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L'azienda

I cento anni del Gruppo Moretti: “Dalle farine alle uova, siamo sempre in evoluzione”

L’attuale presidente, Battista Moretti, accompagna la quarta generazione che diventa protagonista della gestione aziendale: accanto a lui ci sono i due amministratori delegati, i cugini Ruggero e Silvia, che vantano già un’ampia esperienza nel Gruppo

Gruppo Moretti Spa compie cent’anni. Nato nel 1922, rappresenta una lunga storia di famiglia e un solido marchio aziendale: nel tempo ha saputo innovarsi e rispondere alle esigenze di un mercato sempre più vasto e in continua evoluzione.

Questa realtà bergamasca, che storicamente è specializzata nella produzione di farine alimentari e mangimi, ha conquistato anche il settore della produzione di uova ampliando la propria offerta. L’attuale presidente, Battista Moretti, accompagna la quarta generazione che diventa protagonista della gestione aziendale: accanto a lui ci sono i due amministratori delegati, i cugini Ruggero e Silvia, che vantano già un’ampia esperienza nel Gruppo.

Ruggero Moretti, il centenario è un traguardo importante.
Sicuramente. Essere arrivati alla quarta generazione con la stessa famiglia è motivo d’orgoglio. È una rarità: molte aziende faticano a compiere i passaggi generazionali, mentre noi ci siamo riusciti. Credo che dipenda dal fatto che ogni familiare che lavora nel Gruppo Moretti, di fatto, è nato nell’azienda e l’ha sempre vissuta come se fosse parte della sua vita. Non vi è entrato per il cognome, ma perché vive l’attività come se l’avesse avviata personalmente per la prima volta. Per poterci lavorare servono passione, volontà e preparazione: quest’ultima ha acquisito un’importanza crescente, assieme alla conoscenza dei mercati europei e alla necessità di avere un orizzonte sempre più vasto.

Siete affiancati dai manager?
Siamo affiancati da consulenti esterni. Abbiamo un direttore commerciale che ci supporta e una società di consulenza che ci appoggia per tutto il settore finanziario, mentre per il settore produttivo ci avvaliamo dell’ausilio di aziende molto grandi che ci offrono consulenze sulle scelte migliori. Possiamo contare sui leader del mercato nei vari ambiti e questo ci ha permesso di avere un impianto 4.0, all’avanguardia.

Siete partiti dalla produzione di farine e siete arrivati alle uova: come vi differenziate?
La nostra storia è molto lunga: ci siamo mossi in vari ambiti. In modo particolare, la terza generazione è stata molto abile nel capire quando era il momento migliore per spostarsi da un settore all’altro. Non c’è stata alcuna rigidità fra i vari passaggi generazionali: a fare la differenza è sempre stata la capacità di adattarsi al mercato, al cambio delle ere e dei consumi. Tutto è iniziato nel 1922, quando il mio bisnonno, Aristide, assieme alla moglie Carolina, affittò un mulino per la macinazione del mais a Campagnola, in provincia di Bergamo, immettendosi così nel mercato. Una volta venuto a mancare, la moglie e i tre figli proseguirono l’attività.

E quali sono stati gli sviluppi?
Negli anni ‘50 è arrivata la terza generazione, che ha avviato il mangimificio, spostando il settore, dopodiché, negli anni Novanta, è nata Cascina Italia, operante nel settore della lavorazione di uova, distribuite in guscio dai principali gruppi della Grande Distribuzione, e di ovoprodotti, distinti in tuorlo, albume, misto d’uovo, destinati alle più importanti aziende dell’industria alimentare e dolciaria. È stata la nostra carta vincente: rispetto ad altre realtà, non siamo un trasformatore trader ma a filiera chiusa. Questo ha un costo ma è una garanzia: si sa cosa mangia la gallina e che trattamento sanitario ha avuto. Avere sotto controllo questi aspetti permette di immettere sul mercato un prodotto sicuro e di qualità.

Quante aziende svolgono attività come la vostra in Italia?
In Italia ci sono quattro aziende a filiera chiusa. Ci siamo specializzati e per contenere i costi abbiamo investito sugli impianti facendo in modo di avere una dotazione all’avanguardia. Cascina Italia oggi conta 85 dipendenti, mentre tutto il gruppo supera il centinaio di addetti. Il fatturato del Gruppo si aggira attorno agli 80 milioni di euro ed è in crescita, evidenziando un trend positivo: stiamo rispettando il budget del nostro piano quinquennale. Lavoriamo soprattutto in Italia perché trattiamo un prodotto fresco, quindi la shelf-life è breve, ma si sta aprendo anche un mercato mondiale per ovoprodotti in piccoli imballi da un litro, come il misto tuorlo e albume pastorizzati, molto usati nella ristorazione. Finora le richieste sono arrivate in gran parte dall’Europa, ma le catene internazionali degli hotel hanno bisogno di queste materie prime in quanto si tratta di prodotti di qualità e sicuri dal punto di vista alimentare.

La prospettiva è sempre più globale?
In svariate aree del mondo stanno avendo sempre più spazio grossisti che importano prodotti freschi dall’Europa e, fra questi, ci sono anche i nostri, Made in Italy. Un cliente, per esempio, è di Hong Kong e inviamo le nostre spedizioni tramite trasporto aereo. Sul versante americano, da anni esportiamo con successo la farina del Gruppo Moretti, che è molto apprezzata.

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