Domenica Juventus e Atalanta si affrontano in quello che è a tutti gli effetti uno scontro diretto per la corsa alla Champions League. Sono separate soltanto da tre punti in classifica, 37 punti i bianconeri contro i 34 della Dea, ma a proposito di distanze quella che traccia davvero un solco tra le due realtà, dal punto di vista del campo, è quella filosofica.
Da un lato Gian Piero Gasperini, che nel 2023 ha varato il ritorno al “farne uno in più degli avversari” come ribadito dopo il 5-2 allo Spezia; dall’altra Massimiliano Allegri e il diktat del prendere meno reti possibili, che ha portato anche a una serie di 8 successi in fila in ambito nazionale senza mai subire un gol, fino alle cinque sberle rimediate sul campo del Napoli.
Uno scontro filosofico che ha radici ben più profonde che un semplice periodo. Una storia ben nota e che già in più di un’occasione ha misurato gli scontri diretti tra le due squadre. Quello dell’Allianz Stadium di domenica non fa eccezione. Anche i numeri stagionali vanno in questa direzione, a partire dall’indice di pericolosità rappresentato dai gol attesi generati, gli expected goals.
L’Atalanta viaggia su un totale di 29,7 xG nelle prime 18 giornate, ben 4 in più della Juventus, che è ferma a 25,6, i quali hanno fruttato 27 gol contro i 33 segnati dalla squadra di Gasperini. Non marcano particolari differenze i dati sui tiri in porta totali (80 a 76 per i nerazzurri), se non la precisione che Lookman e compagni stanno avendo quando si tratta di calciare verso la porta.
Le differenze si notano invece quando si passa ad analizzare la fase difensiva, perché l’Atalanta ha subito ben 8 reti in più della Juve, 20 contro 12. Ma quanto questi dati danno l’effettiva idea di differenze nella fase difensiva? Entrando più nel dettaglio, infatti, si nota come il numeri di tiri in porta subiti nelle prime 18 giornate sia esattamente lo stesso – 61 – così come il numero complessivo di xG subiti (16,2 per l’Atalanta, 16,9 per la Juve).
Il dato che marca la differenza è l’effettività dei portieri, perché se la Juventus può contare su un 82% di tiri parati dai propri estremi difensori, l’Atalanta si ferma soltanto al 67,2%. Considerando che le difese tendono a concedere lo stesso numero di tiri e occasioni, sono gli estremi difensori a determinare quello che è poi l’output, il numero di reti subite.
L’altra grande differenza è quella del pressing e dell’intensità, con l’Atalanta che riconquista molto più palla a centrocampo e soprattutto riesce a giocare meglio il pallone in avanti: 562 i passaggi progressivi della Dea che hanno fatto guadagnare effettivo terreno di gioco in verticale, contro i 480 dei bianconeri. E non è solo una questione di lanci lunghi, strumento molto utilizzato soprattutto con Koopmeiners.
La Juventus infatti ne usa molto di più, pur effettuando molti meno passaggi progressivi: 941 contro le 770 nerazzurre. Il rapporto dà l’idea di un attacco molto più elaborato per la Dea, mentre la Juventus tende a puntare più sull’improvvisazione dei singoli in attacco. La prova del campo metterà tutti questi dati a confronto: ogni novanta minuti riazzerano il passato, ma non l’idea.
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