Bergamo. Si dice orgogliosa di rappresentare un territorio nel quale le aziende, con una rivoluzione silente, hanno saputo resistere alle molteplici crisi che si sono palesate negli ultimi anni, dal Covid alla guerra, dalla difficoltà di reperire le materie prime al caro energia che ancora oggi costringe gli imprenditori a fare salti mortali per far quadrare i conti.
Chissà quanti di loro, negli ultimi 9 mesi, si sono confrontati con lei, Giovanna Ricuperati, la prima donna alla guida di Confindustria Bergamo, l’associazione degli industriali bergamaschi: infranto anche questo soffitto di vetro, certamente con merito, si augura però che il suo non sia un caso isolato.
Anzi, coltiva la speranza che la sua elezione sia stata d’ispirazione per tante altre donne, quell’ultimo “boost” verso la consapevolezza che ce la si può fare a sovvertire lo status quo, con impegno, volontà di raggiungere gli obiettivi e tanta passione, anche in un mondo che presenta ancora un fortissimo squilibrio a favore degli uomini nei ruoli apicali e decisionali.
Ma sulle quote rosa parla di discriminazione positiva, per dimostrare che la presenza delle donne può cambiare le regole del gioco e porta risultati positivi.
Già dal giorno dell’insediamento ha dettato i suoi “comandamenti”: partecipazione, confronto, ascolto e comprensione con squadra e associati; innovazione, formazione e competitività sostenibile come ricetta del successo per le imprese.
Un tema, quest’ultimo, che è stato anche al centro dell’ultima assemblea di Confindustria Bergamo e che è senza dubbio snodo fondamentale: un modo di gestire l’impresa a tutto tondo, una direzione verso la quale le imprese stanno già andando. Sostenibilità ambientale, sociale e di governance.
Sulla formazione la sfida è l’orientamento, con percorsi sempre più flessibili capaci di adeguarsi in tempo reale alle nuove esigenze e competenze: gli Its, che uniscono industria e scuola, da tempo sono stati individuati come laboratorio ideale per modellare i lavoratori del futuro. Ma di fatto c’è bisogno anche di managerialità e per questo di pari passo il rapporto con l’Università è strettissimo.
Nell’anno di Bergamo e Brescia capitale italiana della Cultura, per Ricuperati anche il saper fare, progettare e inventare deve essere riportato in primo piano: lavoro e cultura, due dimensioni che necessitano l’una dell’altra, di una contaminazione positiva che, intrecciandosi anche con Brescia, renda il giusto merito a uno dei principali elementi distintivi del nostro territorio.
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