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L'inchiesta

Covid, una circolare spiegava come agire: “La Regione la inviò ad Alzano, ma era troppo tardi”

Bastava inoltrarla via mail, ma secondo i pm arrivò a destinazione 72 ore dopo i primi casi ufficiali. Nelle chat il dramma dell'assenza di mascherine in ospedale, richieste anche dal personale delle pulizie. Un dirigente: "Non mandiamoli in giro bardati come astronauti"

Alzano Lombardo. Il virus correva, molto più veloce delle e-mail e della burocrazia. Era il 22 febbraio 2020 quando il Ministero della Salute emetteva la circolare n. 5443, secondo gli inquirenti il primo provvedimento che dava indicazioni su come gestire i pazienti Covid positivi. Ventiquattrore dopo, un tampone diagnosticava il primo caso ufficiale all’ospedale di Alzano Lombardo.

Quella circolare, oltre a ribadire l’importanza di guanti e mascherine, forniva anche preziose indicazioni su come far accedere i pazienti infetti al pronto soccorso, evitando che entrassero in contatto con altri; sulla corretta pulizia e sanificazione degli ambienti; sulle modalità di vestizione e svestizione dei sanitari e tanto altro ancora. Dava anche una nuova definizione di “caso sospetto” e di “contatto stretto”, in un momento in cui del virus si sapeva poco.

Un provvedimento, agli occhi di chi indaga, importante. Tant’è che si è cercato di capire quando Regione Lombardia lo ha inviato alle strutture sanitarie di sua competenza. Ebbene, l’Asst Bergamo Est (dalla quale dipende l’ospedale di Alzano) avrebbe ricevuto la mail con allegata la circolare solo il 25 febbraio: alle 11.03, a 48 ore di distanza dalla notizia dei primi positivi, 72 ore se si tiene conto del primo positivo al Papa Giovanni. Ad Alzano arrivò poco dopo mezzogiorno, ma quel giorno almeno 80 dipendenti erano già stati a contatto con pazienti infetti.

È solo uno dei tanti, tantissimi passaggi contenuti nelle carte dell’inchiesta della procura di Bergamo, che se non altro dimostra ancora una volta come – in quei giorni senza dubbio difficili – il coordinamento e la tempestività hanno lasciato purtroppo a desiderare.

Ad ogni modo, le linee guida sono superflue se non ci sono i mezzi per applicarle. È senz’altro il caso delle mascherine: fondamentali per arginare il contagio, ma che non si trovavano. Emerge chiaramente dalle chat, tant’è che il 23 febbraio i vertici dell’Asst Bergamo Est autorizzarono ad Alzano l’uso di quelle antincendio. Il giorno dopo, la società delle pulizie scrisse alla direzione sanitaria per chiedere “dettagliate indicazioni” sulle procedure operative, chiedendo di mettere a disposizione del personale le mascherine. Uno dei vertici dell’ospedale, inoltrando la mail a una dipendente, commentò così quella richiesta: “Evitiamo di mandarli in giro bardati come astronauti”. Così facendo, stava violando le disposizioni della circolare 5443 del Ministero della Salute. Ma ad Alzano, del resto, non era ancora arrivata.

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