30% prima dell’inizio lavori, erogazione del 60/70% a seguito della comunicazione dell’avvio dei lavori e il restante saldo alla presentazione della certificazione di regolare esecuzione delle opere”.

I primi cittadini segnalano che per ottenere i finanziamenti, occorre presentare documentazioni sempre più complesse e rispettare scadenze e procedure sempre più impellenti. Anche questo non facilita la vita a Comuni con personale spesso ridotto al minimo. “Siamo certi che vorrete riservare le dovute attenzioni alle criticità segnalate, poiché la mancata assunzione di idonee misure comporterà inevitabilmente il tracollo finanziario e gestionale di molte piccole amministrazioni Comunali, ottenendo esattamente l’effetto contrario a quello auspicato con gli ingenti fondi messi a disposizione dal Pnrr”, conclude la lettera inviata al ministro.
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