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Dopo il ritrovamento del corpo

Il dolore del papà di Yana: “Ora sia fatta giustizia. L’ultimo saluto a Romano, dov’è cresciuta” fotogallery

Il cadavere della 23enne nascosto tra i rovi in un campo al confine tra le province di Mantova e di Brescia. L'ex fidanzato in carcere per omicidio

La volontà della famiglia è quella di celebrare i funerali di Yana a Romano di Lombardia, dove è cresciuta insieme al papà e ai nonni.

Lo fa sapere Francesco Porrello, dirigente del Nuovo Sindacato Carabinieri di stanza a Treviglio, che in questi lunghi e interminabili tredici giorni è stato accanto a Oleksander Malaiko, il padre di Yana, la 23enne ucraina ritrovata senza vita mercoledì pomeriggio in aperta campagna, tra il Bresciano e il Mantovano, dove si erano sin da subito concentrate le ricerche per localizzare il corpo. Sospettato dell’omicidio della giovane è l’ex fidanzato Dumitru Stratan, 33 anni, con il quale Yana aveva avuto una relazione terminata a inizio anno. Dal momento dell’arresto, lo scorso 20 gennaio, non ha mai parlato: si è avvalso della facoltà di non rispondere in due interrogatori ed è detenuto in carcere a Mantova.

Porrello e Malaiko sono legati da una solida amicizia, nata mentre il padre di Yana cercava lavoro: in Ucraina Sales manager (ovvero direttore delle vendite per un’azienda), in Italia faticava a trovare occupazione e Porrello gli ha dato una mano. “È il fratello che non ho mai avuto” racconta oggi il militare in forza al comando della Bassa, che in questi giorni ha prestato all’amico fraterno supporto, morale e non solo: aiutandolo a rapportarsi innanzitutto con le forze dell’ordine e l’autorità giudiziaria, ma anche con la stampa che ha dedicato ampio spazio al caso.

I due erano insieme anche mercoledì, nel giorno forse più difficile. Perché il padre di Yana “un sottilissimo filo di speranza” – come lo definisce lui stesso – lo coltivava ancora. “Ora è tutto finito, sono rimasti soltanto rabbia e dolore. Incommensurabili”. Il papà della giovane, 45 anni, non nomina mai il presunto assassino. “Spero solo che paghi il prezzo più alto”, si limita a commentare ringraziando con un filo di voce i carabinieri, la protezione civile e tutti i volontari che hanno dato una mano nelle ricerche, anche nei punti più ostili: a volte in mezzo al fango, altre al buio e al freddo. Qualcuno è arrivato anche da Romano di Lombardia: “La vicinanza che hanno dimostrato ci aiuta ad andare avanti – dice il papà di Yana – fiduciosi che la giustizia faccia il suo corso” (ad assisterlo c’è l’avvocato Angelo Lino Murtas, ex vice questore a Treviglio). Alla figlia rivolge alcune tenere parole: “La amerò per tutta la vita. Era la mia anima, il mio cuore”.

Il corpo della 23enne era nascosto sotto a un cumulo di sterpaglie secche nei pressi di una centrale elettrica. La sera, vicino al luogo del ritrovamento, si è tenuta una fiaccolata durante la quale hanno preso parola o lasciato un pensiero molte persone, non necessariamente strette conoscenti della vittima. “Perché in circostanze come questa – ha detto una di loro – nessuna famiglia va lasciata sola”.

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