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Lettere

La denuncia

“Sconsiderato taglio degli alberi in Colle Aperto: chi è il mandante?” fotogallery

Sarebbe bastato bonificare le cime di queste piante decennali, spontanee e generose, come fanno i contadini e i veri giardinieri, per far godere a tutti noi, abitanti di una città amata, un panorama gentile

Riceviamo e pubblichiamo la lettera di Rita Stucchi Pedrini, residente in Colle Aperto in Città Alta, che denuncia il taglio degli alberi nella valletta.

Gentile Redazione,
da oltre due ore sto assistendo, inascoltata nonostante richieste di chiarimenti e proteste, al taglio indiscriminato di numerosi alberi nella valletta di Colle Aperto, dove ho la fortuna di abitare. La sega impietosa colpisce piante sane: lo testimonia la bellezza dei monconi rimasti, visibili a chiunque voglia passare e guardare; così, questa operazione indiscriminata e non annunciata, ci priverà delle foglie di primavera e delle fronde dell’estate che procurano l’ombra necessaria anche al terreno sempre più arido.

Quando ho chiesto la ragione del taglio dei primi due alberi prossimi al muro di casa, la risposta è stata: “Ma non è contenta che abbiamo messo in sicurezza la vostra abitazione?” Che resiste dal 1300 e negli ultimi decenni ha potuto contare sul paesaggio verde che la circonda, fotografato da migliaia di turisti, stupiti di trovare nel cuore dell’antica città un verde inaspettato, che custodisce anche la Storia di Bergamo.

Gli “operatori” interpellati non rivelano il nome dei “mandanti”, anzi mantengono un silenzio “omertoso” e il più ribaldo mi invita a “stare zitta”, perché loro sono autorizzati dalla “forestale”: “eminenza grigia” che decide di estirpare alberi in piena salute.
E pensare che sarebbe bastato bonificare le cime di queste piante decennali, spontanee e generose, come fanno i contadini e i veri giardinieri, per far godere a tutti noi, abitanti di una città amata, un panorama gentile, invitante per gli uccelli che cominciano ad arrivare e rifugio di tanti piccoli animali necessari alla natura per rianimarsi con le stagioni.

Se questo è un omaggio alla Capitale italiana della cultura, non ci resta che piangere.
Rita Stucchi Pedrini

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