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Il report

Covid, casi in calo a dicembre a Bergamo ma si contano 67 decessi

Covid, in risalita i ricoveri in reparto, da 19 a 26, stabili quelli in terapia intensiva: tre. I decessi nel mese sono stati 67, in crescita rispetto ai 54 di novembre

Nel corso del mese di dicembre 2022 abbiamo assistito a un calo dei contagi; il periodo si è infatti chiuso con un totale di 655.515 nuovi casi, in diminuzione di oltre 190.000 unità rispetto ai 846.100 del mese di novembre (-22,5%).

Si è anche ridotto il tasso settimanale di positività che passa dal 17,6 % del mese scorso al 15,1%.
Da sottolineare che, anche con la complicità delle festività, i tamponi effettuati sono al minimo dell’intero anno: poco più di 800.000 nell’ultima settimana.

Hanno continuato ad aumentare i decessi: 2.909 nel mese di dicembre rispetto ai 2.297 di novembre.

In leggera decrescita i pazienti in Terapia Intensiva: 314 ora, 320 al termine del periodo precedente.

In ribasso anche le presenze nei reparti covid, che passano da 8.458 a 8.288.
L’occupazione dei posti letto è quindi ancora entro la soglia di allerta gialla, attestandosi al 13%. Ampiamente sotto la soglia critica la percentuale nelle Terapie Intensive: 3,2%.

In ribasso il numero dei pazienti in isolamento domiciliare: sono 409.059 (erano 498.391).

Scendono l’Rt, ora a 0,85 e l’indice di contagio ogni 100 mila abitanti, da 360 a 210.

Nell’intero 2022 ci sono stati 18,7 milioni di casi, contro i 3,7 del 2021.
I decessi sono stati 47.240, in calo rispetto ai 62.932 del 2021
Dato un numero così alto di contagi, è almeno confortante che il tasso di letalità sia sceso dall’1,7% all’attuale 0,30%.

LOMBARDIA E BERGAMO

In Lombardia nell’ultimo mese si sono registrati 97.963 casi di Covid-19. Erano stati 163.876 nel periodo precedente (-40%).

Sono stati 837 i decessi, in aumento rispetto ai 662 del mese scorso, portando così il totale a 44.688.
Nello stesso periodo i ricoverati con sintomi sono scesi da 1.451 a 1.165 mentre i pazienti in terapia intensiva sono saliti da 26 a 35.

Anche in provincia di Bergamo, ovviamente, i nuovi casi sono in discesa: 7.524 quelli relativi all’ultimo aggiornamento, rispetto ai 12.407. Il calo è del 39%.
In risalita i ricoveri in reparto, da 19 a 26, stabili quelli in terapia intensiva: 3
I decessi nel mese sono stati 67, in crescita rispetto ai 54 di novembre.

Nell’intero anno, nella bergamasca si sono avuti 245.000 contagi, contro i 44.000 del 2021.
I decessi sono stati 780, contro i 402 dell’anno prima.

FOCUS CINA

Fino a 9.000 morti al giorno per Covid in Cina. Questa è la stima di Airfinity, associazione di esperti che analizza dati sanitari, citata dal Guardian. Il tutto mentre Pechino continua a diffondere dati rassicuranti: tre morti, un morto, due morti. Sono questi i risultati del nuovo sistema di conteggio per mascherare i veri effetti del virus sulla popolazione. Nel gigante asiatico, i contagi hanno iniziato ad aumentare sensibilmente a novembre, ma è da quando il Paese ha abbandonato la politica zero Covid, allentando gran parte delle severe restrizioni, che il Coronavirus sta circolando con insistenza.

Sono circa 100 mila i contagi giornalieri in Cina supposti all’inizio di dicembre, mentre ora si parla di 500.000 e il picco pare essere ancora lontano: secondo Airfinity, non arriverà molto presto poiché la situazione non farà che peggiorare nelle prossime settimane, quando i casi potrebbero crescere dai 3,7 milioni al giorno di gennaio, sino a 4,2 milioni al giorno a marzo. Dati che metterebbero seriamente a rischio la solidità del sistema produttivo cinese, oltre che potenzialmente la coesione sociale obiettivo cardine del governo di Pechino, già messa alla prova dalle proteste popolari del mese scorso.
Nulla di vero per Pechino, secondo cui il punto massimo sarebbe già stato raggiunto e superato.

In realtà negli ospedali cinesi la situazione è già ora drammatica, con la metà del personale del Drum Tower Hospital di Nanchino positiva e numerosi centri sportivi di Pechino che sono stati trasformati in pronto soccorso d’emergenza. Nelle strutture sanitare vere e proprie, le barelle sono ovunque: nei corridoi, negli ascensori, nelle aree pubbliche.
Inoltre, le vaccinazioni in Cina procedono a rilento. Per questo, tra i tanti viaggi all’estero prenotati non appena il governo ne ha dato possibilità, non c’è solo chi parte per piacere o affari, ma anche un nutrito numero di turisti vaccinali. La prima a veder arrivare i cittadini cinesi bisognosi di vaccino è stata Macao, dall’altro lato della baia formata dall’estuario del fiume delle Perle rispetto ad Hong Kong, con la quale condivide lo status regione amministrativa speciale della Cina.

Purtroppo, a proposito di vaccinazioni, occorre sottolineare che la popolazione cinese ha ricevuto un vaccino, il Sinovac, poco efficace: solo il 66% nel proteggere il contagio, secondo i dati recentemente pubblicati sul New England Journal of Medicine. Questo, unito alla fine delle restrizioni fin qui applicate nel paese asiatico, però non basta a spiegare la situazione.
Infatti potrebbe essere, malauguratamente, che circolino una o più nuove varianti più contagiose.

I candidati non mancano, ma al momento l’attenzione si concentra sulla XBB.1.5 (nota anche come Gryphon), che sta rapidamente sostituendo tutte le altre. A farla avanzare così velocemente sarebbe una mutazione, chiamata F486P, che le permetterebbe di sfuggire agli anticorpi generati da Omicron 5, sia da infezioni che da vaccino.
A riprova di ciò, si è notato un aumento dei ricoveri per Covid-19 negli Stati Uniti, in particolare a New York, dove la suddetta variante è aumentata del 140% nell’ultimo mese, registrando un tasso di ricovero più alto rispetto a tutte le precedenti ondate.

Intanto, prevedendo una impennata di casi anche in Italia, il Ministero della Salute ha emanato una circolare dove vengono fornite indicazioni precise su come affrontare, almeno a un primo impatto, l’eventuale dilagare dell’epidemia, dall’uso della mascherina al chiuso, allo smart working e alla riduzione degli eventi di massa.
In sostanza il piano dice di tenersi pronti al peggio: al momento è l’unica cosa che si può fare.

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