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L’appello

Isrec deve lasciare Sant’Agata: “Preoccupati per il futuro del corridoio dell’ex carcere” video

L'Istituto Bergamasco per la Storia della Resistenza e dell'Età Contemporanea lancia un appello alla vigilanza su ciò che ne sarà della preziosa testimonianza conservata all'interno dell'ex carcere: dal Comune nessuna proroga alla concessione degli spazi

Bergamo. La situazione appare quasi paradossale: nell’anno di Bergamo capitale della cultura, insieme a Brescia, si chiude l’esperienza dell’Isrec all’interno dell’ex carcere di Sant’Agata, in Città alta.

Martedì 28 febbraio sarà infatti l’ultimo giorno della mostra “Su quei muri”, nata dalla collaborazione tra l’Istituto Bergamasco per la Storia della Resistenza e dell’Età Contemporanea, Maite e Comune di Bergamo e allestita nell’ultimo corridoio rimasto com’era quando il carcere venne trasferito (tra il 1978 e il 1980) in via Gleno.

Un’iniziativa che voleva riportare al centro dell’attenzione cittadina, e non solo, il complesso di Sant’Agata come luogo della repressione nazifascista in città: all’interno documenti e oggetti dallo straordinario valore storico, conservati con grande cura dall’Isrec che li ha scovati nei sotterranei dell’attuale struttura penitenziaria cittadina.

Da questo impegno e dalla volontà di creare e valorizzare un vero e proprio luogo della memoria in città, è nata l’idea della mostra, inaugurata il 15 giugno 2021 e prorogata per ben due volte grazie a un innegabile successo di pubblico, ma con una scadenza netta e inderogabile: febbraio 2023.

“L’apertura e la manutenzione della mostra sono sempre stati a carico di Isrec e Maite, che grazie a una positiva sinergia che ha coinvolto anche Carcere e Territorio l’hanno tenuta aperta nei fine settimana dei mesi primaverili ed estivi, raggiungendo una media di 300 visitatori al giorno – ricorda Elisabetta Ruffini, direttrice dell’Isrec di Bergamo – Con le visite guidate siamo riusciti a ripagare le persone che assicuravano l’apertura, ospitando anche un detenuto in permesso lavorativo. Abbiamo avuto un dialogo costante e proficuo con le scuole di primo e secondo grado della provincia, con circa 1.800 studenti accolti e una collaborazione che ha contribuito al progetto didattico legato alla posa delle pietre d’inciampo sia nel 2022 che nel 2023″.

Un luogo di storia, di memoria, di cultura dal valore ben superiore ai 27mila euro (di cui 7mila dal Comune e 10 di donazione privata di Maria Teresa Fiocchi, figlia di un detenuto, che ha di fatto ispirato l’iniziativa) investiti per garantirne l’apertura.

Quegli stessi spazi, ora, rientrano all’interno di un bando presentato e vinto dal Comune di Bergamo per il programma ministeriale PINQuA, focalizzato sulla riconversione residenziale e sulla qualità dell’abitare: “Il progetto presentato, a quanto ne sappiamo, prevedeva la salvaguardia di una parte del corridoio – continua Ruffini – A un anno dall’inaugurazione della mostra avevamo chiesto un incontro pubblico con gli amministratori per fare il punto della situazione e capire meglio come si sviluppava l’idea di conservazione, ma ci è stato detto che era troppo presto. Poi ci hanno concesso un’ultima proroga fino al 28 febbraio: il tempo passa, ma non ci è stata data alcuna notizia sull’evoluzione del progetto. Da una parte siamo soddisfatti perché è stata manifestata la volontà di salvare qualcosa del corridoio, ma dall’altra siamo pieni di dubbi perché non sappiamo cosa significhi ‘salvare’. In questi giorni siamo stati sorpresi nel vedere uno squarcio nel corpo centrale del corridoio (nella foto qui sotto): un chiaro assaggio del muro che ci chiediamo se non si potesse fare da un’altra parte, se l’intento è quello di una conservazione”.

ex carcere sant'agata
Lo squarcio nel corridoio, per l'assaggio del muro

Per questo, per condividere la propria inquietudine, Isrec ha voluto raccogliere le firme di chi ha fisicamente visitato la mostra, ha toccato con mano la storia, e oggi partecipa attivamente alla preoccupazione sul futuro del corridoio. Professori, scuole, associazioni, istituti di storia della Lombardia, cittadini che si chiedono insieme a Isrec: quale ruolo ha la memoria dell’ex carcere nel progetto PINQuA? Come si espliciterà? Quale parte del corridoio resterà accessibile al pubblico?

“Il presente – aggiunge Isrec in una nota – modella lo spazio urbano in cui il passato emerge come scelte di memoria che lasciano in eredità a chi viene dopo storie da custodire con intelligenza e immaginazione. Isrec se ne va dall’ultimo corridoio rimasto dell’ex carcere di Sant’Agata, grato a chi con lui ha lavorato affinché quel luogo non fosse spazzato via dalla frenesia del presente e inquieto sulle sue sorti chiama tutti e tutte alla vigilanza sulle scelte che si compiranno”.

Cupo il commento di Angelo Bendotti, presidente dell’Isrec: “È un finale che mi crea una tristezza indicibile – ammette – Questo è un luogo che rappresenta la città di Bergamo, dove donne e uomini hanno sofferto, dove si è sedimentata la cultura. Fa senso che chiuda una mostra simile e nello stesso momento venga organizzata una serie di spettacolosi eventi. Se ci fosse davvero una volontà conservativa, devono essere applicati da subito dei criteri chiari: per me questo è un tasto dolente, dal quale non voglio ritirarmi e sul quale continuerò a battermi. In questi due anni abbiamo chiesto al Comune, senza ottenere una risposta: bene, ora la vorremmo, poi in un senso o nell’altro trarremo le nostre considerazioni, ma di sicuro non staremo zitti. Più giro per la città e più scopro tutto ciò che non c’è più e che non viene conservato: piazza Dante, il centro Piacentiniano, la Montelungo. Continuerò a chiedere, come cittadino, ma finora ho ottenuto solo silenzi. Tutto ciò che facciamo, lo facciamo perché ci sentiamo parte integrante di questa città. La nostra soddisfazione è stata vedere pullman organizzati da paesini della provincia per vedere la mostra: lì abbiamo capito di aver raggiunto il nostro obiettivo. Non vogliamo ringraziamenti, ma solo essere messi in migliori condizioni per lavorare”.

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