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Presunto femminicidio

Gli ultimi giorni di Yana nella lettera della mamma: “Spero ancora di trovarla viva”

Tatiana Serbenchuk, madre della 23enne, ripercorre gli ultimi contatti con la figlia: "Con l'ex fidanzato qualche momento di tensione dopo la rottura, ma tutto sembrava tornato tranquillo. Ora dica la verità"

Non si fermano le ricerche per trovare il corpo di Yana Malaiko, la 23enne scomparsa nel nulla il 20 gennaio. “Mi aggrappo alla piccola speranza di rivedere mia figlia viva – scrive la mamma Tatiana Serbenchuk in una lettera dal Canada -. Negli ultimi mesi Yana si lamentava del suo compagno”, ovvero l’ex fidanzato D.S., in carcere con le pesanti accuse di omicidio volontario premeditato e occultamento di cadavere. “Molto spesso abusava di alcol e scompariva in compagnia di amici fino al mattino, ma lei non voleva assolutamente cambiarlo”. Ci aveva provato, ma i suoi tentativi, a quanto pare, si erano rivelati inutili.

Negli ultimi tempi Yana – sempre secondo il racconto della madre – sospettava che il compagno facesse “uso di droghe”. E pure la sorella dell’ex fidanzato – la prima ad allertare i carabinieri per la scomparsa della ragazza – avrebbe appoggiato la decisione della 23enne di lasciarlo. La madre ha saputo della fine della relazione il 7 gennaio: “Yana mi ha detto che il compagno l’aveva accettata senza discutere. Lei era rimasta nel suo appartamento e lui non aveva mostrato aggressività”. Soltanto il giorno dopo, tra i due si sarebbe alzata un po’ la tensione: “Lui l’ha definita traditrice e ha cercato di farle sentire la colpa, ma quando le ho chiesto se l’avesse offesa Yana ha risposto di no. Il 10 gennaio piangeva, ma il giorno dopo tutto era calmo”. Tant’è che lei era rimasta nell’appartamento sopra il bar dove i due hanno convissuto per tre anni.

L’ultima conversazione video risale al 18 gennaio: “Yana era molto allegra – dice la madre -. Parlava dei piani per il futuro ed era contenta di andarsene. Voleva una famiglia e ha fatto tutto il possibile per averla, ma si è resa conto che lui non gliela avrebbe mai data”. La lettera si conclude con questa frase: “Ora Yana non c’è più e l’unica persona che sa dove è tace. Ridateci la nostra unica figlia”. Lunedì il gip ha convalidato il fermo di D.S., il 34enne di nazionalità moldava che secondo gli inquirenti l’avrebbe uccisa ma che, per ora, non sta collaborando con le forze dell’ordine.

Yana è cresciuta in provincia di Bergamo: ha studiato all’Ettore Majorana di Seriate e lavorato come barista a Covo e Romano di Lombardia, dove ha vissuto con il padre e i nonni. Ed è proprio a Romano che domenica il padre, Oleksander Malaiko, ha lanciato un appello per incontrare l’ex fidanzato in carcere: per “guardarlo negli occhi” e porgli la fatidica domanda: “Dov’è mia figlia?”.

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