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La denuncia

“Io, schiacciata tra Inps e Cisl: sono senza pensione e risparmi”

Domenica Pelleriti, assistita dall'avvocato Roberto Trussardi, il 20 giugno si presenterà alla prima udienza contro il sindacato, al tribunale del Lavoro di Milano

“È importante mettere a disposizione dell’opinione pubblica la condizione in cui mi trovo. Non la auguro a nessuno: di colpo l’Inps mi ha portato via la pensione e cioè che avevo sul conto corrente, oltre a chiedermi di pagare un indebito”. Così la signora Domenica Pelleriti, 63 anni, inizia a raccontare la situazione che sta vivendo, specificando di sentirsi “schiacciata dall’Inps e dalla Cisl”, dove ha lavorato per circa 26 anni.

Illustrando la vicenda, l’avvocato Roberto Trussardi, che la sta assistendo, spiega: “La signora Pelleriti ha prestato attività lavorativa a favore della Cisl: per circa sei anni ha lavorato alla Cisl Milano, per l’esattezza alla Femca – Federazione Energia, Moda, Chimica e Affini Cisl di Milano, e poi per una ventina d’anni alla Cisl di Bergamo. Per quest’ultima, prima è stata alla Cisl Femca e poi nella Cisl – unione sindacale territoriale – dove ha acquisito anche un ruolo di rilievo perché era stata eletta nella segreteria del sindacato. Il rapporto con Cisl Bergamo si è interrotto il 14 aprile 2017 ed era cominciato il 1° gennaio 1997. Nel 2020 va in pensione: ha avuto i requisiti unendo questi lavori e l’attività lavorativa svolta in altre realtà prima e dopo queste esperienze. La pensione le viene regolarmente riconosciuta dall’Inps. Preciso che la signora Pelleriti era un distaccato sindacale: la sua contribuzione era figurativa, cioè i contributi per i sindacalisti, per le organizzazioni sindacali, non vengono versati dal datore di lavoro distaccante e nemmeno dal distaccatario, cioè dal sindacato, ma vengono riconosciuti automaticamente dall’Inps come contributi figurativi”.

“La signora Pelleriti – prosegue l’avvocato Trussardi – riceveva una pensione di circa 1.800 euro netti mensili e ha degli impegni economici perché ha un mutuo su una casa che aveva acquistato a Gessate, in provincia di Milano. Tutto sembrava andare in modo regolare, senza particolari problematiche, poi è spuntata un’inchiesta della Procura della Repubblica di Milano, con il pm Paolo Storari, al quale giungono denunce o esposti con cui si dice che i rapporti di lavoro di alcuni dei sindacalisti con le rispettive società di appartenenza – nel caso della signora Pelleriti si chiamava Serist Spa – sono fittizi. Questi sindacalisti non hanno mai lavorato presso queste società e immediatamente dopo l’assunzione sono stati mandati a lavorare per Cisl, ossia sono stati distaccati per Cisl. Il pm chiede al giudice per le indagini preliminari un decreto di sequestro e vengono sequestrati alla Cisl importi anche abbastanza ingenti, nell’ordine di circa 500mila euro. Il problema è che, dopo un’indagine dell’ispettorato del lavoro, nel 2022 alla signora Pelleriti giunge una comunicazione in cui l’Inps le dice che dai riscontri consegnati dall’ispettorato del lavoro risulta che il suo rapporto di lavoro con Serist Spa era fittizio, quindi le revocano la pensione. È un fulmine a ciel sereno: di punto in bianco si è trovata senza alcuna disponibilità economica con una pensione revocata nonostante i suoi tanti anni di lavoro presso Cisl e altre società. È cominciato il disastro: non ha più mezzi di sussistenza, se non ci fossero parenti e amici che l’aiutano non saprebbe come fare, ha dovuto sospendere il mutuo che aveva in banca e le somme che aveva sul conto corrente – 3.300 euro circa – sono state richiamate dall’Inps, perché una convenzione tra questo ente e le banche lo permette. Le hanno anche svuotato il conto corrente che aveva: da un giorno all’altro si è trovata totalmente priva di qualsiasi mezzo economico. A questo punto la signora Pelleriti si è rivolta alla Cisl per riferire cosa le stava succedendo e chiedere come si sarebbe potuto rimediare, ma sono rimasti inerti. Non ha costituito una rendita – prevista da una legge del 1962 attraverso la quale in casi come questo è possibile costituire una rendita al lavoratore privo di contribuzione -, non ha risarcito alcun danno e non ha nemmeno dato un minimo aiuto economico alla signora Pelleriti per la quotidianità. C’è un problema di fondo che riguarda il sindacato: non stiamo parlando di un datore di lavoro qualsiasi con il pelo sullo stomaco che non versa i contributi, ma di un’organizzazione sindacale che, in quanto tale, dovrebbe avere a cuore il destino di tutti i lavoratori, a maggior ragione di quelli che hanno lavorato per l’organizzazione sindacale”.

