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La lettera

Chiusa l’inchiesta Covid a Bergamo, i familiari delle vittime: “Da oggi si riscrive la storia”

Indagati Conte, Speranza, Fontana e Gallera: "Pagato il prezzo della inefficienza e della incompetenza istituzionale: finalmente qualcuno sarà chiamato a rispondere delle sue responsabilità". Giovedì presidio fuori dalla Procura

Bergamo. “Da oggi si riscrive la storia della strage bergamasca e lombarda, la storia delle nostre famiglie, delle responsabilità che hanno portato alle nostre perdite. Si riscrive la storia di un’Italia che ha dimenticato quanto accaduto nella primavera 2020, non a causa del Covid19, ma per delle precise decisioni o mancate decisioni”. Sono queste le prime parole con cui l’associazione #Sereniesempreuniti, composta dai familiari delle vittime del Covid, commenta la chiusura dell’inchiesta da parte della Procura di Bergamo, con l’iscrizione nel registro degli indagati dell’ex premier Giuseppe Conte, dell’ex ministro della salute Roberto Speranza, del governatore della Lombardia Attilio Fontana e dell’allora assessore al welfare Giulio Gallera, oltre che alcuni membri del Cts e altri dirigenti.

Dopo 3 anni di indagini, infatti, il Procuratore aggiunto titolare del fascicolo, la dottoressa Maria Cristina Rota, insieme al suo team di magistrati, ha individuato delle responsabilità precise nella gestione della primissima fase della pandemia che coinvolgono il settore politico/istituzionale. Responsabilità che riguardano due fatti evidenziati da subito dai familiari con gli esposti presentati in Procura: la mancata zona rossa della bassa Valle Seriana e la mancata attivazione del piano pandemico nazionale mai aggiornato dal 2006.

“Da sempre ci siamo battuti per la verità per i nostri cari – continuano gli esponenti del direttivo dell’associazione – nonostante l’omertà che ha sempre contraddistinto questa storia. Siamo andati avanti senza mai scoraggiarci nel percorso di memoria e di giustizia, confidando nella magistratura, e oggi non possiamo fare altro che ringraziare la dottoressa Rota, il suo team, e il Procuratore di Bergamo Antonio Chiappani”.

“Questa decisione non ci restituisce i nostri cari e non cancella le lacrime che abbiamo versato, ma onora la memoria di chi ha pagato in prima persona. A noi che restiamo dà la forza per continuare a combattere con ancora più determinazione le nostre battaglie: quelle della memoria e della difesa della dignità della vita e della morte, perché il sacrificio dei nostri cari non sia vano e mai più una pandemia o una qualsivoglia emergenza ci trovi così impreparati. Cogliamo anche l’occasione – concludono – per ringraziare i i nostri legali, avv.ta Consuelo Locati, avv. Alessandro Pedone, avv. Luca Berni, avv. Giovanni Benedetto e avv. Piero Pasini, vicini a noi in questa battaglia con professionalità e impegno costante”.

Giovedì 2 marzo 2023, dalle 11 alle 13 l’associazione presidierà l’esterno della Procura di Bergamo “per testimoniare la propria gratitudine per l’immane lavoro svolto in questi 3 anni”.

Anche il team dei legali attraverso una nota ufficiale si è espresso sulla chiusura dell’indagine: “Il Team dei Legali dei Familiari delle Vittime del Covid – si legge – non può che esprimere soddisfazione per il lavoro della Procura di Bergamo a cui va riconosciuto il merito di avere pervicacemente ricercato le risposte da dare ai cittadini, in primis bergamaschi e lombardi, che da quasi tre anni si interrogano per conoscere i fatti e a dare una spiegazione alle migliaia di morti. Ora si sa che quelle persone hanno pagato il prezzo della inefficienza e della incompetenza istituzionale, ad ogni livello, e oggi finalmente qualcuno sarà chiamato a rispondere delle sue responsabilità.

Gli esiti dell’indagine sono anche una risposta ai tanti familiari che si sono affidati alla Magistratura per opporsi ad un sistema ed a cui il Team dei Legali ha cercato di offrire il miglior supporto tecnico, assistendoli durante la posa di questa pietra miliare nel percorso verso la giustizia, verso la dignità dovuta a ‘quei corpi accatastati cui era stata negata anche la dignità della sepoltura’. Alla Procura di Bergamo, quindi, va il nostro ringraziamento perché hanno ripagato la fiducia riposta in quell’istituzione dai cittadini e dai noi stessi legali con un lavoro di indagine di enorme portata, unica nel suo genere, dimostrando come al centro degli interessi di un paese civile ci siano le persone che ne costituiscono la comunità e non giochi diversi, tra cui quelli politici. Il significato più profondo che attribuiamo all’esito dell’indagine è il rispetto per tutti i cittadini, in particolare per i familiari delle vittime, ignorati nel loro dolore e da tre anni a questa parte offesi dalle continue e reiterate negazioni di responsabilità proprio da parte di coloro che oggi risultano indagati per una loro ipotesi di mala gestio pandemica”.

La note si conclude così: “Ci sia consentita anche una piccola nostra soddisfazione per l’incessante lavoro di ricerca e divulgazione dei documenti che abbiamo portato avanti e che, invece, le istituzioni volevano tenere celati sulla fallimentare gestione pandemica italiana. Un invito a tutti i cittadini ad agire per vedere tutelati i propri diritti, in ogni sede opportuna, ed un appello alle istituzioni perchè, come tante volte auspicato dai sottoscritti legali, quanto prima emanino una legge di indennizzo in favore dei familiari delle vittime del covid-19. Alla Procura di Bergamo, un grazie da parte di tutti noi legali, rappresentanti dei familiari delle vittime dell’associazione #sereniesempreuniti, per aver riconosciuto la fondatezza delle nostre richieste e attribuito valore alla nostra, seppur minima, collaborazione con i magistrati”.

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