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Lo spettacolo

I Nuovi Mille: un grande spettacolo per il nuovo Risorgimento di Bergamo fotogallery

Sul grande palco in Piazza Vittorio Veneto mille cittadini bergamaschi hanno dato il via a Bergamo Capitale Italiana della Cultura, guidati da Francesco Micheli. Colori, luci, suoni e danze: brace sotto la cenere, pronta ad ardere di nuovo verso il futuro

“Sòta la sènder brasca” (sotto la cenere brace). Così, citando le parole di Giacinto Gambirasio, Francesco Micheli, ideatore e direttore, ha dato il via a “I Nuovi Mille”. Uno spettacolo pieno di colori, luci, suoni, danza, che ha portato sul grande palco allestito per l’occasione in Piazza Vittorio Veneto nel tardo pomeriggio di sabato 21 gennaio.

Spettacolo che, all’interno della cerimonia di inaugurazione di Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023, ha visto protagonisti i “Nuovi Mille”, mille cittadini bergamaschi che saranno artefici della Bergamo del futuro, una città più innovativa, sostenibile ed inclusiva. I Nuovi Mille che sono la brace sotto la cenere, le nuove generazioni protagoniste del nuovo Risorgimento di Bergamo.

Una città “tosta ma esaltante”, dove per vivere appieno bisogna sentirsi costantemente come funamboli sopra un filo. Un filo da percorrere però danzando, come hanno mostrato l’energia e la vitalità di oltre 250 ballerini delle scuole di danza della provincia. Un filo che collega anche passato e futuro, sulle braci di ricordi senza tempo ravvivate da una Bergamo che guarda oltre, verso l’orizzonte. Così “Noter de Berghem”, accompagnato da un gruppo di cornamuse, risuona con il canto di abitanti di Bergamo provenienti da Brasile, Turchia, Bolivia, Cina ed Ucraina. Un canto dialettale che diventa inno di integrazione, intonato da abitanti che hanno girato il Mondo prima di stabilirsi in città.

Danza, canto, viaggio, ma anche voglia e spirito d’adattamento. Caratteristiche di un Arlecchino, maschera simbolo di Bergamo, che attraversa il grande palco grazie alla vitalità di Matilde Facheris. Un Arlecchino che diventa Arlecchina (anche grazie allo splendido abito realizzato dagli studenti dell’Istituto Caniana). Arlecchina che guarda alla sua terra, “terra, che ‘l Serio bagna e l’Brembo inonda, / che monti, e valli mostri all’una mano, / ed all’altra il tuo verde, e largo piano / or ampia, ed or sublime, ed or profonda”. Parole di Torquato Tasso, un sonetto reinterpretato in chiave rap, in un ideale “featuring” con il rapper bergamasco Plaste.

Un’Arlecchina che danza su una Terra (“bella, ma fragile”) che possa essere, per i Nuovi Mille, attraversata dalla pace. Una pace chiamata, gridata, dalle giovani generazioni che con la loro luce hanno dato nuova linfa ai colori di Arlecchina. Il rosso dell’amore, il verde della primavera, il viola della danza, il blu della libertà sconfinata. I colori dei Giovani Wannabe, colori delle pezze del vestito di Arlecchino, stracci raccolti lungo il cammino e con il duro lavoro. Lavoro che per Arlecchina è celebrazione di vita, come l’orchestra di lavoratori che, attraverso un brano, ha riproposto il suono eroico di chi, con il duro lavoro, si impegna per costruire un mondo migliore.

Un’ Arlecchina visionaria, che con le sue pezze multicolori anima la tela bianca del mondo. Colori che rappresentano l’intera comunità, in grado di colorare il costume bianco che è simbolo della mappa della città. Una Bergamo pronta a festeggiare l’inizio di quest’anno come Capitale Italiana della Cultura. “Mesci, mesci e sperda il vento / ogni cura, ogni lamento” risuona nei “Bevitori” di Donizetti: così si parte, con un brindisi alla vita, alla salute di una Bergamo ora Regina.

Regina che, come una fenice, si sta rigenerando dalle proprie ceneri. Tra i Nuovi Mille, non possono mancare medici ed infermieri, in prima linea durante i mesi più duri della Pandemia. Anche per questo, per il dolore di quei momenti, Bergamo e Brescia oggi sono pronte per rinascere, attraverso la cultura. “Se siamo qui, è perché la regina Bergamo è caduta, ma si è rialzata – spiega Micheli – Da qui, parte il nuovo Risorgimento”. “Sòta la sènder brasca”. Sotto la cenere, ritornano i colori sfavillanti dei Nuovi Mille, Risorgimento di una Bergamo proiettata verso il futuro.

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