Bergamo. Oro per Sara Conti e Niccolò Macii, argento per Rebecca Ghilardi e Filippo Ambrosini, più bronzo per i tedeschi Annita Hocke e Robert Kunkel. A Espoo, agli Europei che si stanno disputando in Finlandia, l’Italia ha conquistato i primi due gradini del podio, ma il vero vincitore è IceLab, che sul podio ha portato tre coppie.
Un en plein storico per il laboratorio che “ci riempie di grande entusiasmo”, ammette la presidente Federica Pesenti. “Il lavoro sulle coppie di artistico parte da molto lontano, dalla coppia Marchei-Hotarek e da Della Monica-Guarise, che si allenavano in IceLab e hanno passato il testimone a questi giovani ragazzi che si stanno dimostrando all’altezza. Li ho sentiti, erano veramente contenti: avranno modo di metabolizzare questo grande successo. Li accoglieremo come campioni e ci organizzeremo per festeggiare al meglio”.
È un trionfo bergamasco, visto che diversi atleti sono nati e cresciuti sul territorio: Conti è di Zanica, Ghilardi di Pedrengo. “E ciò rende fieri tutti gli allenatori di IceLab, perché questi ragazzi sono diventati atleti di coppia dopo esser stati atleti singoli: tanti coach che sono qui li han visti crescere e raggiungere risultati. È un lavoro di équipe, fatto anche fuori dal ghiaccio, dai preparatori agli allenatori specifici, fino alle persone che si occupano della parte psicologica e della nutrizione. Un successo di un gruppo”.
L’oro di Conti e Macii e l’argento di Ghilardi-Ambrosini seguo a ruota il risultato del campionato italiano, centrato lo scorso dicembre. Un mese dopo, le medaglie europee: “Ma non lo definirei inaspettato, perché sapevamo il valore dei nostri ragazzi e conoscevamo le coppie con cui dovevano confrontarsi. Ci speravamo. Certo, per una tripletta così è andato tutto esattamente come doveva andare. Sono contenta per i ragazzi che hanno lavorato con impegno e costanza sapendo di dover realizzare un sogno immenso e ce l’hanno fatto”.
La ISU, International Skating Union, ha riconosciuto IceLab come centro d’eccellenza mondiale, uno dei cinque in tutto il mondo. I risultati seguono in linea quello che è il modus operandi che la presidente e chi ha lavorato alla costruzione del centro: uno sviluppo continuo. “Il primo giorno che incontrai Franca Bianconi, direttore tecnico di IceLab, dissi che avevo in mente di costruire una pista del ghiaccio e che noi avremmo pensato al contenitore, ma avremmo avuto bisogno del contenuto. Lei mi chiese quale fosse il progetto, le risposi che volevo creare un centro d’eccellenza. Ed è lì che siamo arrivati, quindi sono molto soddisfatta. Abbiamo voluto chiamarlo Laboratorio perché volevo che fosse qualcosa di innovativo sotto ogni punto di vista, che va contro la mentalità dell’accademia chiusa all’interno di paradigmi rigidi che si ripropongono. Il progetto era quello di adattarsi alle esigenze di ogni singolo atleta personalizzando l’allenamento e dargli tutto quanto necessario per dare il meglio di sé”.
Per la struttura aperta dal 2016 è solo l’inizio di una storia ancora tutta da scrivere: “Scaramanticamente non dico mai nulla, ma si lavora sapendo di avere dei sogni che nel momento in cui si trasformano in progetti e vengono perseguiti con lavoro e impegno diventano realtà. Abbiamo tanti altri sogni”.
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