Tra i sette professori dell’Università degli Studi di Bergamo inseriti nella classifica mondiale degli scienziati con livello più elevato di produttività scientifica (il 2% dei migliori al mondo) elaborata dall’Università di Stanford, in collaborazione con Elsevier, e pubblicata nella prestigiosa rivista scientifica PLOS Biology, Sergio Baragetti può vantare quello che a tutti gli effetti può essere considerato un record: ha all’attivo 44 brevetti internazionali e nazionali, due dei quali depositati nel 2022.
Ingegnere meccanico, dal 2015 è professore ordinario di Progettazione e Costruzione di Macchine e responsabile del laboratorio di meccanica strutturale dell’Università di Bergamo, al polo di Dalmine: attualmente sta concentrando le proprie attività di ricerca di base sulle leghe di titanio, alluminio e materiali compositi con l’obiettivo di aumentare le prestazioni riducendo la massa e dall’altro, che nella ricerca applicata si traduco in lavori sui telai per veicoli ibridi o elettrici ad alta resistenza e rigidezza e basso peso.
“Per me è stata una grande soddisfazione essere stato inserito in questa classifica, perché ho dedicato la mia vita alla ricerca e all’insegnamento – commenta – Vorrei però che questo risultato fosse di stimolo per i giovani che vogliono approcciarsi al mondo della ricerca, perché entrino in Università: in Italia mancano purtroppo ricercatori e dottorandi”.
Nel campo della ricerca, sottolinea il professor Baragetti, una delle difficoltà maggiori è relativa al metodo: lui se ne è costruito uno tutto suo, partendo dalla sua grande passione per il pianoforte e sfruttando conoscenze e competenze in campo musicale per trovare soluzioni in quello industriale.
Come? Ce lo ha spiegato nel video in apertura di articolo.
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