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L'intervista

“Tutto pronto per Capitale della cultura: cittadini protagonisti della rinascita di Bergamo” fotogallery

Giulio Mazzoleni Corti, autore dello spettacolo d'inaugurazione insieme a Francesco Micheli, ci dà alcune anticipazioni

Bergamo. Ci siamo quasi: mancano ormai pochi giorni all’inizio di “Bergamo Brescia capitale italiana della cultura 2023”. La cerimonia inaugurale avrà luogo venerdì 20 gennaio in contemporanea al Teatro Donizetti di Bergamo e al Teatro Grande di Brescia, fra loro collegati. Sarà un importante momento istituzionale arricchito da interventi musicali e artistici, mentre sabato 21 gennaio si terrà un ricco programma di appuntamenti che coinvolgeranno in modo massiccio la cittadinanza.

Nelle piazze e nelle strade delle due città si riverseranno migliaia di persone per assistere a una pluralità di eventi. In questi giorni fervono gli ultimi preparativi e le prove sono entrate nel vivo: per saperne di più, abbiamo intervistato Giulio Mazzoleni Corti, autore dello spettacolo d’inaugurazione insieme a Francesco Micheli, regista e presentatore. Manager di artisti italiani e internazionali come Mika, nonché organizzatore di eventi culturali, ha messo la sua esperienza a disposizione di Bergamo per questa importante iniziativa.

In che modo ha collaborato al progetto di Bergamo Brescia capitale della cultura 2023?

Insieme a Francesco Micheli, sono autore dello spettacolo in programma sabato 21 gennaio. Si svolgerà in piazza Vittorio Veneto tra il pomeriggio e la sera: comincerà alle 17 e sarà aperto a tutta la cittadinanza, con un rimando fra la stazione, il Sentierone e Città Alta. Ci sarà un palco a scalinata che vuole unire questi tre luoghi.

E come sarà strutturato lo spettacolo?

È strutturato sull’identità culturale della Bergamo di oggi, fatta dai cittadini: i protagonisti saranno loro. Saliranno sul palco mille bergamaschi, che si alterneranno in una dozzina di momenti. Prima dell’inizio dello spettacolo, nel pomeriggio, quattro cortei composti da migliaia di persone e caratterizzati dai colori del logo di Bergamo Brescia 2023: sfileranno da quattro punti della città (campo della Fara, largo Giovanni Barozzi, parco Ermanno Olmi e piazza sant’Anna) per convergere in piazza Vittorio Veneto. Ognuno sarà aperto da una banda musicale seguita da studenti delle scuole di danza del territorio, artisti e cittadini. Sarà un grande movimento festoso: la partecipazione ai cortei ha già raggiunto il sold out: chi ha dato la propria disponibilità a prendervi parte riceverà un braccialetto che permetterà di accedere a una zona più vicina al palco per vedere lo spettacolo in piazza Vittorio Veneto.

E com’è nato il suo coinvolgimento in questo progetto?

Da bergamasco che ha lasciato la sua città da giovane ma ha mantenuto con essa un legame molto forte, mi sono proposto al Comune perché desideravo impegnarmi e mettere la mia esperienza a disposizione del territorio. L’idea è nata dopo aver sentito la ferita che la nostra città ha subito con la pandemia da Covid-19: quando ci è stata data la possibilità di riprendere i legami sociali, mi sono recato a Bergamo e ho avvertito l’esigenza di mettermi in gioco.

Ci spieghi

Considerando i difficili momenti vissuti durante l’emergenza sanitaria, da diverse parti Bergamo veniva definita come la “capitale del Covid”. Mi sarebbe piaciuto fare qualcosa per promuovere una rinascita della città, così ho contattato il Comune e mi hanno detto che in quel periodo stava lavorando al progetto di Bergamo Brescia capitale italiana della cultura 2023. È nata la collaborazione e ho ricevuto l’incarico, non solo come autore dello spettacolo d’inaugurazione con Francesco Micheli, ma anche come ideatore di eventi culturali con l’assessore alla cultura Nadia Ghisalberti. Più precisamente, ho lavorato all’organizzazione del concerto in programma al teatro Sociale il 29 gennaio, dei concerti segreti di Sofar Sounds e delle visite aperte alle botteghe dei maestri d’arte e artigiani di Bergamo.

