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Cinema

Da “Licorice Pizza” a “EO”: i migliori film del 2022

Riflessioni sulla storia e sulla società, sul linguaggio e sulla tecnica cinematografica, combinazioni di generi: ecco la nostra lista

Adolescenza ed età adulta, combinazioni di generi, riflessioni sulla storia e sulla società, fino a dichiarazioni d’amore cinefilo e utilizzo del medium alla ricerca del meraviglioso. Tutto questo condensato in una possibile e correggibile lista di film che hanno rappresentato il meglio del 2022 cinematografico.

A partire dal “Licorice Pizza” di Paul Thomas Anderson, un’insolita e stravagante commedia romantica che vede protagonisti Gary e Alana, un giovane attore e un’assistente fotografa. Sullo sfondo la San Fernando Valley degli anni Settanta, per un film che parla di ricordi, ma che riflette anche sull’infanzia e sul ruolo del cinema.

Spettacolo che torna attraverso una riflessione sulle proprie derive in “Nope” di Jordan Peele. Tra western e fantascienza, la storia di due fratelli che ereditano un ranch dove addestrano cavalli per Hollywood. Ad uno sguardo più attento, una riflessione sul mondo dello spettacolo e sulla questione razziale, anche attraverso un esplicito rimando al fantino nero della celebre sequenza di Eadweard Muybridge, uno dei primi esperimento di cinematografia.

Da citare tra i film dell’anno è anche “Crimes of the Future” di David Cronenberg. La riflessione su una dimensione nuova della sessualità rimpiazzata dalla chirurgia, messa in scena dall’artista Saul Tenser, che, con l’aiuto dell’assistente Caprice, compie operazioni-spettacolo per la rimozione di organi tumorali prodotti dal suo stesso corpo. Un film che parla di bellezza e seduzione, ma anche di progresso tecnologico. Alla fine di tutto, però, rimane la paura e, attraverso questa, la rinascita dell’uomo.

È un mix di generi ben riuscito “Everything Everywhere All at Once”. Nella pellicola, i Daniels mostrano un controllo fiscale di routine che diventa un salto nel Multiverso, la vita quotidiana di Evelyn Wang (Michelle Yeoh) che viene stravolta attraverso un mix di generi e continui cambi di spazio e di tempo. Un’operazione cinefila che appaga l’occhio, senza dimenticare l’importanza sociale della relazione con l’altro.

Dal multiverso alla realtà contemporanea di “Gli orsi non esistono”. Il regista Jafar Panahi ripropone lo schema di cinema nel cinema, con lui protagonista che gira la storia di una coppia di iraniani che cerca di rifugiarsi in Francia con documenti falsi. Panahi ricorda l’importanza delle immagini, che possono testimoniare oppure manipolare la realtà, raccontando anche il proprio stallo di regista coraggioso, recluso all’interno dei propri confini.

Riflessione sulla società, questa volta occidentale, è quella di “Triangle of Sadness” di Ruben Östlund. Mostrando lo svolgersi di una crociera di lusso per super ricchi, il regista svedese compie una riflessione dissacrante sul tema del denaro e sui disequilibri della società.

L’America reaganiana fa da sfondo a “Bones and All” di Luca Guadagnino. L’amore totalizzante tra i due cannibali Maren e Lee, che conduce ad una riflessione sull’accettazione di sé e sul confronto con l’altro.

Confronto con l’altro e con il diverso presente anche in “Saint Omer” di Alice Diop. La narrazione del processo ad una donna colpevole di aver ucciso la figlia di 15 mesi abbandonandola su una spiaggia del nord della Francia: uno sguardo sulla complessità della maternità ed una riflessione sul ruolo della donna e della dignità umana.

Strettamente legati alla rappresentazione cinematografica ed alla meraviglia sono “Avatar – La via dell’acqua” di James Cameron e “The Fabelmans” di Steven Spielberg. Grazie all’evoluzione tecnologica, Cameron torna su Pandora con un 3D di livello superiore ed un ambiente marino ricreato da ammirare al meglio in sala. Meraviglia al cinema come quella provata dal piccolo Sammy, alter ego di Spielberg, che nel corso della propria vicenda personale comprenderà (a proprie spese) l’importanza del fotogramma come immagine creatrice di significato.

Dall’Europa dell’Est arrivano le ultime due pellicole da vedere per questo 2022. Il russo Aleksandr Sokurov in “Fairytale – Una fiaba” mostra le anime di Churchill, Hitler, Stalin e Mussolini che vagano nel Purgatorio. In questa visione tra la vita e la morte, i personaggi diventano mere immagini di un film concettuale che riflette sul potere.

Riflette invece sull’umanità l’asinello protagonista di “EO” del regista polacco Jerzy Skolimowski. Scappato da un circo, l’asino compie un viaggio attraverso l’Europa, un mondo ostile dove scoprirà le gioie e i dolori dell’umanità.

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