La vita di Domenica Pelleriti è drasticamente cambiata: “Mia mamma ha novant’anni – annota – e una pensione bassa ma mi sta aiutando facendomi mangiare da lei altrimenti sarei alla Caritas. I familiari e gli amici mi stanno dando una mano fondamentale e non saprei come fare senza di loro. Credo che sia una situazione profondamente ingiusta perché il soggetto da punire non sono io. Ho lavorato e ho acquisito un diritto attraverso il mio lavoro. Se c’è un illecito non l’ho commesso io: il percorso giudiziario farà il suo corso e le persone dovranno rispondere delle proprie responsabilità, ma non devo pagare io. Mi sono guadagnata la pensione lavorando e il territorio di Bergamo mi ha conosciuto benissimo: per dieci anni ho svolto la mia attività lavorativa nella categoria dei tessili e per dieci anni alla confederazione mi sono occupata degli ultimi, degli stranieri, del carcere e dei soggetti fragili a cui mi aggiungo anch’io oggi. Sono stata violata nei diritti e nella dignità: questa è una cosa che forse oggi non fa più notizia perché riguarda l’essere umano e forse oggi sono più interessanti i gossip e gli scoop. Io non voglio fare né gossip né scoop: voglio dire che ho lavorato e sono stata violata perché mi è stato portato via un diritto acquisito. Mi sento schiacciata tra i poteri forti: la Cisl, l’Inps e chi mi ha garantito che come parte lesa non avrei dovuto rispondere di nulla. Probabilmente quando i poteri forti si muovono con la loro mole in mezzo alla loro burocrazia non si accorgono che stanno schiacciando chi non c’entra nulla. Dopo un mio contatto la Cisl Lombardia, con il suo patronato, il sindacato regionale ha avuto diversi incontri con l’Inps che non ha modificato la sua posizione. La Cisl regionale si è preoccupata anche di verificare se c’era modo anche di togliere un indebito di 62mila euro, perché non solo ho perso la pensione ma l’Inps mi chiede la restituzione della pensione di due anni e otto mesi. Con l’avvocato ho fatto ricorso a questa richiesta ed è stato respinto”.

“In un primo momento – prosegue la signora Pelleriti – la Cisl Bergamo ha detto che avrebbe pagato a condizione che mi accollassi l’indebito nei confronti dell’Inps al quale abbiamo detto di no, mentre in un secondo momento mi ha risposto che è stato meglio che non abbia firmato perché sarebbe costato troppo. Ne fa una questione di soldi, non di diritto violato per una sua dipendente che si è spesa con grande passione. E mi spenderei ancora con la stessa dedizione, perché per me era una vocazione. Non hanno speso una parola nei miei confronti e mi vergogno perché la Cisl dovrebbe essere altro. È un tradimento profondo della missione sindacale: se fossi la dipendente di un’altra azienda sarebbero andati su tutti i giornali”.

“La signora Pelleriti – osserva l’avvocato Trussardi – non è la sola a trovarsi in questa situazione, ma è l’unica a essere già in pensione, quindi ha avuto il danno più forte. A fronte di quanto accaduto, abbiamo avviato un’iniziativa giudiziaria verso Cisl e la prima udienza sarà il 20 giugno davanti al tribunale del lavoro di Milano. Inoltre, la signora Pelleriti si impegnerà a informare la popolazione e protesterà davanti alle sede Cisl”.

Domenica Pelleriti conclude: “Metterò in campo le azioni che farebbe una sindacalista davanti a un’azienda che si comporta in questo modo, perché vorrei che nessuno si trovasse nella mia situazione. L’Inps ha ragione a volere i suoi soldi ma non li deve portare via a me: li deve chiedere alla Cisl, che li ha sequestrati in via cautelativa. Perché l’inps non ha aspettato? Perché io che sono un singolo cittadino, parte lesa, sto pagando in prima persona? Vorrei far riflettere i soggetti che hanno il potere di decidere affinché possano muoversi tutelando chi non ha colpe”.

Sul caso, la Cisl di Bergamo commenta in modo sintetico: “Ribadiamo che la Cisl di Bergamo è stata interessata da una vicenda, nata anni prima in un altro territorio, a seguito del trasferimento della Signora Pelleriti a Bergamo. Siamo in attesa di verificare la dinamica procedurale della questione per poter dare un nostro contributo alla soluzione del problema”.

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