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Il delitto di grumello

Uccise il papà della ex, ‘Luca’ El Makkaoui va a processo: “Sono distrutto dal senso di colpa”

I legali del 24enne, reo confesso per l'omicidio dell'imprenditore Anselmo Campa, hanno chiesto di escludere l'aggravante dei futili motivi e ottenere il rito abbreviato: istanza respinta dal giudice, che ha fissato la data per l'inizio del processo in Corte d'Assise il 27 marzo. "Alla famiglia ha chiesto perdono"

Bergamo. Prenderà il via lunedì 27 marzo, in Corte d’Assise, il processo a carico di Hamedi El Makkaoui, ‘Luca’ per gli amici, il 24enne di origini marocchine reo confesso dell’omicidio dell’imprenditore Anselmo Campa, lo scorso 19 aprile a Grumello del Monte.

Mercoledì mattina, 15 febbraio, El Makkaoui è comparso davanti al giudice Alessia Solombrino in udienza preliminare: cominciata poco prima delle 10, è terminata una quarantina di minuti più tardi. I difensori hanno chiesto l’esclusione dell’aggravante dei futili motivi invocata dal pm Maria Esposito, e di ottenere il rito abbreviato, ma entrambe le istanze sono state respinte.

Il giovane si trova in carcere a San Vittore. “È nel pieno di una forte crisi personale – dice l’avvocato Robert Ranieli, che lo assiste insieme al collega Giorgio Conti -. È distrutto dal senso di colpa che prova, sia nei confronti dell’ex fidanzata che del padre”. Alla famiglia ha chiesto perdono. “È seguito da uno psicologo e sta partecipando a dei corsi di riabilitazione”.

Prima del delitto, droga e ludopatia lo stavano consumando. Ma tutto è definitivamente precipato per una Clio rossa. Quella che Anselmo Campa aveva comprato lasciandola in uso al ragazzo ai tempi della relazione con la figlia. Quando ‘Luca’ e Federica interruppero il rapporto, il padre di lei chiese a El Makkaoui di restituirgliela per venderla a un amico del circolo Arci. Il giovane sostiene di avergliela pagata 6-7 mila euro a rate. E per questo motivo la sera del 19 aprile andò a casa sua in via Nembrini, per riprendersi almeno 500 euro. Le cose, però, precipitarono in fretta: il ragazzo prese un martello e colpì Campa. Ne seguì una colluttazione e lo colpì altre volte, 24 in tutto. Incastrato dalle telecamere che lo ripresero in bicicletta vicino a casa della vittima, El Makkaoui crollò davanti ai carabinieri, spronato anche dal fratello, membro di una famiglia marocchina ben integrata nella vicina Castelli Calepio.

L’ex fidanzata Federica Campa, con l’avvocato Ennio Buffoli, è parte offesa come l’ex moglie della vittima. El Makkaoui, dopo aver compiuto l’omicidio, andò a prendere la giovane in aeroporto a Milano, di rientro dal villaggio turistico di Sharm El Sheik dove si trovava per lavoro. Consolò lei e anche l’ex moglie, che fino a quel momento nulla sapevano e nulla, probabilmente, potevano sospettare di lui.

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