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Bergamo segreta

L’ex monastero di Valmarina, un salto nel Medioevo fra i Colli cittadini

Nel 1997 il complesso è stato venduto al Parco Regionale dei Colli: ecco la sua storia

Bergamo. Il vento scorre lento fra i rami spogli degli alberi, mentre i campi riposano in attesa di esser arati per la primavera.

Il tempo sembra essersi fermato al Medioevo, eppure l’ex monastero di Valmarina si trova solo a poche centinaia di metri da una delle principali arterie stradali che conducono da Bergamo alla Val Brembana.

Al centro del Parco Regionale dei Colli di Bergamo, l’edificio sovrasta l’omonima e piccola valletta che prende con ogni probabilità il nome dalla “marra” (i mucchi di sassi ottenuti grazie allo scavo nelle rocce),

A favorire la sua costruzione la presenza del corso d’acqua che attraversa l’area e che venne prontamente incanalato dalle monache che decisero di sfruttarlo per le proprie attività di sostentamento.

Devote alla regola benedettina che prevedeva una particolare devozione sia alla preghiera che al lavoro, le suore furono presenti nella zona sicuramente a partire dal 1150, come testimoniato da alcuni documenti, anche se la chiesa dedicata a San Benedetto risalirebbe al 1137.

 

Ex Monastero Valmarina

 

Il complesso era quindi composto dall’edificio dedicato al patrono d’Europa, dalla sala capitolare, dalle celle e dal refettorio, il tutto inserito in una corte chiusa fortificata irregolare con la sezione settentrionale più profonda rispetto a quella est-ovest.

Sostenuto da una serie di lasciti testamentari provenienti dalle principali famiglie orobiche, a partire dai Suardi, il monastero venne abbandonato all’inizio del Quattrocento in seguito a un attacco compiuto dai guelfi provenienti da Sorisole e Ponteranica che colpirono la comunità religiosa il 2 ottobre 1393.

 

Ex Monastero Valmarina

 

Complice la costruzione in città delle cosiddette “Muraine” e l’impossibilità di avere la certezza di una protezione, le monache preferirono trasferirsi verso il capoluogo entrando a far parte del convento di Santa Maria Novella (divenuto successivamente monastero di San Benedetto) e abbandonare definitivamente nel 1430 la Valmarina.

I locali furono quindi abbandonati venendo progressivamente messi a disposizione per le attività rurali e cambiando così progressivamente l’aspetto dello stabile tanto che oggi è impossibile osservare l’antica chiesa di Sant’Ambrogio e la torre di avvistamento che consentiva di rimanere in collegamento con i campanili e i monasteri circostanti in caso di pericolo.

 

Ex Monastero Valmarina

 

Le principali aggiunte sono legate alla fine del Settecento quando la pianta del monastero venne stravolta con la costruzione di spazi dedicati a cucine, stalle, stanze da letto e porticati come tipico delle strutture rurali dell’epoca.

Per individuare gli aspetti originali è necessario osservare il lato est, oggi incorporato nello spigolo settentrionale, dove è possibile notare alcune tracce della primitiva chiesa romanica composta da pietre in arenaria scandita da due monofore separate da una lesena e sovrastate da due piccoli oculi.

Alienato nel corso dell’occupazione napoleonica ai conti Moroni, il complesso è stato venduto nel 1997 al Parco Regionale dei Colli di Bergamo che lo ha adibito a sede direzionale dell’ente e luogo per mostre e attività ospitando nella sua corte due cavalli ad opera di Elia Ajolfi.

Fonti

Moris Lorenzi, Alessandro Pellegrini, Sulle tracce del Romanico in provincia di Bergamo, Provincia di Bergamo, 2003

Mario Locatelli, Bergamo nei suoi monasteri. Storia e arte nei cenobi benedettini della diocesi di Bergamo, Bergamo, Il Conventino, 1986

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