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L'iniziativa

“Coach di quartiere”: bambini e adolescenti riscoprono il valore dello sport all’aperto

A Dalmine la seconda edizione dopo il successo della scorsa stagione. Il Presidente della Fondazione della Comunità Bergamasca, Osvaldo Ranica: "La pratica sportiva educa ed è strumento di inclusione sociale"

Credo nel potenziale dei bambini. Noi dobbiamo solo tirarlo fuori, aiutarli a capire quali sono le loro capacità in un luogo di divertimento, come il parco. Non si tratta di fare educazione fisica come a scuola, noi non siamo maestri e non dobbiamo trasmettere dei contenuti. Vogliamo promuovere la salute sportiva in individui in crescita. Sofia Amato ha 21 anni, frequenta il terzo anno di Scienze dell’Educazione a Bergamo per diventare educatrice di nido. È coordinatrice territoriale per Dalmine di “Coach di quartiere”, un progetto che dal primo marzo a maggio offre attività sportive gratuite a bambini di età compresa tra i 6 e i 12 anni. Dal martedì al venerdì, dalle 16,15 alle 18,15, presso il parco della scuola Carducci, quello di via Carristi (fraz. Sabbio), Brembolandia (fraz. Brembo) e i giardini di Mariano (fraz. Mariano) di Dalmine, 10 ragazzi di terza e quarta superiore, opportunamente formati, i coach, giocano all’aria aperta con i più piccoli. Non solo palla prigioniera, ma anche orientamento, staffetta, caccia al tesoro e esercizi per sviluppare le abilità, come il salto o la corsa a diversi livelli. A Dalmine torna per il secondo anno consecutivo, dopo il successo della scorsa stagione, con il supporto del Comune, della Fondazione della Comunità Bergamasca e della Fondazione Dalmine, con il patrocinio di Fondazione Candido Cannavò e di Coni Lombardia e con la collaborazione di “AGESCI Scout Dalmine”, “ENAIP Bergamo” e degli Istituti scolastici “ISIS Einaudi”, “IC Aldo Moro” (plesso Alighieri e De Amicis) e “IC Giosuè Carducci” (plesso Manzoni e Carducci).

Generico marzo 2023

“Coach di quartiere” è un progetto di innovazione sociale dell’Orma, un’agenzia educativa no-profit che dal 2000 applica il proprio metodo educativo con bambini e famiglie in attività scolastiche, per lo sport e per il tempo libero. È un’idea nata nel 2020 per intercettare tutti quei bambini che “solitamente non sono intercettati dalle società sportive, anche perché le loro proposte sono a pagamento”.

Quest’anno sono tra i 100 e i 120 (contro i 20 del 2022) i piccoli coinvolti. “Si tratta soprattutto di bambini che non fanno sport per difficoltà economiche della famiglia, che provengono da famiglie numerose che hanno difficoltà logistiche ad accompagnare tutti i figli (i coach accompagnano i bambini dalla scuola al parco, ndr), bimbi di prima e seconda elementare che non hanno iniziato a praticare uno sport specifico e i più timidi, che, anche a causa del Covid-19, hanno difficoltà a relazionarsi e stanno attaccati più a un videogioco che al parco. Ci sono anche un paio di bambini in sovrappeso”, spiega Sofia.

Chi sono i coach di quartiere? “Nel nostro caso, sono ragazze e ragazzi che frequentano dalla seconda alla quarta superiore dell’ISIS Einaudi (indirizzo Scienze umane) a titolo volontario o inseriti nei percorsi di alternanza scuola-lavoro. Altri sono tirocinanti dell’ENAIP di Bergamo, dell’indirizzo turistico-sportivo”. Sofia cerca di trasmettere ai coach di essere un po’ come delle sorelle o dei fratelli maggiori: “Siamo una specie di famiglia. È bello lo scambio che si crea con i più piccoli. Loro ci insegnano a non mollare alla prima difficoltà e che anche il gioco più semplice è il gioco più bello. Basta stare insieme”.

Generico marzo 2023

“Con Coach di quartiere la pratica sportiva è valorizzata non solo nella sua valenza educativa, ma anche come strumento di inclusione sociale”, dichiara il Presidente della Fondazione della Comunità Bergamasca, Osvaldo Ranica. “Sono molte le famiglie che stanno affrontando molti sacrifici in questo periodo e può accadere che molti bambini debbano rinunciare, anche per difficoltà economiche, a sperimentare un percorso di pratica sportiva che, se fatto al parco, può aiutare ancora di più, soprattutto i più timidi, a sentirsi a casa anche nel proprio quartiere. Senza contare il positivo riscontro che questa esperienza può dare ai coach di quartiere, che possono così essere consapevoli del contributo che portano alla comunità. Questi ragazzi, che sono ancora studenti, possono sperimentare di poter essere insegnanti e guide per i più piccoli”.

Generico marzo 2023
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