• Abbonati

Libri

Il volume

“Martin” racconta le violenze del Messico, il ricavato del volume per i terremotati in Siria

Pubblichiamo la prefazione al libro “Martin”, il 40° della collana Volti di Speranza della Fondazione Amici di Santina, scritto da Davide Agazzi. 

C’è un’opera d’arte che mi ha sempre incantato per la sua armonia. È “Lo sposalizio della Vergine” di Raffaello. È il capolavoro che sancisce l’ingresso del giovanissimo artista nell’Olimpo della grande arte. Raffaello ha solamente 21 anni e sta per lasciare Città di Castello per trionfare a Roma, il centro, il cuore del cristianesimo. A destra dell’opera rappresenta un gruppo di giovani che indossano abiti eleganti e ricchi di drappeggiati, i volti sono immersi in una dolce malinconia, hanno movenze leggiadre da danzatrici. A sinistra gli uomini sono rappresentati come nobili del Quattrocento. Al centro, c’è un saggio che indossa ricche vesti, unisce i due gruppi con sguardo assorto mentre con un gesto delicato regge le mani degli sposi, garante del solenne scambio dell’anello. Lo Sposalizio di Raffaello non rappresenta solamente una magistrale scena religiosa, ma celebra di fatto un’epoca e i suoi ideali.

Sfoglia qui in anteprima il volume in versione elettronica. 

Immortala il suo tempo in modo esemplare: il Rinascimento nel cuore della Chiesa. Un’opera d’arte meravigliosa in un tempo nel quale la Chiesa è al massimo del suo potere temporale. Prendo spunto da questo capolavoro per presentare un parallelo con questo 40° volume della collezione Volti di Speranza di don Luigi Ginami intitolato “Martin, Perdonare non cambia il passato, cambia il futuro. Messico”. Questo 54° Viaggio di Solidarietà ci porta nel nuovo Mondo, lontano da Roma, dal Vaticano, ma nel cuore di un cristianesimo che si fa carne e rappresenta una Chiesa mai così a suo agio tra gli ultimi della Terra, accanto alle vittime di violenza, che respira povertà e anela speranza, che soffre e mira alla resurrezione. L’anello dello sposalizio di Raffaello ha la stessa solennità di quello di Dulce Maria Garcia Nava, di quello donato a don Luigi Ginami. Una fede ecclesiale che simboleggia l’unione tra l’uomo di Dio e l’Altissimo. Gli eleganti drappeggi degli abiti rinascimentali hanno l’immenso valore dei tatuaggi che rappresentano istanti di felicità e immensi momenti di dolore della vita.

L’inchiostro sulla pelle segna un valore eterno, perenne, indelebile. Come il tempo che il Signore dona ad ogni donna e uomo. C’è un tempo, il passato, che non si può cambiare. Eppure c’è un gesto, un atteggiamento che può scardinare, ribaltare, ridisegnare il presente per poi cambiare il futuro. Che cos’è il perdono se non un gesto rivoluzionario, incredibile e potente. Un gesto che chiede fede, che è carico di fiducia nel futuro perché crede nel cambiamento, che confida nell’armonia del cuore dell’uomo, che crede nella liberazione dal giogo della violenza fine a se stessa. L’armonia della pittura di Raffaello che inneggia ai colori nuovi del Rinascimento si ritrova perfettamente nelle strade del Messico. Nei suoi murales. È una fede che esce dall’iconografia sontuosa del Rinascimento per essere mai così popolare, universale e diretta con l’uomo. Quei murales non dimenticano nessun volto delle vittime della violenza, rappresentano anche chi si spende per loro e guardano alla grande colomba della Pace come allo Spirito Santo.

Juan Carlos come Raffaello riesce a rappresentare il Vangelo del terzo Millennio, quella Buona Parola che è sempre attuale e rivoluzionaria. È il presente dell’uomo chiamato a rinnovarsi, invitato a lasciare la violenza per elevarsi al bene attraverso il perdono, la riconciliazione. E così la malavita, la corruzione, la violenza, la prepotenza dei narcos che insidiano l’uomo cedono il passo ai puri di cuore, beati perché vedranno Dio. Una purezza che va oltre il sentimento dei cuore, si spinge più nell’intimo ed è la vera anima dell’essere umano. Ecco allora quello sposalizio tra l’uomo e Dio che genera armonia e sussurra all’uomo di non temere, di non aver paura. Di confidare in quel bene che sembra impossibile, senza ragione, inarrivabile e che invece è lì, nella vita di tutti i giorni chiamata ad essere buona e santa. Come insegnano nella semplicità tutte le mamme, come ha insegnato mamma Santina.

Aiuto ai terremotati in Siria. 

Iscriviti al nostro canale Whatsapp e rimani aggiornato.
Vuoi leggere BergamoNews senza pubblicità?   Abbonati!
commenta

NEWSLETTER

Notizie e approfondimenti quotidiani sulla tua città.

ISCRIVITI