Romano di Lombardia. Una bara chiara cosparsa di rose bianche e tanti cuori, due nastri giallo-azzurri come i colori della sua ucraina, il forte dolore di papà Oleksander: si sono svolti nella mattinata di venerdì 10 febbraio nella chiesa parrocchiale di Romano di Lombardia, i funerali di Yana Malaiko, la 23enne uccisa dall’ex fidanzato a Castiglione delle Stiviere.
Papà Oleksander e i nonni Giovanni e Larissa avevano chiesto al Comune di Romano la possibilità di tumulare la salma della giovane nel paese in cui aveva vissuto prima di trasferirsi in provincia di Mantova
Qui, in provincia di Mantova, la giovane Yana ha trovato la morte, uccisa dall’ex fidanzato Dumitru Stratan il 20 gennaio scorso: dall’autopsia eseguita il 5 febbraio all’ospedale Carlo Poma di Mantova dalla dottoressa Giovanna Del Balzo, anatomopatologa dell’Università di Verona, sarebbe emerso come la causa del decesso sia attribuibile alle violente percosse alla testa con una spranga di ferro e a soffocamento, forse con un cuscino.
Qualche giorno prima il cadavere di Yana era stato trovato nascosto tra i rovi, sotto una catasta di legna, in un campo al confine tra le province di Mantova e di Brescia, nei pressi di una centrale elettrica di Lonato del Garda.
L’ex fidanzato, 34 anni, di origine moldava, era già in carcere, arrestato perché gravemente indiziato dell’omicidio della ragazza, ma interrogato dal pubblico ministero si era avvalso della facoltà di non rispondere.
Ma alcune immagini delle telecamere di videosorveglianza del condominio dove abitava, a Castiglione delle Stiviere, l’avevano immortalato mentre usciva di casa trascinando un grosso sacco giù dalle scale e caricarlo nel bagagliaio della sua auto: da subito gli inquirenti non avevano avuto dubbi che all’interno vi fosse il corpo senza vita della giovane Yana, forse uccisa poco prima all’interno dell’appartamento che il 34enne aveva cercato di ripulire.
Durante l’omelia è stata ricordata la grande sofferenza patita in giovanissima età da Yana, una malformazione che ha curato in Italia: “Eri un meraviglioso cigno – ha sottolineato il sacerdote – Spiccavi per la tua bellezza, non solo fisica. Per il tuo sorriso. Già da bambina avevi la capacità di concentrare attorno a te tante persone. Tuo papà nella vita ti ha insegnato a combattere, anche contro quei maschi che pensano solo di avere la proprietà della donna che amano. I tuoi genitori sono da ammirare: chiedono giustizia proporzionata alla gravità del fatto compiuto, ma mai parole d’odio”.
Toccante anche il ricordo di Angelo Lino Murtas, ex vicequestore e oggi avvocato della famiglia: “Aveva una voce bellissima. In questi giorni tante persone l’hanno vista cantare, in un video, una canzone ucraina: parla di una ragazza che è stata lasciata e parlando col suo fidanzato dice ‘Io ti ho amato, non colpirmi, non colpirmi’. Ironia della sorte è che qualcuno invece l’ha colpita. Papà Oleksander è sicuro che lei sarebbe arrivata a Sanremo e con la sua voce avrebbe avuto successo”.
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