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Il giorno dopo la tragedia

Disastro di Ardesio, il parroco don Antonio: “Ci siamo trovati a ringraziare e non a piangere qualcuno. Questo è un miracolo”

Il paese si mobilita per ripulire strade e aiutare gli sfollati e gli isolati: volontari al lavoro dall'alba. Riaperta via Piemonte e a breve anche via Montesecco. Resta chiusa invece via Alpini

Ardesio. Sono passate poco più di ventiquattro ore dalla tragedia che ha investito la comunità di Ardesio e le drammatiche immagini del fiume di acqua e fango che ha invaso il paese sono ancora vivissime nella mente e negli occhi delle persone. L’apertura di una falla nel canale, ha causato danni ad abitazioni e strutture, ha scatenato la furia della natura, con oltre quindicimila metri cubi d’acqua e fango che si sono riversati sulle case, danneggiandole irreparabilmente.

Paura, terrore ma anche speranza per un disastro che si è trasformato, se si può dire, in un miracolo: nessun ferito, nessun disperso e nessun morto sotto le macerie. Solo due le persone attenzionate dagli operatori della Croce Blu di Gromo nell’immediatezza dei fatti. Certo, la rabbia, lo sdegno, il dolore e l’angoscia per chi, ora, si trova fuori dalla sua casa, sono sentimenti immensi, difficili da gestire. C’è chi è scappato sul terrazzo, chi sul solaio, chi ha preso per mano i suoi figli e chi, in pigiama, è uscito per strada cercando aiuto.

Il boato, lo scoppio, così è stato definito, suona ancora forte negli animi della gente e, probabilmente, il silenzio calerà solo dopo che le famiglie isolate non lo saranno più e chi al momento è ospite dei parenti e della parrocchia potrà nuovamente riaprire la porta di casa sua.

Nella serata di martedì la parrocchia ha organizzato un momento conviviale in oratorio, una cena da dividere insieme alle famiglie: “Cinque sono i nuclei familiari ospitati al momento dai parenti. Martedì sera (5 aprile) non abbiamo fatto nulla di particolare, ma volevamo trovare un modo per far sentire a queste persone che la comunità è loro vicino – racconta don Antonio Locatelli -. Un piatto di pasta e un po’ di salumi, ma, ripeto, l’intento era quello di far sentire meno soli i cittadini che non hanno potuto né cenare né dormire nelle loro case. Ci siamo trovati alle otto e mezza e abbiamo accolto una quarantina di persone. È stato un momento molto bello, di gratitudine e di restituzione”.

La preoccupazione e i disagi restano: “È stata resa agibile solo via Piemonte, mentre via Alpini ancora no, e su via Montesecco sono adesso al lavoro i volontari, impegnati da stamattina presto, ai quali so che la Protezione Civile ha preparato anche dei panini per il pranzo. La comunità si è stretta attorno al dolore e ha reagito con l’aiuto.

La situazione più delicata resta quella delle famiglie isolate, 39, per un totale di 71 persone, che non hanno mezzo di raggiungere il centro del paese perché la strada è ancora inagibile. Bisognerà capire come poterli aiutare e come riuscire anche a far recuperare l’auto a chi l’ha lasciata in fondo ad Ardesio”.

E, in tutto questo, la Pasqua si avvicina: “Quella di quest’anno sarà una festa diversa, è chiaro. E il messaggio che vorrei che arrivasse è che sarà una Pasqua in cui ci dovremo sentire davvero fratelli, vicini più che mai. Il bisogno e la richiesta d’aiuto l’abbiamo toccata con mano e quello che è successo non è solo una tragedia, ma anche un miracolo perché se è vero che nella serata di martedì ci siamo trovati in chiesa a ringraziare, è pur vero che potevamo essere uniti dal dolore e piangere qualcuno. Questo non è successo. I bambini sono rimasti nelle loro case, nessuno si è fatto male. Sarebbe bastato davvero pochissimo perché qualcuno perdesse la vita e, ringraziando la Madonna, così non è stato”.

 

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