L’Atalanta nel 2023 ha deciso di far venire la tachicardia ai suoi tifosi: a La Spezia va sotto dopo appena 8 minuti e subisce anche il secondo gol e solo nell’ultimo quarto d’ora si riprende, per pareggiare infine al 93′. A Bologna passano appena 6 minuti per assistere a una nuova ricaduta, ma nel secondo tempo cambia faccia, cambia tutto e in poco più di dieci minuti con due gol porta a casa i tre punti.
Vero che i Mondiali ci hanno insegnato che le partite non finiscono mai perché i recuperi erano lunghissimi, ma può valere anche se di minuti ne giochi un po’ meno e però ti costringi ogni volta a rimontare. Brutto brutto il primo tempo, un sollievo il secondo, quando sembra di vedere in campo un’altra squadra e gli avversari diventano non più irresistibili.
L’Atalanta che ribalta le partite si gode anche una classifica un filo migliore di quella che aveva quando il campionato si era interrotto: ha raggiunto la Lazio e, più di prima, fa parte del gruppo delle big, al sesto posto. Inutile adesso fare calcoli o ragionamenti di Champions, su un possibile quarto posto.
E probabilmente lo sanno bene anche i nerazzurri, dopo la lezione di queste ultime due partite, ora più consapevoli dello spirito con cui devono affrontare squadre in teoria più deboli, ma mai facili da superare, come s’è visto per l’Inter a Monza.
È una pazza Dea, quella che passa da due possibili figuracce a un pareggio e una vittoria. Chissà quante polemiche sarebbero nate, a ridosso della sfuriata di Gasperini dopo l’ultima amichevole. Il tecnico si ritrova mago Gasp e nel secondo tempo cala i jolly, Zappacosta e Boga che saranno decisivi. Cioè l’esterno che più di tutti attacca e va sul fondo a crossare, come facevano una volta Hateboer e Gosens e l’oggetto misterioso, che vive a Bergamo con la valigia in mano: Jeremie Boga, ultimo assist conosciuto il 2 ottobre 2021 con il Sassuolo, contro l’Inter.
E mai quest’anno aveva giocato tanto come a Bologna, che non è poi tantissimo: 45 minuti. Quel Boga che il 3 gennaio ha compiuto 26 anni e pochi se ne sono accorti, visto che in questo periodo i tifosi orobici celebrano i miti, Glenn Stromberg 63 anni il 5 gennaio, Claudio Caniggia nel giorno di Bologna-Atalanta, vent’anni più vecchio di Boga (46).
Così succede che, mentre tanti ancora rimpiangono la partenza di un cecchino da fuori area come Malinovskyi, Koopmeiners si ricorda di avere un sinistro formidabile e spedisce un missile nella rete rossoblù. Poco dopo si rompe la coppia inedita, mai vista prima dall’inizio, Zapata-Hojlund perché Duvàn viene richiamato in panchina: niente gol, ancora deve completare il rodaggio. Cambio indolore, perché non solo Ederson va a tamponare il centrocampo, ma in due minuti Hojlund spacca la partita con la complicità di Boga.
Tre punti pesanti e due notizie in un colpo solo: la prima, che a Bergamo è nato un campioncino, il danese che si rivela un vero trascinatore, fa sportellate e difende il pallone come pochi attaccanti sanno fare. E soprattutto adesso fa anche gol, uno dopo l’altro. Un bel colpo di mercato. Come potrebbe rivelarsi un nuovo acquisto il Boga rigenerato, sarà forse l’aria dell’Emilia dove col Sassuolo si era rivelato. O forse voleva farsi vedere al diesse che l’aveva portato a Bergamo, Sartori, che lavora per il Bologna. Ora, da ex fantasma, Jeremie sembra ritornato utile alla causa.
Chiaro che di questa pazza Atalanta si salvano i secondi tempi e sarebbe bello non rivedere più il centrocampo smarrito, la difesa che si apre, l’attacco abulico dei primi tempi. Intanto la Dea si conferma super in trasferta, dove è seconda solo al Napoli, 20 punti contro 22 della capolista. Bisogna assolutamente crescere in casa: la risposta domenica al Gewiss con la Salernitana.
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