• Abbonati
In tribunale

Anselmo Campa ucciso a martellate, al via il processo: “Luca” El Makkaoui rischia l’ergastolo

Durante l'udienza preliminare il giudice aveva respinto la richiesta dei difensori di escludere l'aggravante dei futili motivi e di procedere con rito abbreviato: il 24enne è reo confesso dell'omicidio avvenuto lo scorso 19 aprile a Grumello del Monte

Bergamo. Prende il via lunedì 27 marzo in Corte d’Assise il processo a carico di Hamedi El Makkaoui, per gli amici “Luca”: il 24enne di origini marocchine è reo confesso dell’omicidio dell’imprenditore Anselmo Campa, avvenuto lo scorso 19 aprile a Grumello del Monte, e rischia una condanna all’ergastolo.

Nell’udienza preliminare del 15 febbraio, El Makkaoui si è presentato di fronte al giudice Alessia Solombrino insieme ai suoi difensori Robert Ranieli e Giorgio Conti, che avevano chiesto l’esclusione dell’aggravante dei futili motivi invocata dal pm Maria Esposito e di poter proseguire con rito abbreviato: entrambe le loro istanze erano state respinte.

Secondo quanto è stato ricostruito, la situazione era definitivamente precipitata per una Clio rossa di proprietà di Campa, che dopo averla acquistata l’aveva lasciata in uso al ragazzo, fidanzato con la figlia Federica.

Una volta che i due giovani si erano allontanati, l’imprenditore chiese all’allora “genero” di riavere indietro la vettura, che era già stata promessa in vendita a un amico del circolo Arci.

Nella versione fornita da El Makkaoui, quell’auto gli era costata 6-7mila euro, pagati a rate: per questo motivo la sera del 19 aprile andò a casa sua in via Nembrini, per riprendersi almeno 500 euro. Le cose, però, precipitarono in fretta: il ragazzo prese un martello e colpì Campa. Ne seguì una colluttazione e lo colpì altre volte, 24 in tutto. Incastrato dalle telecamere che lo ripresero in bicicletta vicino a casa della vittima, El Makkaoui crollò davanti ai carabinieri, spronato anche dal fratello, membro di una famiglia marocchina ben integrata nella vicina Castelli Calepio.

L’ex fidanzata Federica Campa, con l’avvocato Ennio Buffoli, è parte offesa come l’ex moglie della vittima. El Makkaoui, dopo aver compiuto l’omicidio, andò a prendere la giovane in aeroporto a Milano, di rientro dal villaggio turistico di Sharm El Sheik dove si trovava per lavoro. Consolò lei e anche l’ex moglie, che fino a quel momento nulla sapevano e nulla, probabilmente, potevano sospettare di lui.

Iscriviti al nostro canale Whatsapp e rimani aggiornato.
Vuoi leggere BergamoNews senza pubblicità?   Abbonati!
leggi anche
Omicidio Campa
Prima udienza
Omicidio Campa, in aula la figlia: “El Makkaoui in azienda si sentiva oppresso e si è licenziato”
commenta

NEWSLETTER

Notizie e approfondimenti quotidiani sulla tua città.

ISCRIVITI