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Regina sofia

Goggia campionessa senza limiti: “È stata la mia stagione più dominante”

La bergamasca vince con una superiorità schiacciante: "In poche nel circuito ad oggi possono andare sopra i 100 km all'ora come riesco a fare io"

Quarta coppa di specialità, terza consecutiva. Sofia Goggia si conferma la regina della discesa libera grazie al secondo posto di Kvitfjell, dietro alla padrona di casa Lie. L’ultima gara sarà una passerella per la bergamasca, che ha azzerato la concorrenza mettendo oltre 200 punti di distacco tra lei e la prima inseguitrice, la slovena Stuhec.

Ciò che dal 2008 al 2016 è stata Lindsey Vonn, vincendo otto volte su nove, oggi è la bergamasca. Dominatrice di specialità: “Questa coppa mi dice che sono la discesista più forte. Ho vinto 5 gare su 8, in una sono caduta e il peggior risultato è stato il secondo posto… È stata la mia stagione più dominante, visto il distacco. In poche nel circuito ad oggi possono andare sopra i 100 km all’ora come riesco a fare io”.

“Ci sono due discese in cui penso di aver fatto qualcosa di straordinario” ammette riguardando al suo percorso, iniziato con la doppia vittoria a Lake Louise, “quella con la mano rotta a St. Moritz, pazzesca, e a Crans Montana, in cui sono scesa in condizioni criminali senza neanche aver provato la pista. E ho vinto entrambe le volte”.

La mano rotta è stata una difficoltà in più da affrontare, perché l’ha costretta a rivedere le proprie certezze sugli sci: “A livello fisico ho tenuto bene durante tutta la stagione, la mano ha influito sulla costanza di rendimento perché ho dovuto cambiare i miei equilibri”.

Equilibri che sono stati minati anche da un Mondiale tutt’altro che semplice, senza podi e con tante delusioni, per le problematiche che lo hanno anticipato e per quanto ha dovuto affrontare anche all’inizio della competizione: “Al Mondiale non ero me stessa, ma non ho scuse. Cado a St. Anton, cado a Cortina dopo aver vinto. Mi siringo quattro volte, dovevo andare al caldo e becco il freddo, a San Pellegrino cado ancora. Sono arrivata in Francia al Mondiale dovendo costruire una settimana da sotto zero. E la notizia della morte di Elena Fanchini ci ha sconvolto”.

Sofia però guarda avanti, perché una campionessa ha sempre fame di vittorie: “Ho bisogno di aprire il cancelletto più spesso, perché nulla ti tiene sul pezzo come continuare a gareggiare”. L’obiettivo sarà quello di competere in tre specialità: “In SuperG quest’anno ho raccolto due quinti posti, un bottino un po’ misero, ma ho dimostrato in passato di poter dominare anche lì. E penso che quella coppa sia qualcosa alla mia portata, visto che non c’è qualcuno che sta dominando la specialità. E voglio migliorare la mia adattabilità. Anche se con una Shiffrin come quella di quest’anno è quasi impossibile competere per la Coppa del Mondo”, è l’ammissione finale con un pizzico di amarezza.

La prospettiva resta comunque a lungo termine, con obiettivi ben fissi: “Non sono più giovanissima, ma nella vita ho sciato pochissimo a causa dei miei infortuni. Quindi continueremo a martellare. Voglio arrivare a Milano-Cortina 2026 e ai Mondiali di Crans Montana nel 2027″. E non ci sarà spazio nemmeno per un break: “Ma che vacanza, devo dare gli esami all’università…”. Sofia è così. È la sua forza.

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