Come stanno andando le prove dello spettacolo?

Bene. Inizialmente la partecipazione dei volontari è stata un po’ timida, mentre ora è diventata molto calorosa e convinta: hanno capito che stiamo organizzando qualcosa che renda i bergamaschi protagonisti di uno spettacolo con cui viene lanciato un nuovo risorgimento. Da qui è nata l’idea di celebrare i nuovi Mille.

In che senso?

Partendo dal presupposto che Bergamo ha dato i natali a gran parte dei garibaldini e per questo viene chiamata Città dei Mille, io e Francesco Micheli abbiamo pensato di celebrare i nuovi Mille. Ci siamo confrontati e abbiamo deciso di proporre uno spettacolo che non puntasse sulla presenza di nomi di richiamo ma sul coinvolgimento della città. L’obiettivo è quello di raccontare la sua identità culturale che si basa sui valori della capitale della cultura: daremo spazio ai nuovi Mille, che non versano il proprio sangue per costruire la patria ma combattono utilizzando le armi della cultura e si impegnano per far rinascere la città. L’esibizione, così, vede protagonisti professionisti d’arte e volontari che non hanno mai avuto esperienze artistiche. Ma ci sarà spazio anche per Arlecchino, figura chiave della cultura bergamasca, che parte dalle sue antichissime tradizioni medievali e arriva al futuro: si incarna e si sublima in tutta la città, tutti noi saremo tessere del mosaico del suo abito.

Anche questo momento avrà un grande valore simbolico

Si, Arlecchino rappresenta la Bergamo che lavora e si ingegna, ma anche i bergamaschi in giro per il mondo, perché aveva cercato lavoro scendendo dalle Valli. Fra le persone coinvolte, in quest’ottica, ci sono i nuovi cittadini, che non sono necessariamente nati qui o non hanno alle spalle generazioni di dna bergamasco, ma sono bergamaschi a tutti gli effetti. Lo spettacolo coinvolgerà gruppi di bergamaschi con origine straniera, più precisamente cinese, tunisina, boliviana, ucraina e brasiliana. Ognuno canterà una strofa di “Noter de Berghem”, canzone che rappresenta un’apparente chiusura dei bergamaschi. Accompagnata dal baghét, la tipica cornamusa bergamasca, verrà eseguita in un modo totalmente trasformato, con parole prese dalle diverse lingue dando vita a un omaggio alla città di oggi.

Potrebbe darci qualche dettaglio?

I bergamaschi con origine straniera parleranno di integrazione, accoglienza, opportunità di crescita e condivisione. Esprimeranno cosa significa per loro sentirsi bergamaschi: questi cittadini o i loro genitori hanno lasciato la propria patria ma hanno portato con sé un bagaglio culturale che ha arricchito la città. Inoltre, si parlerà dei bergamaschi come costruttori di pace.

Cioè?

Quest’idea è nata dall’assessore alla cultura Nadia Ghisalberti che ha proposto di soffermarsi sul fatto che Bergamo ha una lunga tradizione d’impegno internazionale per la costruzione della pace, tramite organizzazioni laiche e religiose. Ci sarà un momento molto toccante dedicato a queste realtà, un tributo artistico di notevole valore simbolico.

Quando si potrà vedere lo spettacolo?

Dalle 17 alle 18.30, poi la serata proseguirà con un mastodontico spettacolo pirotecnico, inedito, diverso da quelli che abbiamo visto finora. Sarà costruito da Groupe F, equipe francese specializzata in show internazionali con fuochi d’artificio, acrobati che compiono movimenti coreografici, proiezioni di luce e l’intervento di droni. Per Bergamo Brescia capitale della cultura 2023 questo gruppo ha accettato di effettuare una variazione alla sua abitudine creativa: la colonna sonora sarà composta da due bergamaschi, Federico Laini e Nicola Gualandris.

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