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L'opera

Il “Busto di giapponese” di Giacomo Manzù in mostra in piazza Vittorio Veneto fotogallery

Da giovedì in piazza Vittorio Veneto, nella sede di Intesa Sanpaolo e della Fondazione Banca Popolare di Bergamo. La scultura è stata donata nel 2022 dagli eredi Manzù. Armando Santus, presidente Fondazione Bpb: "Insieme ad Intesa apriamo l’anno della Capitale della Cultura nel segno della valorizzazione dell’arte"

Bergamo. La scultura bronzea di Giacomo Manzù Busto di giapponese si avvicina al pubblico grazie alla sua nuova collocazione all’ingresso della filiale di Intesa Sanpaolo in Piazza Vittorio Veneto, nel centro di Bergamo.

L’opera, realizzata come esemplare unico nel 1980 dallo scultore bergamasco Giacomo Manzù (Bergamo, 1908 – Roma, 1991), nel 2022 è stata donata dagli eredi Manzù a Fondazione Banca Popolare di Bergamo, protagonista – insieme a Fondazione Giacomo Manzù, Università degli studi di Bergamo e Università degli Studi Roma Tre – di un articolato percorso di valorizzazione della storia e delle opere dell’artista avviato negli scorsi mesi che ha portato, tra le altre cose, alla pubblicazione del primo catalogo digitale ragionato dedicato alla produzione artistica di Giacomo Manzù (consultabile gratuitamente al link https://manzu.catalogo-generale.com/).

Il Busto di giapponese (dimensioni 51,5 cm x 58 x 35) si trovava fino ad oggi al primo piano del palazzo di piazza Vittorio Veneto, sede della Direzione Regionale Lombardia Nord di Intesa Sanpaolo nonché della Fondazione Banca Popolare di Bergamo, ed è stata spostata al piano terra, in una nicchia che si trova sul lato destro dell’atrio dell’edificio, a cui si accede dalla Piazza. Si tratta di una collocazione che rende la scultura più accessibile anche al pubblico di passaggio in città. Una scelta, questa, condivisa tra Fondazione Banca Popolare di Bergamo e Intesa Sanpaolo, oggi impegnate insieme nel dare continuità alle iniziative filantropiche che la Fondazione promuove a vantaggio del territorio da oltre 30 anni (dal 1991): iniziative di tutela, promozione e valorizzazione delle opere di interesse artistico e storico del territorio, attività di assistenza sociale e socio-sanitaria e legate alla ricerca scientifica di particolare interesse sociale, all’istruzione e alla formazione.

Gianluigi Venturini, Direttore regionale Lombardia Nord Intesa Sanpaolo: “Siamo onorati di poter ospitare il “Busto di giapponese” di Giacomo Manzù nella nostra centralissima filiale di piazza Vittorio Veneto per renderla maggiormente fruibile al pubblico e ai nostri clienti. Animati dalla volontà comune con la Fondazione Banca Popolare di Bergamo di valorizzare appieno il patrimonio artistico del territorio orobico, siamo a fianco delle prestigiose istituzioni bergamasche per celebrare l’anno della Capitale della Cultura e con questa iniziativa confermiamo la nostra attenzione al territorio e la nostra tradizione volta a diffondere il valore della cultura, dell’identità e della bellezza artistica. Nella nostra sede è presente anche un’altra prestigiosa scultura di Giacomo Manzù, il “Grande cardinale seduto”, esposta nel chiostro di Santa Marta, un luogo suggestivo e ricco di storia”.

Armando Santus, Presidente Fondazione Banca Popolare di Bergamo: “Siamo grati agli eredi di Giacomo Manzù per avere donato alla nostra Fondazione questa preziosa opera: un oggetto d’arte unico, dal momento che non è nota la realizzazione di alcuna copia della stessa. Ciò che di meglio si può fare quando si ha a disposizione un’opera d’arte è renderla il più possibile fruibile da parte del pubblico: per questo abbiamo deciso di spostarla all’ingresso del palazzo – che ospita la sede di Fondazione Bpb – per permettere a tutti coloro che transiteranno nel centro cittadino di ammirarla. Insieme ad Intesa Sanpaolo l’anno di Bergamo Brescia Capitale della Cultura comincia così con un’iniziativa che valorizza l’arte e la avvicina alle persone”.

Giulia Manzoni, Presidente Fondazione Giacomo Manzù: “La scelta di collocare una scultura in uno spazio che sia in grado di darle maggiore visibilità rende non solo l’opera fruibile da parte di un pubblico più ampio, ma dà anche l’opportunità di approfondire una storia, quella dell’artista e del suo contributo al contesto culturale all’interno del quale ha operato. Un’attenzione che ci fa piacere vedere crescere a Bergamo, terra d’origine di Giacomo Manzù che insieme a Brescia si fregia nel 2023 del titolo di Capitale Italiana della Cultura. Il nostro ringraziamento va ad Intesa Sanpaolo per la disponibilità dei propri spazi e a Fondazione Banca Popolare di Bergamo, attenta protagonista dell’articolato percorso, avviato negli scorsi mesi, che punta alla promozione e alla valorizzazione del lavoro a cui mio padre ha dedicato tutta la sua vita”.

LA SCHEDA

Il


Soggetto e tecnica: scultura in bronzo
Misure: 51,5 cm X 58 X 35
Data di esecuzione: 1980
Esemplare unico

Giacomo Manzù esegue diversi ritratti e busti di donne giapponesi, le considerava delle statue viventi: molti erano i personaggi femminili che venivano a trovare il Maestro nella sua casa-museo-
studio, e Manzù era affascinato dalla loro forma, dal loro senso di fermezza e di immutabilità.

Negli anni ‘70 Manzù intraprende un’intensa attività espositiva in Giappone, in particolare con una personale al Museo d’Arte Moderna di Tokyo e di Osaka, mentre nel 1984 l’Open Air Museum di
Hakone dedica all’artista una sala permanente. Risale proprio agli anni ‘70 e ‘80 la produzione da parte del Manzù di diverse opere che ritraggono donne giapponesi.

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