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Appunti & virgole

Atalanta, se il fortino non regge si ritorna subito sull’altalena

Una ricaduta fatale, il gol preso dopo pochi minuti. Il tridente se non ha spazi diventa troppo prevedibile e in casa si fa più fatica

Grande partita e lezione di gioco sul campo della Lazio, partita da… polli e ko otto giorni dopo a Bergamo contro il Lecce. De Gregori direbbe che ‘Non c’è niente da capire‘ e forse è proprio così, quelli del Lecce direbbero che è il bello del calcio, chi tifa Atalanta risponde che ‘non è da queste partite che si giudica una squadra’ e che ‘vinceremo a San Siro contro il Milan’.

Si può anche scherzare, come no, dopo un altro lunch match indigesto, almeno a Bergamo va così quando si gioca all’ora di pranzo, dopo i precedenti spiacevoli con Cremonese (1-1) e Inter (2-3). Poi le ricadute fanno male, quel che si temeva e non si voleva che succedesse, cioè un gol subìto nei primi minuti, ha complicato tutto. Perché comunque affronti una squadra che sa quello che deve fare, magari anche con modi un po’ indisponenti per i tanti minuti persi dai giocatori a terra, però se dai al Lecce il vantaggio di un gol, da subito, finisci per offrire i punti su un piatto d’argento all’avversario.

Demiral si lamenta per la maglia che gli ha quasi tolto Ceesay e forse ha qualche ragione, però è anche strano che uno come il turco si faccia superare così, lui che ama le maniere rudi e forti. Sarà stato l’inizio della partita, l’arbitro lascia correre e poi ci mette molto del suo Musso tuffandosi in ritardo. Risultato: gol e ammonizione per Demiral che salterà il Milan per squalifica. È l’episodio-chiave, anche il secondo gol va dentro con troppa facilità e si sarebbe potuto evitare.

In mezzo c’è un lungo assedio nerazzurro, poi quando le statistiche parlano di 14 occasioni da gol a 4 per l’Atalanta capisci che il Lecce ha fatto il massimo col minimo sforzo, ma con la sua ottima organizzazione, con Baschirotto che spazza tutto e gli altri che corrono e pressano e anche un portiere che para l’imparabile, vedi l’ultimo tiro di Muriel. Certo, l’unica volta che prova a partire dal basso si fa fregare dalla velocità di Hojlund, però l’Atalanta si ferma lì.

Il Lecce diventa una bestia nera, all’andata la peggior partita per i bergamaschi, al ritorno errori fatali e più di un giocatore sottotono. Prendete Zappacosta, all’Olimpico di Roma in cattedra e stavolta dietro la lavagna, presto anche ammonito e sostituito dopo 45′ con Soppy, che è un po’ l’opzione ‘proviamo a creare qualcosa in area’ confidando nello scatto del francese, sempre imprevedibile. Lui in effetti provoca qualche occasione, ma non succede nulla.

Anche il tridente va molto meno dei giorni migliori, Boga non trova spunti, Lookman si perde contro i difensori salentini che arrivano spesso in anticipo, mentre Hojlund non si arrende mai, trova un gol ma non basta. D’altra parte il tridente funziona se ha gli spazi per esprimersi, per liberare la velocità di attaccanti che se si confrontano con una squadra già piazzata hanno molta difficoltà a concludere. Gasperini ricorda a fine partita il suo avvertimento sull’importanza di avere Zapata e Muriel a pieno regime o quasi, che senza di loro è dura: perciò, se una volta i tre davanti ce la fanno, la volta dopo perdono qualche colpo. Così è successo. Ha perfettamente ragione il Gasp, prova con Muriel che va vicinissimo al gol, più di tutti. La classe c’è ancora, appena ritroverà la miglior condizione sarà molto prezioso, come prima o quasi.

La morale è che in casa l’Atalanta continua a fare più fatica, restano 5 vittorie su 11, sempre meno delle 7 su 12 fuori. D’altra parte le caratteristiche dei giocatori sono quelle e la posizione di classifica resta molto buona, al netto di una giornata no ma positiva per le dirette concorrenti. Si sapeva, che conta vincere non solo gli scontri diretti, piuttosto sono le medio piccole più fastidiose e difficili da superare, soprattutto al Gewiss Stadium. Col Milan rientreranno Scalvini e De Roon, vedremo se Pasalic darà un’opzione in più alle scelte davanti: Vorlicky ha esordito bene, però l’esame San Siro sarà più pesante. Aspettiamolo alle prossime, con fiducia.

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