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L'intervista

Gamec, Giusti: “L’arte pone domande, la Capitale della cultura è una grande opportunità” fotogallery video

Il direttore della Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo illustra la mostra "Salto nel vuoto", che si può visitare dal 3 febbraio al 28 maggio

Bergamo. “È difficile che l’arte dia risposte. Generalmente pone domande – anche importanti – e questa mostra suscita molteplici interrogativi”. Così il direttore della GAMeC, Lorenzo Giusti, illustra “Salto nel vuoto”, il terzo e ultimo capitolo del progetto espositivo pluriennale dedicato all’indagine sulla materia nell’arte del XX e del XXI secolo a cui si è dedicata la Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea cittadina.

L’esposizione, a cura di Lorenzo Giusti e Domenico Quaranta, si potrà visitare dal 3 febbraio al 28 maggio e si inserisce nel programma delle iniziative di Bergamo Brescia capitale italiana della cultura 2023, importante appuntamento per la promozione e la valorizzazione del territorio.

Abbiamo intervistato Lorenzo Giusti per saperne di più.

Cosa propone questa mostra ai visitatori?

Un percorso in una possibile storia dell’arte, guardando agli ultimi cent’anni. In modo particolare, tratta due dimensioni: quella del vuoto, quindi la possibile assenza di materia, e quella della smaterializzazione, con opere che hanno a che fare perché direttamente generate oppure perché riflettono sull’idea del flusso, il flusso dei dati informativi, il digitale, le nostre memorie e a chi sono affidate, la simulazione e la simulazione del reale. Si interrogano anche sulla modalità con cui oggi, attraverso le nuove tecnologie, facciamo esperienza del dato concreto attorno a noi.

Come si inserisce questa mostra nell’anno di Bergamo Brescia capitale della cultura? Perché è importante questo appuntamento?

È un’occasione per presentarci al meglio delle nostre potenzialità e per allargare il nostro pubblico perché immaginiamo che possano arrivare a Bergamo persone che magari non hanno visitato la città prima d’ora. In qualche modo è un test: siamo stati sollecitati a provare a dare di più ed è quello che abbiamo cercato di fare. Alla fine dell’anno tracceremo i bilanci.

Come dialoga l’arte moderna e contemporanea con la nostra vita e con la città?

L’arte prima di tutto interroga, difficilmente dà risposte. Il più delle volte pone domande – anche importanti – e quelle che suscita questa mostra sono molteplici. Un filone secondo me significativo, che è anche uno strumento nelle mani dei nostri servizi educativi, per esempio, è quello che ci porta a riflettere su quali siano i rischi e i pericoli di una certa manipolazione della realtà e della realtà concreta attraverso i linguaggi, gli strumenti e le tecnologie digitali.

Lorenzo Giusti

Ci spieghi.

Credo che per le nuove generazioni sia significativo imparare a leggere la realtà attraverso gli strumenti di cui tutti siamo dotati e che, il più delle volte, ci presentano la realtà. Questo è il ruolo dell’arte, ma allo stesso tempo sono convinto che non debba avere un ruolo: deve essere libera di esprimersi. Non dobbiamo dare degli obiettivi alla sperimentazione artistica: siamo noi istituzioni, curatori, fruitori e pubblico a dover cercare di fare sintesi di quelle che sono le suggestioni che ci dà in una forma molto libera e aperta.

Per concludere, quali sono i prossimi progetti della GAMeC?

Abbiamo un programma molto ricco per tutto il 2023. Inoltre stiamo riflettendo sulla modalità giusta e più interessante di operare negli anni che ci divideranno fra questo anno speciale per la città e il 2026, quando presumibilmente saremo in grado di trasferirci nella nuova sede. Vorremmo che fosse un biennio di sperimentazione, di stretto contatto con le comunità di questo territorio che ci proponiamo di chiamare a una partecipazione attiva.

La nuova sede sarà collocata in quello che diventerà l’ex palazzetto dello sport. Questa location è stata scelta per qualche motivo particolare?

È un’idea che ho ereditato. L’amministrazione ha individuato quel luogo come un possibile spazio adatto per ospitare la nuova sede della GAMeC. Credo che sia una scelta felice perché parliamo di una struttura vicina a quella attuale e all’Accademia Carrara, quindi stiamo continuando a portare avanti la visione di un’area, di un quartiere culturale dell’arte in città, un secondo polo di attrazione non solo turistica, soprattutto per i cittadini, al di là di Città Alta.

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