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L'analisi

In provincia di Bergamo Fontana doppia gli avversari; la città resta amica del centrosinistra

In molti paesi orobici il centrodestra supera l'80% dei consensi. Male 5 Stelle e Azione, "regge" ma non sfonda il Pd

Bergamo. Il centrodestra vince in Regione Lombardia. Attilio Fontana trionfa, riconfermato Governatore, scavalcando Pierfrancesco Majorino e Letizia Moratti che arrivata terza sul podio dei Presidenti non entra nemmeno in consiglio regionale: la legge elettorale della Lombardia, infatti, prevede un posto in consiglio solo per il secondo arrivato e Moratti non ha inserito il suo nome in lista. Senza dimenticare, poi, che la sua civica, insieme ad Azione e Italia Viva non supera il 10%.

Una tornata elettorale, quella andata in scena il 12 e il 13 febbraio, che ha riservato, come sempre accade, gioie e dolori, vinti e sconfitti, ma anche amare sorprese. Non è una sorpresa a dire il vero la sconfitta di Piefrancesco Majorino e della coalizione di centrosinistra col Movimento 5 Stelle, coalizione creata a distanza ravvicinata dal voto. Non è una sorpresa anche perché da sempre si può dire che il dominio lombardo appartiene al centrodestra, un centrodestra che continua così a guidare la Regione tenendo ben salde le redini del suo regno. E lo fa senza diritto di successione, dando nuovamente ragione a un uomo, Attilio Fontana, che ha largamente sfondato il 50 per cento dei consensi.

E l’analisi è davvero ampia. A partire dai Dem, dove chi, contestualmente alla campagna elettorale, sta correndo per la carica di nuovo segretario nazionale – Bonaccini e Schlein – grida alla volontà di cambiare il partito, al Movimento 5 Stelle che raccoglie una manciata di voti ed è il grande sconfitto insieme al Terzo (?) polo di Calenda e Renzi, passando per Forza Italia che resta vicino ai numeri delle politiche di settembre, fino ad arrivare a una Lega in ripresa e a Fratelli d’Italia che continua la sua solitaria luna di miele coi cittadini.

In terra orobica il centrosinistra di Majorino vince solo in una manciata di Comuni, aggiudicandosi però il capoluogo Bergamo, insieme ai “piccoli” Oltressenda Alta e Castro.

Mentre Fontana in Bergamasca agguanta consensi in  numero maggiore rispetto alla media lombarda, assestandosi attorno al 60% contro il 56 della Lombardia. Al contrario il suo avversario Majorino prende qui meno che nel resto della regione: il 29% contro il 33%.

Bergamo città

La città, seppur non di molto, resta roccaforte del Pd: la lista Majorino tira il 44,28 delle preferenze, seguita da un centrodestra in risalita, al 41,29, 12,52% per Moratti e 1,91% per Ghidorzi. E la notizia è la caduta libera del Terzo Polo, che porta con sè le dimissioni di Niccolò Carretta, frontman della campagna elettorale e segretario regionale del partito.

Elettori: 94.923 | Votanti: 42.870 (45,16%) Schede nulle: 806 Schede bianche: 261 Schede contestate: 10.

Il dato curioso è il consenso, non scontato, della lista Alleanza Verdi Sinistra che lascia certo il podio al Partito Democratico (28%) ma scavalca i 5 Stelle, con il 6,94% dei voti, ultimi e dietro anche alla civica Lista Civica per Majorino Presidente (5,05%).

Può far meglio, invece, la Lega che raccoglie la metà dei consensi di Fratelli d’Italia, qualcosa oltre il 10% contro il 21,41% del primo partito in Italia, e la metà di quelli raccolti in provincia. Forza Italia perde anche nel capoluogo, superando di poco il 5%.

Terzo Polo e le dimissioni di Niccolò Carretta

Cercato telefonicamente e via messaggio, Carretta si è trincerato dietro un laconico “sono ko, non riesco a parlare”. Tanta è l’amarezza per una sconfitta forse inaspettata nei modi e nei numeri, ma non troppo per le scelte. Lo si era già capito a metà di questo folle mese trascorso ai mercati, ai gazebi, agli aperitivi, in mezzo alla gente, quando il partito, almeno nella Bergamasca, ha preso le distanze dalla lista civica della Moratti, quasi a dare un segnale ai suoi elettori, quasi come se il finale fosse già scritto. Sembrava di vedere quelle coppie separate in casa.

Questi i risultati di una scelta, la candidatura di letizia Moratti, forse mai capita, ma necessariamente accolta come un diktat calato dall’alto. Niccolò Carretta resta dunque fuori dal Consiglio Regionale, nonostante la moltitudine di preferenze prese, perché la sua Azione non è stata sufficientemente incisiva, perché il suo partito è rimasto indietro, tradito, se così si può dire, dalla stessa lista civica.

E se lui giura che non strapperà la tessera, rimanendo fedele alla maglia, è certo che ci vorrà del tempo per leccarsi le ferite e ricucirne una che, col senno di poi, forse, si poteva evitare. Intanto le dimissioni da segretario regionale sono state annunciate.

In provincia

In provincia, invece, la situazione sorride eccome al centrodestra che stravince, doppiando i voti del centrosinistra, con un 61,19% che parla da solo. Neanche gli fa il solletico la coalizione di Majorino, fermo al 28,96% e davanti solo al Terzo Polo con l’8% e all’uno e rotto per cento di Mara Ghidorzi di Unione Popolare.

Fratelli d’Italia vicinissimo alla stima dei dati nazionali, sopra il 28%, la Lega centra l’obiettivo predicato dal suo segretario provinciale Fabrizio Sala con il 19,96, seguita da Forza Italia con il 7,43%.

Il Pd arriva al 20% scarso, seguito da Alleanza Verdi Sinistra con il 3,04% che fa meglio del Movimento 5 Stelle, 2,84%, e Lista Civica Majorino Presidente chiude con il 2,34%.

In provincia tiene la Lega, soprattutto nei paesi piccoli, delle valli, dove in alcuni, addirittura, sfonda l’80%. È il caso di Fonteno, 86%; Dossena, 89%; Adrara, 88%; Oltre il Colle, 85%; Schilpario, 83%,; Gorno, 81%; Ornica e Valgoglio, Foppolo 89%. Per non parlare di Azzone dove arriva al 91%.

Anche in Val Seriana, nella terra colpita al cuore dalla pandemia Covid, con il record di vittime e le critiche alla gestione della sanità, Fontana e il centrodestra vincono, seppure con percentuali un po’ meno travolgenti rispetto al resto della provincia, senza bissare i risultati di qualche anno fa. A Nembro arrivano al 58% contro il 31% di Majorino, ad Alzano al 52% contro il 36%, ad Albino al 59% contro il 29%.

Percentuali altissime, ma certo più contenute rispetto al 70-80 per cento dei piccoli centri di montagna nell‘hinterland: a Curno il centrodestra prende il 53% dei consensi; a Treviglio il 50%; a Romano di Lombardia il 59%; a Stezzano il 51%.

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