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Quattro medaglie

Europei di ciclismo su pista, Simone Consonni e la consacrazione di un campione

Il brembatese è stato tra i grandi protagonisti della rassegna, con due ori e due argenti in cinque giorni

Gli Europei di ciclismo su pista sono stati la consacrazione definitiva per Simone Consonni. Il 28enne di Brembate Sopra è stato infatti il protagonista indiscusso della rassegna continentale andata in scena al Velodromo di Grenchen, in Svizzera, conquistando quattro dei sette podi colti dall’Italia in cinque giorni da gare.

Un bottino ben oltre le più rosee aspettative che prevedevano sì un ruolo da protagonista per il ciclista residente a Lallio, ma che in pochi si sarebbero immaginati potesse contenere due medaglie d’oro e due argenti soprattutto a fronte dei problemi fisici che l’hanno accompagnato alla vigilia.

Sorretto da una condizione invidiabile che gli aveva consentito di trionfare su strada nell’ultima tappa del Saudi Tour, il portacolori della Cofidis ha patito alla vigilia alcuni problemi alla schiena che lo hanno messo in allarme proprio in vista degli Europei e in particolare all’esordio nella corsa a punti.

Quella prova a cui Simone teneva particolarmente prendere parte (come più volte richiesto al commissario tecnico Marco Villa) e che il bergamasco ha affrontato senza particolari remore attaccando a ripetizione e prendendosi anche alcuni rischi nel finale, a fronte dei tentativi di rimonta imposti dal francese Donovan Grondin e dallo spagnolo Albert Torres Barcelo.

Alle spalle di questo atteggiamento particolarmente dispendioso vi è tuttavia la maturità di un atleta giunto al culmine della propria crescita e capace di gestire le proprie energie con grande accuratezza, facendole emergere nei momenti decisivi.

Ad accompagnare questo aspetto vi è sicuramente la forza della squadra, emersa in occasione dell’inseguimento a squadre, vinto nonostante l’assenza di Consonni che ha offerto il proprio contributo nei turni preliminari, festeggiando successivamente il titolo con i compagni di squadra trascinati da Filippo Ganna.

simone consonni oro

Il medesimo discorso vale per l’omnium, competizione che il campione olimpico ha dovuto affrontare in extremis in seguito al forfait di Elia Viviani ricoprendo a tutti gli effetti il ruolo di “capitano” della Nazionale e onorandolo al meglio con un secondo posto alle spalle soltanto di un imprendibile Benjamin Thomas.

Il desiderio di spendersi a favore della causa azzurra è emerso anche nella madison finale dove soltanto un pizzico di sfortuna ha impedito a Consonni e al compagno Michele Scartezzini di guadagnare quel giro decisivo ai fini della vittoria e vedersi sfilare dal collo un oro storico all’ultimo giro.

Se il brembatese si è preso tutta la scena, in campo femminile vanno annoverate le due medaglie di Elisa Balsamo, chiamata a guidare le azzurre verso le Olimpiadi di Parigi 2024 e probabilmente ancora alla ricerca della condizione migliore.

La 24enne residente di Sarnico è comunque apparsa fra le più pimpanti del gruppo tricolore confermandosi un pilastro nell’inseguimento a squadre che ha visto le campionesse iridate arrendersi al cospetto delle inglesi trascinate da Katie Archibald.

In compagnia della brembatese Martina Fidanza (apparsa sottotono nello “suo” scratch), della milanese Martina Alzini e della toscana Vittoria Guazzini, l’ex campionessa del mondo su strada ha dovuto fare fronte ad alcuni errori di gestione emersi durante in finale e che le hanno impedito di giocarsi quella maglia che appare quasi stregata.

Il medesimo discorso si potrebbe fare anche per la madison dove Balsamo e Guazzini non sono riuscite a lottare per il gradino più alto del podio a causa di alcune incomprensioni nei cambi, punti da cui partire per puntare ancor più in alto in vista dell’evento a cinque cerchi in programma fra poco più di un anno.

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