Bergamo. A inchiodarlo ci sono le immagini delle telecamere, davvero impressionanti: O.U., 23enne tunisino senza fissa dimora, è appena sceso dal tram e ha il volto parzialmente travisato da una sciarpa quando da sotto la manica estrae un martello e sfonda il vetro del tram. L’impatto è violento e le schegge finiscono addosso ai passeggeri. A bordo ci sono anche un disabile e una bambina, ma fortunatamente nessuno si fa male.
Una domanda, tra le altre, sorge spontanea: che cosa ha scatenato una simile furia? Al giudice Andrea Guadagnino, durante il processo per direttissima di mercoledì (primo marzo), ha detto di essere stato provocato da una passeggera. Non riesce a descriverla bene, anche perché parla poco l’italiano. Ipotizza, però, che abbia circa quarant’anni di età. “È stata lei a iniziare – dice – ci sono i passeggeri che possono confermarlo”. Al giovane tunisino avrebbe rivolto parole pesanti, a sfondo razziale, ma la versione del 23enne al momento non è verificata e non convince. Quel che è certo, invece, è che ancora prima delle presunte provocazioni il 23enne avesse già rotto il vetro di alcune auto nei dintorni della fermata Teb a Ranica. Su questo punto al giudice ha preferito non rispondere.
Ma, anche se le provocazioni e gli insulti ricevuti fossero reali, che cosa ci faceva in giro con un coltello di 20 centimetri e un martello? Con il primo, si è giustificato in aula, doveva “preparare dei panini”; il secondo, invece, era un semplice attrezzo “di lavoro”. Il giovane ha infatti dichiarato di svolgere saltuariamente dei lavori, senza però specificare quali. “Ho un diploma preso in Tunisia, quando hanno bisogno i miei connazionali mi chiamano”.
In tribunale i carabinieri hanno ricostruito il delicato intervento alla fermata di via Negrisoli, cominciato dopo le chiamate in rapidissima successione arrivate al 112 “per una persona in escandescenza salita sulla Teb, dopo avere danneggiato a martellate diverse auto a Ranica. Eravamo già in zona – racconta il brigadiere Orazio Conti -, siamo arrivati subito. Una volta lì, abbiamo visto il ragazzo prendere a martellate il tram e rompere un vetro. Teneva il martello nella mano sinistra e il coltello nella mano destra. Quando era all’interno del vagone, era stato fatto scendere perché aveva già infastidito i passeggeri e quando il tram è ripartito ha iniziato a colpire col martello”.
Il 23enne sarebbe poi andato incontro ai militari con fare “minaccioso, mentre noi lo avvisavamo che se non avesse gettato il coltello a terra avremmo usato il taser”. “Io ero fermo, sono loro a essere venuti verso di me”, ha replicato il giovane tunisino. Ma anche dopo l’arresto per resistenza e danneggiamento, non avrebbe cambiato atteggiamento. Anzi: avrebbe anche minacciato gli agenti mimando l’utilizzo di armi da fuoco. Al giudice ha detto di non fare uso di droghe, ma quando capita di alcol.
Il pubblico ministero ha chiesto la convalida dell’arresto, la custodia cautelare in carcere o in alternativa il rilascio al nulla osta per l’espulsione. “Laddove non fosse stato utilizzato il taser – ha osservato il pm dinnanzi al giudice – le conseguenze sarebbero state molto più gravi. Parliamo di un soggetto non radicato, privo di controllo e che ha mostrato un atteggiamento violento”, ha aggiunto. Il giudice, alla fine, ha optato per il carcere.
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