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Virus e ambiente

Aviaria, dopo il Garda avanza nel Veronese: “A Bergamo accertati 4 casi”

Riscontrati negli ultimi due mesi in tre esemplari di gabbiano e in un allocco. A monitorare la situazione il dipartimento veterinario di Ats

Bergamo. L’attenzione resta alta, anche in vista dell’avvio della stagione turistica sul lago. Ma almeno sul Garda, dove in poco più di un mese gli agenti della polizia provinciale hanno raccolto oltre 600 carcasse di gabbiani morti, il peggio sembra essere passato. L’influenza aviaria, però, continua a colpire gli allevamenti nel Veronese. Lo scorso weekend, il Centro di Referenza Nazionale ed Europeo, con sede all’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie di Legnaro (Padova), ha segnalato la scoperta di un nuovo focolaio di contagio a Vigasio, dove dovranno essere abbattute oltre 900mila galline ovaiole. Il 14 marzo, inoltre, erano stati rinvenuti una trentina di volatili morti nella zona Sassabanek di Iseo, sulla sponda bresciana del lago.

La provincia di Bergamo è dietro l’angolo. Sul nostro territorio, negli ultimi due mesi, sono stati accertati 4 casi per H5N1; riscontrati in tre esemplari di gabbiano comune e in un allocco, fanno sapere da Ats. Nel report, però, non viene specificato il luogo dove sono state rinvenute le carcasse. La motivazione è che gli uccelli, spostandosi in volo, potrebbero avere contratto la malattia altrove.

La situazione, ad ogni modo, appare sotto controllo. A monitorare gli allevamenti avicoli ad alta intensità è il dipartimento veterinario: “Al rilevamento di positività nell’avifauna selvatica viene rafforzata la sorveglianza negli allevamenti intensivi presenti all’interno di un raggio di 3 chilometri, intorno al luogo del ritrovamento del soggetto colpito dalla malattia – spiegano da Ats – con tamponi eseguiti ogni settimana per tre settimane consecutive”.

Al momento, non si osservano positività da virus dell’influenza aviaria negli esseri umani. Il rischio è considerato basso, ma non per questo bisogna sottovalutare la situazione.  “Per precauzione è fortemente raccomandato di evitare il contatto con uccelli selvatici trovati malati, moribondi o morti – chiariscono da Ats -. In questo caso, è necessario avvertire il Dipartimento Veterinario”, che provvederà al prelievo dell’animale e alla sua consegna all’Izsler, ovvero l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell’Emilia Romagna.

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