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Appunti&virgole

L’Atalanta non fa gol. E per Gasp l’Inter a San Siro resta un tabù fotogallery

Mai vinto a Milano e anche la Coppa Italia conferma le difficoltà contro gli altri nerazzurri. Dea poco brillante, si salva la difesa

Tu chiamale, se vuoi, allergie. Le statistiche spesso non tradiscono e, a parte quella che riporta al 1970, non c’è traccia di un’altra vittoria dell’Atalanta in Coppa Italia a San Siro contro l’Inter. Per venire all’attualità, quante volte la bellissima Atalanta di Gasperini, fortissima fuori casa, è riuscita a vincere contro l’Inter? Due su 14 partite, 13 di campionato e una di Coppa Italia. Mai a Milano. È quasi una regola, purtroppo: giochi bene all’andata in campionato, ma prendi comunque tre gol e riesci a farne due, giochi meno bene, più prudente per non prenderle e magari puntare al contropiede, ma basta un gol per tornare a casa e uscire dalla Coppa. Deluso anche Gasperini, che parla di squadra “con poche energie, poca velocità e reattività, sotto ritmo e sotto tono in certe zone”. Anche per lui, il miglior allenatore possibile per l’Atalanta, l’Inter resta una specie di tabù e non riesce quasi mai a venirne a capo.

Magari aver cambiato il tridente più offensivo, Boga-Lookman-Hojlund che invece era stato presentato sul campo della Juve, può essere stato anche per la squadra un segnale di minor aggressività, l’idea di voler forse colpire nel secondo tempo gli avversari, con la velocità dei due attaccanti terribili che erano rimasti inizialmente in panchina. Caso vuole che tre minuti dopo il loro ingresso l’Inter abbia fatto gol e nemmeno Lookman e Hojlund sono poi riusciti a ribaltare la partita. Anzi, le palle gol vere le hanno avute Zapata di testa e Maehle, ancora sullo 0-0. Ma Zapata non ha più lo spunto dei tempi migliori…e il paragone con l’attuale Lukaku, che ancora deve ritrovarsi, non è proprio fuori luogo. Però l’Inter ci ha messo qualcosa in più per vincere, l’abbiamo visto tutti.

Dalla cintola in giù era la stessa Atalanta che ha avuto ragione della Sampdoria, con il buon gioco, con pazienza, con gli spunti individuali e la velocità di Boga, di Maehle, di Lookman. Contro l’Inter due su tre erano gli stessi del tridente schierato il 13 novembre nella partita persa 2-3, allora Pasalic-Zapata-Lookman, stavolta Pasalic-Boga-Zapata. Le qualità di Pasalic e Zapata non si discutono, però è un dato di fatto che il Pasalic tornato dai Mondiali non è il SuperMario di certe partite e si è avuta più di una prova sulla fatica di Zapata per tornare il bomber che conoscevamo. Il gol sbagliato di testa a San Siro non è da Duvàn, più veniale l’errore di Maehle che aveva già segnato per due partite consecutive.

Chi è entrato nella ripresa non ha poi saputo far compiere alla squadra quel salto di qualità che spesso si otteneva, soprattutto con Muriel, dagli uomini della panchina. Ha fatto bella figura la difesa, con Djimsiti preferito a un Demiral messo fuori, come Skriniar, anche per le voci di mercato, oltre che per un feeling che sembra in ribasso con Gasp.

Il dato che salta all’occhio è quello dell’attacco: dopo oltre tre mesi (Atalanta-Lazio 0-2 il 23 ottobre, Hojlund allora non era neanche entrato in campo) la Dea resta a digiuno di gol, ovvio che se ti manca il tuo punto forte diventa poi un problema pensare di vincere. E, obiettivamente, vero che non s’è vista l’Atalanta migliore, la squadra brillante delle ultime esibizioni, ma ci sono anche gli avversari e si può pure ammettere la forza dell’Inter, grazie anche alla profondità di una rosa per cui, se cambi Lukaku, puoi far entrare Dzeko che a Bergamo aveva segnato due gol, così come Dimarco e altri…

 

Peccato per la Coppa Italia, che finisce qui. Senza bisogno di interpretare o travisare le parole di Gasperini: quando ha detto che sembrava più diretta la strada del campionato per l’Europa, rispetto alla Coppa Italia, ha realisticamente guardato una classifica in cui l’Atalanta se la sta giocando con le altre big e ha a disposizione ancora 18 partite, mentre in Coppa serviva, in partita secca, un’impresa riuscita l’ultima volta, a San Siro, solo nove anni fa (2-1).

Ora l’Atalanta deve recuperare energie per riprendere la corsa in campionato sabato sera 4 febbraio a Reggio col Sassuolo, poi sarà duro l’esame Lazio, primo di altri scontri in casa delle big, Milan, Napoli. Che diranno molto altro sulla corsa europea della Dea.

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