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Bergamo brescia capitale della cultura

Francesco Micheli: “Il sonetto del Tasso dedicato a Bergamo declinato in chiave rap” fotogallery video

Arlecchino diventerà donna con un abito straordinario realizzato dagli studenti dell'istituto Caniana e le comunità straniere canteranno "Noter de Berghem" nella loro lingua

Bergamo. Non nasconde l’emozione quando parla di un evento, Bergamo Brescia Capitale della Cultura 2023, che ha lungamente immaginato, sognato e pensato. E, poi, realizzato.

Lui, Francesco Micheli, bergamasco doc, deus ex machina dell’evento che porta alla ribalta la nostra città, catapultandola in una dimensione nazionale e internazionale. Lui, già anima della Donizetti Opera, del quale è direttore artistico, regista che ha girato il mondo, teatrante, genio e molto altro ancora. Quando si parla di lui, così bizzarro, nel senso più buono del termine, e raffinato, ma al tempo stesso genuino e vero, gli aggettivi si sprecano. Scontato farne l’elenco, sì, anche se talvolta, come in occasioni come queste, è bello ricordarli.

Lui che ha dato un volto nuovo e un respiro internazionale alla stagione lirica della nostra città. Lui che, con i suoi scarabocchi sul suo quaderno, è riuscito a dare forma ai pensieri che, messi in fila, hanno dato senso ad un evento, straordinario, che accompagnerà la nostra città per tutto il 2023.

E nell’anno della Capitale, la sua è una presenza che si sente, in ogni sfaccettatura, in uno spettacolo mastodontico, capace di mischiare tradizione e innovazione, cultura e intrattenimento: la sua arte corre lungo le vie di Bergamo, le riempie e le anima, e fa sì che i veri protagonisti della stessa siano i cittadini. Nessun nome altisonante, nessun artista di grido, piuttosto una città che grida, con i suoi cortei, con i suoi colori, che ricordano anche le tinte della bandiera dell’Ucraina, con i suoi nuovi Mille composti da gente comune. Con la sua musica e con le sue luci, i tanti perché di città illuminata, con il suo grandioso palco che fa da ponte tra il centro e Città Alta. Una spina che si accende, quella metaforica in mano al sindaco Giorgio Gori, e che fa brillare tutta la voglia di esserci. Di tornare ad esserci. Un desiderio di vita che abbraccia tutte le forme possibili, che non vuole e non genera barriere, che porta con sé ogni credo, senza distinzione alcuna.

“Abbiamo scelto uno spettacolo che metta in scena una città e l’energia dei bergamaschi. Questa la filosofia che ha accompagnato il nostro lavoro, il mio e quello di un gruppo straordinario. Ogni comunità straniera che fa parte della nostra città, cinese, ucraina, boliviana e via dicendo – racconta Micheli – canterà nella sua lingua il canto popolare ‘Noter de berghem’, ogni categoria che compone i nuovi Mille mescolerà il suo fare quotidiano con un accompagnamento musicale quanto più particolare possibile, la categoria dei lettori, per esempio, declinerà il sonetto del Tasso in chiave rap. Senza dimenticare che è stato anche composto un pezzo, che se Donizetti fosse vivo lo avrebbe scritto lui, con i rumori dei lavoratori del mondo aeroportuale. Ne è uscito un capolavoro”.

Pescare dal passato, per vivere nel presente e guardando al futuro, grazie anche ad una serie di momenti particolarissimi, caratterizzati anche da contaminazione di genere: “Matilde Facheris, bravissima attrice bergamasca, vestirà i panni di un Arlecchino che diventa Arlecchina, e lo farà indossando un abito pazzesco, realizzato dagli studenti dell’istituto Caniana. Questo spettacolo sarà una sorta di trailer, un grande momento di intrattenimento che ci consente di guardare bene la realtà per poterla viverla appieno”.

E il clou della festa, dopo i due spettacoli pirotecnici, il dance floor in serata.

Rigore ed entusiasmo per una città illuminata dagli occhi e dal cuore ardente dei cittadini, dunque. Ed è solo l’inizio.

 

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