Boltiere. Avrebbe inserito dell’aria compressa in una molla per facilitarne il posizionamento tra il telaio e la ruota del camion che stava sistemando. Ma il componente è esploso, l’ha centrato in pieno petto provocandone il decesso nel giro di poche ore.
Nuova udienza del processo per l’incidente sul lavoro costato la vita a Leonardo Scarpellini, meccanico di 24 anni, morto il 19 gennaio 2017 alla Volvo Truck Center di Boltiere.
Martedì mattina ha deposto il consulente dell’accusa, l’ingegner Paolo Panzeri, secondo il quale la molla non presentava alcun difetto. “Volvo ha una procedura scritta per ogni operazione, consultabile da tutti gli operai accedendo ad un terminale presente in azienda. Anche per l’inserimento delle molle ad aria ce n’è una, e non prevede l’utilizzo di aria compressa per agevolare la manovra. Non la vieta, ma non la prevede”, ha dichiarato durante la sua deposizione.
Inoltre, secondo il consulente, sulla molla stessa ci sarebbe un alert, un adesivo che mette in guardia proprio dalla pericolosità di utilizzare aria compressa per inserire il componente nella sede designata. L’aria va sì inserita, ma solo in un secondo momento, quando la molla è già stata posizionata manualmente.
Nel corso dell’udienza è stato sentito anche l’imputato, Giovanni Lo Bianco, amministratore delegato di Volvo Group Italia. “La morte di Scarpellini è l’unico evento drammatico della mia carriera – ha dichiarato -. Un dispiacere grande, che non potrò mai dimenticare”.
Lo Bianco ha poi specificato che ogni meccanico deve affrontare un percorso di formazione affiancato da un collega esperto e che nessuno gli aveva mai segnalato un omesso rispetto delle procedure previste dall’azienda.
Leonardo Scarpellini aveva lavorato alla Volvo Truck Center per due anni con contratti a termine e, solo una settimana prima del tragico incidente, era stato assunto a tempo indeterminato.
La prossima udienza è stata fissata il 21 febbraio, durante la quale verranno sentiti i testimoni della difesa.
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