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Bonus edilizi, Pesenti: “Governo e Parlamento devono decidere in fretta”

Vanessa Pesenti, presidente di Ance Bergamo: “Ci auguriamo che gli emendamenti che abbiamo depositato il 6 marzo, vengano recepiti ed inseriti nella versione definitiva del DL che, entro il 16 aprile, dovrà essere convertito in legge”

Bergamo. “Governo e Parlamento devono decidere in fretta, apportando misure correttive e risolutive al decreto 11/2023”. Vanessa Pesenti, vicepresidente nazionale (oltre che regionale) dell’associazione dei Costruttori edili nonché presidente di Ance Bergamo, si augura di vedere cambiato il testo del DL varato il 16 febbraio dal Governo. Quello che, per intendersi, conteneva alcune modifiche alla disciplina relativa alla cessione dei crediti e allo sconto in fattura, in alternativa alle detrazioni fiscali. E che tante critiche ha sollevato, tra addetti ai lavori e proprietari di immobili coinvolti nelle ristrutturazioni delle proprie abitazioni, durante le successive tre settimane.

“Ci auguriamo – aggiunge Pesenti – che gli emendamenti che abbiamo depositato il 6 marzo, vengano recepiti ed inseriti nella versione definitiva del DL che, entro il 16 aprile, dovrà essere convertito in legge”.

Ma quali sono questi correttivi che Ance auspica vengano adottati?
“Da un lato – puntualizza l’ing. Pesenti – il decreto-legge non affronta il problema dei crediti incagliati, legati ai bonus edilizi. E a questo va posto rimedio. In che modo? Utilizzando gli F24, come anche ABI ha proposto da tempo insieme a noi, a compensazione dei crediti derivanti dai bonus edilizi”.

Un’iniziativa che potrebbe essere ‘agevolata’ dalle recenti indicazioni di Eurostat (l’Ufficio statistico dell’UE), secondo cui Banche e Poste potrebbero muoversi in questa direzione.
“Senza dubbio – conviene la presidente di Ance Bergamo – si tratterebbe di una misura di carattere straordinario, limitata nel tempo e nella quantità, volta ad evitare la crisi di numerose imprese che hanno praticato lo ‘sconto in fattura’ e delle persone fisiche che, per effettuare i lavori, hanno fatto ricorso a ingenti finanziamenti, confidando nella possibilità di poter monetizzare il credito mediante il meccanismo della cessione”. E, per prevenire eventuali obiezioni, Pesenti suggerisce: “In attesa dell’attivazione di questa misura, che sconta ineludibili tempi tecnici, potrebbe essere utile il coinvolgimento immediato di Istituzioni e di aziende statali (CDP, RFI, ENEL, ENI, SNAM e Fincantieri, giusto per fare qualche esempio) sul mercato dei crediti fiscali come soggetti acquirenti, alleggerendo i plafond fiscali degli istituti bancari”.

La seconda tranche di correttivi che Ance auspica vengano inseriti nel testo della (futura) legge riguarda invece i lavori commissionati dagli IACP, gli interventi di demolizione e ricostruzione oppure lavori in corso in zone terremotate.
Un articolato pacchetto di modifiche che l’associazione dei Costruttori edili considera indispensabile da adottare, anche in “un’ottica lungimirante, che guardi alla transizione ecologica e alle caratteristiche del nostro patrimonio immobiliare e che sappia inserire gli incentivi edilizi in un progetto politico ambizioso, consapevole e di lungo termine”.

Più in particolare, Pesenti è convinta che “un efficace sistema di incentivi fiscali (oltre al Superbonus, ci sono quelli ‘ordinari’ – come il Bonus ristrutturazioni, Ecobonus e Sismabonus, compreso il ‘Sismabonus acquisti’) sia lo strumento principale per il conseguimento della transizione ecologica e per lo sviluppo sostenibile del territorio”.

“Ed è indubbio – sottolinea con ferma convinzione – che rappresentino uno straordinario volano per la ripresa dell’economia domestica, con indiscutibili ed evidentissimi effetti sull’incremento del PIL, dell’occupazione e del gettito fiscale”.

Infine, a fronte della ‘Direttiva case green’ (che impone un ritmo di riqualificazione di circa 180.000 edifici all’anno, vale a dire un ritmo simile a quello raggiunto negli ultimi due anni con Superbonus e cessione del credito), “un efficace sistema di incentivi edilizi rappresenta un elemento indispensabile di una politica industriale per il settore delle costruzioni, che permetta di rinnovare le città italiane, offrendo la possibilità alle famiglie di vivere in case adeguate alle proprie esigenze e, più in generale, di dare un contributo determinante alla crescita e all’occupazione del nostro Paese” conclude Vanessa Pesenti.

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